Data scatto: 1906
Notizie degli scavi di antichità
Statua di una Niobide, scoperta nell'area degli Orti Sallustiani.
Nel giugno del 1906, dentro un cunicolo a volta, profondo dal piano stradale moderno circa m. 11, in uno stabile pertinente alla Banca Commerciale Italiana, situato nella Regione VI, fra piazza Sallustiana, via Collina, via Servio Tullio e via Flavia e precisamente presso l'angolo di via Collina, fu trovata una statua muliebre, della quale do qui, per dovere d'ufficio, una breve descrizione. Quando io la vidi, pochi giorni dopo la scoperta, la statua era depositata nella casa del cav. Enrico Maraini, in via di Porta Salaria, e trovavasi ancora nelle condizioni in cui era stata rinvenuta: cioè ottimamente conservata, tranne il braccio destro spezzato, ma che potevasi facilmente ricongiungere, e qualche piccola scheggiatura e corrosione, ricavata da una fotografia gentilmente datami dallo stesso cav. Maraini.
Come ero stato sollecito a comunicare, per il primo, notizia della scoperta al Ministero, così mi affrettai a mandare una relazione sommaria della statua, quando ancora non s'era levato troppo rumore intorno ad essa, e quando alle parole, forse un po' premature, di un archeologo autorevole e meritamente famoso, non s'erano ancora mescolate le voci di lodatori incompetenti ed esaltati. Dirò, anzi, francamente, che questo eccessivo clamore e la pubblicità non ne- cessaria data alla scoperta, avevano contribuito a distogliermi dal proposito di far seguire, al mio rapporto ufficiale mandato al Ministero, la relazione destinata alle Notizie degli Scavi. Ma non era possibile che nei veri e proprî « annali » delle nostre scoperte, mancasse una breve illustrazione di questa scultura, che sarà molto e variamente discussa.
La statua è di marmo greco di grana media, con cristalli bianchi e lucenti, molto probabilmente pario, di patina calda c severa. La conservazione è ottima; il braccio destro, che ‘era spezzato quando la statua fu. scoperta, è stato ricqngiunto 3 dal restauratore addetto al Museo Nazionale sig. Dardano Bernardini; e mancava sol. tanto una scheggia che fu necessario restaurare col gesso; un’altra scheggiatura è rimasta dietro l'omero destro. Le dita della mano destra sono spezzate. Della mano — sinistra manca il pollice, già restaurato nell’ antichità, come dimostra il pernio di ferro, ancora al suo posto.
Una tassellatura, col taglio inferiore lasciato di gradina, sì osserva nel pan. neggio, all'angolo interno dal ginocchio sinistro; probabilmente per l’ inserzione di un pezzo che manca. Alcune dita del piede sinistro sono tagliate con le superficie d piano (tassellate?). Altre insignificanti scheggiature si osservano nel. panneggio. Lay statua è alta, dal plinto alla testa, m. 1,36; e fino all'angolo del gomito destro, a m. 1,49.
Rappresenta una Niobide, la quale, nell'atto concitato di sfuggire al certo pericolo della vendetta divina, cade ripiegando sul ginocchio sinistro, colpita alle spalle da un dardo mortale. Con naturalissimo gesto di dolore, essa comprime il dorso della mano sinistra sul punto della ferita (indicato precisamente da un foro, in cui doveva essere infissa una freccia di bronzo), verso la quale accosta un lembo del- l'ampia diploide, che, nell'atto della caduta, è scivolata dalle spalle, lasciando nudo quasi tutto il corpo giovanile. Il braccio destro, innalzato e ripiegato ad angolo oltre l'altezza della testa, corre istintivamente, con la mano, a tentar di strappare il dardo, e l'avambraccio serve intanto di appoggio alla testa fortemente reclinata indietro. La faccia, dalla bocca socchiusa, dagli occhi rivolti in su, è atteggiata ad espressione di dolore.
Giulio Emanuele Rizzo.