Data scatto: 24/05/1908
L'Illustrazione Italiana. 31 Maggio 1908.
A Piazza d’Armi, davanti alle più alte cariche politiche (il Ministro della Guerra, il Ministro della Marina, il Sindaco di Roma e perfino i Sovrani) viene compiuto il primo volo a Roma: alla guida del velivolo è l'aviatore francese Léon Delagrange: "ebbe luogo domenica 24 maggio in piazza d'armi alla presenza di una folla enorme, e quando, alle 5 e mezzo, la Principessa Letizia salì sul palco reale, si poteva calcolare che cirea 100000 persone facessero siepe intorno all’immensa spianata.
Una grande folla era anche fuori dello steccato, arrampicata su sedie e tavoli per godersi lo'spettacolo gratuitamente. Molta gente infine, certo tutta di buona vista, era salita per l’erta di Monte Mario, o si aftullava sulla terrazza del Pincio, Gli occhi di tutta Roma insomma, da vicino e da lontano, erano fissi sull'aereo-navigante.
Il vento intanto continuava a soffiare con deliziosa ustilità. E per la folla si cominciava a spargere la voce che gli esperimenti non avrebbero avuto luogo. L'aereoplano rimaneva immobile sotto l'hangar e delle pattuglie di carabinieri trattenevano a stento i euriosi che tentavano di avvicinarsi. Dall'altra parte del Tevere, dal parco della Società aereonautica italiana, si innalzano intanto il Fides III e il Condor II.
Salgono rapidamente, raggiungono in breve le nuvole e si allontanano verso i monti Parioli, seguiti dall’attenzione della folla, che si distrae per un poco dal malumore dell'attesa, che si annunzia ormai vana. Ma in quel momento il Delagrange III esco dall'hangar.
Il vento si è un po' calmato, ma non del tutto. Ciò nonostante il Delagrange si è deciso a tentare la prova. Un lungo mormorio saluta l'uscita dello strano apparecchio. L'aereoplano scivola rapidamente sul prato con la velocità di un'automobile a 60 chilometri. L'attesa della folla si fa ansiosa. Due automobili si lanciano ad inseguire l'apparecchio.
Dopo un centinaio di metri di percorso le ruote anche le anteriori si sollevano: la macchina “vola,, ma per poco. Ad un lieve rialzo dol terreno riprende terra e ricomincia a camminare.
L'aereoplano continua la sua corsa, si solleva di nuovo, sempre all'altezza di circa un metro, e gira, con una voltata di circa 30 metri, l'argine che guarda il Tevere; ma mentre accenna ad elevarsi di più, un colpo di vento lo fa oscillare e riprende terra, ritornando verso l'hangar.
C'è troppo vento. Ma Delagrange riparte per un terzo giro sollevandosi questa volta ad un'altezza di quattro metri. Ma un mucchio di sassi lo fa fermare. Le automobili che lo seguono, filando a tutta velocità, lo raggiungono e si fermano. Ma l'aereoplano si rimette quasi subito in movimento, deserive una larga curva per due volte, sollevandosi e per dne volte riabbassandosi, e passa rapidissimo volando sul prato ad un'altezza di circa un metro dinanzi alle tribune che applaudono.
Si grida: Bravo! Bravo Delagrange! Ma per il popolo minuto, questo è ancora poco: sugli spalti gli applausi sono alquanto contrastati...
Siamo al quarto giro. L'aere già si imbruna: sarà l'ultimo. E anche questo è come jl precedente Delagrange vola, ma basso ed a sbalzi. Ha però la fortuna di fare un bel volo di circa quattro metri di altezza nell'ultima dirittura e ciò gli procura un grande applauso questa volta incontrastato.
Le discussioni sono vivacissime. Vola o non vola? È quello che i milanesi vedranno tra pochi giorni quando il Delagrange ripeterà a Milano i suoi esperimenti nella Piazza d'Armi ove si sta allestendo un aereodromo."