Data scatto: 1908
L'Illustrazione Italiana. 12 aprile 1908. La folla a piazza del gesù dopo il sanguinoso conflitto tra manifestanti e forze dell'ordine.
Funerali di un caduto sul lavoro in piazza del Gesù. L'episodio degenera in uno scontro tra accompagnatori e polizia con quattro morti e diciassette feriti e provoca la proclamazione dello sciopero generale:
"L'autorità s'immischiò nella determinazione dell'itinerario di questo corteo funebre, dicendo chiaro agli organizzatori: “di qui non si passa; di là nemmeno”.
È con truppe, guardie e carabinieri dispose cordoni che impedissero, eventualmente, di passare nei luoghi vietati a chi ne avesse avuto il ghiribizzo. Naturalmente, come il corteo funebre si mosse, i caporioni non ebbero che un'idea fissa: passare precisamente dove le autorità avevano dichiarato che non avrebbero lasciato passare.
Non si passa!..., dissero i delegati. Passeremo ad ogni costo risposero i caporioni della massa rivoluzionaria. Vi fu un momento di attesa; e in quel momento un provvidenziale carro di pietre (il solo che in quell'ora è in quel luogo non avrebbe dovuto passare) capitò in mezzo ai contendenti.
I sopraffattori non potevano desiderare di meglio.
I sassi era Dio che lì mandava, e cominciarono una fitta, furibonda sassaiuola contro guardie, carabinieri e soldati. Fra costoro più di | trenta furono i contusi e feriti; squillarono non ì una, non tre, ma dieci, venti volte le trombe.
Un colpo d'arma da fuoco partì, pare, da un gruppo di rivoluzionari bene intenzionati, e guardie, carabinieri, soldati, dopo una tolleranza forse eccessiva; da cento testimoni accertata (risposero, come qualunque altro cittadino non fatto di pasta frolla avrebbe risposto subito, senza tanta attesa di tanti squilli) risposero sparando rivoltelle e moschetti, in aria preferibilmente, e vi furono un morto, due feriti gravemente, morti poco dopo, ed una trentina di altri feriti, fra quali una signorina che era affacciata a una finestra.
E doloroso constatarlo, ma soltanto dopo questa inevitabile repressione, i fanatici rivoluzionari che volevano “passare ad ogni costo, si persuasero che non era facile passare.
Fu o non fu voluto da costoro codesto tafferuglio? Fu o non fu inevitabile? Ebbene, dopola tristissima scena, riformisti, sindacalisti, integralisti, opportunisti e tutti gli altri isti e tristi in coro, si diedero a proclamare la strage proletaria, e ad eccitare allo sciopero generale di protesta in tutta Italia."