"Iniziò in quella parte del Circo che confina lungo il Palatino e il Celio, dove il fuoco, scoppiato nelle botteghe che contenevano prodotti altamente infiammabili, divampò subito violento, alimentato dal vento, e avvolse il circo in tutta la sua lunghezza, visto che non esistevano palazzi con recinti o templi cinti con mura o qualcosa che potesse fermare le fiamme." (Tacito, Annali, XV, 38.2.)
La notte tra il 18 e il 19 luglio del 64 (ante diem XV Kalendas Augustas, anno DCCCXVII a.U.c.) nella zona del Circo Massimo scoppia un incendio che devasta Roma per nove giorni. Delle quattordici regioni (quartieri) che componevano la città, tre (la III, Iside e Serapis, attuale colle Oppio, la XI, Circo Massimo, e la X, Palatino) furono totalmente distrutte, mentre in altre sette solo pochi edifici erano stati rovinati dal fuoco.
Nerone, che si trovava ad Anzio, torna in città quando le fiamme ormai lambivano la residenza che aveva costruito per congiungere il palazzo sul Palatino agli Horti Maecenatis (Domus Transitoria) e ma non riusciesce a salvarla. Si occupa di soccorrere i senza tetto, aprendo i monumenti (il Pantheon, le terme, il Porticus Vipsania e i Saepta Iulia) ed i giardini di Agrippa sul Campo Marzio, allestendo dei baraccamenti e facendo arrivare i viveri dai dintorni. Circola però una voce, secondo la quale l'imperatore si era messo a cantare della caduta di Troia, davanti all'infuriare dell'incendio visibile dal suo palazzo...
Una passeggiata attorno al Circo Massimo per ricordare gli eventi di quei giorni funesti e comprendere le basi della ricostruzione...