Data scatto: 1900
Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma.
Gli scavi nel Foro Romano hanno continuato in prossimità della chiesa di s. Adriano, ed è stata liberata dalla terra quasi tutta la fronte dell'edificio dell'antica Curia. A circa sei metri sotto il piano stradale si sono incontrati numerosi sepolcri del medio evo e depositi di ossa umane.
Alcune arche fittili, contenenti i resti di parecchi cadaveri e coperte con lastre di marmo, erano state collocate nell’area adiacente alla chiesa, quando essa trovavasi a circa due metri sopra il piano del Foro; altre giacevano sotto il livello di quell'area medesima. Fu quivi trovato anche un sarcofago marmoreo, di età romana, adoperato come ossario, e con la fronte addossata al muro dell'antica chiesa.
Una delle pietre, che servirono di copertura. a questo sarcofago, ha la cornice intagliata; è larga m. 0,52x0,60 e porta incisa la iscrizione: D M S A CORNELIVS PVMIDIVS MAGNVS FECIT PVMI DIAE ATTICAE NVTRICI SVAE MVLIERI OPTIMAE ET SIBI ET SVIS ET LIBERO LIBERTABVSQ POSTERISQ EORVM SE BIBO FECIT
Un altro lastrone di marmo, di m. 1,27 x 0,83, che parimenti fu adoperato per chiudere nello stesso luogo un deposito di ossami, reca questo titolo onorario, mutilo da ambo i lati: (prima colonna) iuLIAE AVG mATRI AVGG ET cASTRORVM; (seconda colonna) IMP CAESSLS SEPTIMIO SEVERO PIO PERTINACI AVG ARAB ADIAB PART MAX PONTIF MAX P P KALATORES BON CURANTE EVTYCHETE
Nel 2° verso della prima colonna fu cancellata la seconda G, dopo la uccisione di Geta. Assai probabilmente questa pietra portava a destra la dedicazione a Caracalla ed a Geta, essendo ciò indicato non solo dal contesto dell’ epigrafe, ma anche dalla lunghezza della penultima riga, che ricordando i KALATORES PONtificum et flaminum si estendeva al di là del titolo onorario di Settimio Severo. Fra la terra rimossa davanti alla chiesa di s. Adriano è stato raccolto un frammento di capitello di pilastro, lungo m. 0,50, alto m. 0,25, e sul lato liscio di esso leggonsi i nomi: ...CLODII OCTAVIA…
Un Clodius Octavianus, personaggio dell'ordine senatorio, poco dopo la metà del secolo quarto fu vicario di Roma. Ivi stesso si è rinvenuto un pezzo di cornice marmorea di m. 0,32 x 0,27, sul quale rimane: ...aTTICO V c...
Dai medesimi sterri si ebbero pure due lastre di marmo con iscrizioni cristiane, le quali evidentemente provengono da alcuno dei cimiteri suburbani. La prima, lunga m. 0,49, alta m. 0,29, dice: IOBINA VIBAS IN DEO. Sull'altra, lunga m. 0,75 x 0,49, rotta a destra, leggesi: PRIDIE NONAS FEBRAR... DECESSIT SABASSANVS A N... QUI BIXITAN P M XXXI I... CONOXORE
Una piccola base marmorea, alta m. 0,57 x 0,40 x 0,35, con cornice rozzamente intagliata, si è rinvenuta fra la terra, in mezzo ai ruderi medievali scoperti sotto la pubblica via, a lato della chiesa di s. Adriano: Vi si legge: CVRANTE CHETE CIO PELACIO VIRO PRAEFECTISSIMO CVRATORAEDIVM SACRARVM. Ignoto è cotesto Cetegio (o Cetego) Pelagio, che apparteneva all' ordine equestre, come rivela il predicato di vir perfectissimus. Questo secondo vocabolo fu dal lapicida stranamente mutato in praefectissimus. Errati sono pure il nome Chetecio per Cethegio, ed il vocabolo curator invece di curatore. L'iscrizione è da attribuire alla prima metà del secolo quarto.
Alla distanza poi di m. 13,60 dalla fronte della Curia, e posto ancora al suo luogo sull'antico pavimento del Foro, si è scoperto un grande piedistallo marmoreo, con cornice e zoccolo sagomati, alto m. 1,24 X 0,81 X 0,85. Nella fronte, cioè nel lato volto verso i Rostri, porta l'iscrizione: MARTI INVICTO PATRI ET AETERNAE VRBIS SVAE CONDITORIBVS DOMINVS NOSTER IMP MAXENTIVS P FINVICTVS AVG. Il nome di Massenzio è scarpellato, ma vi restano sufficienti tracce delle singole lettere per poterlo leggere con sicurezza. Sul fianco destro del basamento è incisa la memoria della dedicazione. DEDICATA DIE XI KAL MAIAS PER FVRIVM OCTAVIANVM V C CVR V AED SACR
Ponendo mente alla dedicazione fatta da Massenzio il giorno 21 di aprile, che è il giorno natale di Roma, e considerando le divinità, che egli volle onorare in quella data memoranda, si è facilmente indotti ad attribuire all'anno 308 questo insigne monumento… Furio Ottaviano, che come curator aedium sacrarum dedicò il monumento, è personaggio sconosciuto. Ma probabilmente è figlio di quel C. Furio Ottaviano, che fu console suffetto e pontefice sotto Elagabalo o so‘to Severo Alessandro (C./. L. VI, 1423), e che fin dall'anno 223 è ricordato come vir clarissimus fra i patroni del municipio di Canosa (C.I.L. IX, 358; cf. Borghesi, Oewvres III, p. 121).
Il piedistallo ora descritto, che Massenzio dedicò, nel luogo più insigne del Foro, Marti invicto patri et aeternae urbis suae conditoribus, non fu allora appositamente tagliato e messo in opera, ma fu tolto ad un monumento preesistente, ed era scritto su tutte e quattro le facce. L'epigrafe incisa sulla fronte, che doveva essere un titolo onorario, fu totalmente cancellata, abbassando la superficie del marmo, per sostituirvi quella di Massenzio. L'iscrizione del lato destro fu pure quasi totalmente abrasa, per segnarvi la data della nuova dedicazione. Ne rimane però la prima linea, appena leggibile: MAGISTRI QVINQ C... FABR TI... Questa intitolazione era seguita dai nomi dei magistri e degli altri officiali del collegio dei fabri, probabilmente tignarii; la quale lista di nomi continuava poi nel lato sinistro del piedistallo, che rimase inalterato quando Massenzio se ne servì. Quivi in fatti leggonsi numerosi nomi. Anche il quarto lato del basamento, quello cioè che è opposto all'iscrizionededicatoria, non fu toccato nel secolo quarto; e vi rimane incisa la data, in cui il monumento venne eretto la prima volta, che fu il 1° agosto dell' anno 154: DEDICATA K AVG L AELIO AVRELIO COMMODO T SEXTIO LATERANO COS. Onde è probabile, che in origine il basamento avesse sostenuta una statua dell'imperatore Antonino Pio, eretta dal collegio dei fabri tignarit, simile a quella che lo stesso collegio dedicò più tardi in onore di Caracalla (C.I.L. VI, 1060).
Continuandosi lo sterro verso la sommità della Sacra via, sono stati recuperati due frammenti di lastre marmoree inscritte. Il primo, di m. 0,55 X 0,39, conserva parte di un titolo greco. L'altro frammento misura m. 0,48 X 0,54, e vi rimane: ...AXIM... Le lettere sono alte m. 0,20 ed appartengono ad una grande epigrafe monumentale.
Giuseppe Gatti.