Data scatto: 09/11/1921
L'Illustrazione Italiana. 20 novembre 1921. Congresso fascista a Roma.
Al Teatro Augusteo, durante il III congresso nazionale dei Fasci italiani di combattimento, viene sancito lo scioglimento del movimento, che confluisce nel nuovo Partito Nazionale Fascista:
"I fascisti hanno avuto torto a non ascoltare il savio consiglio del loro Duce, quando egli cercò di dissuaderli dallo scegliere la capitale come sede del loro congresso e sfondo della loro parata.
Perchè Roma non è città di facile conquista. Urbi Romae aeternae. Ha visto tanti e così portentosi eventi, la capitale due volte millenaria, e sorgere e tramontare tanti poteri, che poco più la sorprende. È così antica Roma e il fascismo è così giovane e acerbo di spirito che c'era da giurare che non si sarebbero capiti. Roma era disposta a considerare con benevolenza serena i giovani pellegrini che giungevano a lei, se fossero venuti con umile spirito e cuore devoto. Ma chiunque conosce i fascisti sa che queste non sono precisamente le loro caratteristiche.
Peggi son capitati qui con animo pieno di sprezzo per la capitale, che non conoscevano. Erano avvezzi, nei loro borghi e nelle loro città provinciali, a considerare Roma come il centro di tutti gli intrighi poli il campo di tutti i patteggiamenti ignobili, la sentina maleodorante di tutte le codardie. Hanno immagi ginato che colla loro venuta avrebbero puri ficato l’ambiente. Si sono foggiati un'anima di liberatori del Santo Sepolcro ed hanno creduto in buona fede che al loro apparire Roma rebbe genuflessa, osannando. Santa ingenuità della giovinezza.
L'equivoco è stato esiziale. Roma non li ha accolti da liberatori come avrebbe potuto a coglierli qualcuno dei centri emiliani, padar o toscani che il fascismo liberò dalla tirannide comunista. E per una eccellente ragione: che a Roma non s'è conosciuta l’insolenza rossa e quindi non si è mai avuto bisogno di nessuna liberazione. Il fascismo romano, ora ce ne siamo accorti, era di natura diversa da quello dei centri industriali e agricoli dell'alta e media Italia.
Si addiceva alle speciali condizioni di qui: non era un prodotto energico di reazione diretta in quanto non era sorto per un disperato bisogno di reagire contro la tracotanza altrui: era soltanto un prodotto d'imitazione, derivava semplicemente dal desiderio di solidarietà spirituale col fascismo di fuori. È ben a torto che il fascismo di fuori lo giudicava spurio, addomesticato e pusillanime, per il fatto che non s’azzuffava quotidianamente coj comunisti.
Il fascismo romano era semplicemente ragionevole e aderente alla realtà della situazione locale. Non giudicava di buon gusto l’assumere atteggiamenti donchisciotteschi e partire in guerra contro i mulini a vento.
Ma anche questo malinteso fra i fascisti di Roma e quelli di fuori ha disgraziatamente contribuito ad aggravare l'equivoco del quale erano prigionieri i fascisti e sopratutto quelli delle squadre d'azione convenuti a Roma. Colla migliore intenzione del mondo credevano di dover dare una lezione a Roma ed ai fascisti di qui. La loro inesperienza provinciale immaginava che tutto il mondo fosse paese: e che la capitale riproducesse, salve le proporzioni, le precise condizioni che caratterizzavano la lotta nei loro piccoli centri Con un semplicismo sbalorditivo hanno creduto di poter trasferire qui le tattiche delle dimostrazioni intimorative, degli spiegamenti di forze, delle spedizioni punitive in cui eccellono.
Era fatale che da questo errore d'impostazione derivasse la tragedia. E oltre che fatale, melanconico. Perchè ha fatto perdere ai fascisti molte simpatie proprio nell'ambiente politico dov'era più necessario che le accrescessero. E perchè sono tornati ai loro paesi persuasi più che mai che Roma ha bisogno urgente di essere salvata.
Povera Roma incompresa! Oggi è la giovinezza d'Italia che non la capisce: e la guidica sconsacrata. Non commettiamo l'errore di credere che l’Italia possa curare le sue piaghe col perpetuare tumulti e fazioni. L’ Italia vuole quiete: e, per chi sa intendere, Roma lo ha espresso quietamente e dignitosamente."