E a Roma vennero, nel 1893, due giovani signorine inglesi di buona famiglia: Isabel Cargill, figlia del capitano Cargill, fondatore di Dunedin in Nuova Zelanda e Anna Maria Babingtons, discendente di quell’Antony Babington impiccato nel 1586 per aver cospirato contro Elisabetta I. Le due giovani decisero di investire i loro risparmi (100 sterline) aprendo nella capitale una sala da tè e di lettura per la comunità anglosassone. L’impresa all’epoca comportava notevoli rischi soprattutto perché in Italia non era diffusa l’usanza di bere il tè che veniva venduto soltanto in farmacia.
La sala da tè Babingtons riscosse un immediato successo sia perché l’Italia era per gli inglesi la meta del Grand Tour sia perché si inseriva in una Roma che festeggiava il Giubileo e le nozze d’argento dei reali Umberto e Margherita e nella quale affluivano Capi di Stato ed esponenti dell’aristocrazia e del bel mondo internazionale.
Inizialmente Babingtons venne aperta in Via Due Macelli e dopo un anno dalla sua apertura fu spostata in Piazza di Spagna, nel cosiddetto "ghetto inglese” all’interno del prestigioso palazzo settecentesco adiacente alla scalinata di Trinità dei Monti e vicino al Keats & Shelley Memorial House. Quelle che erano le stalle del palazzo, opera anche questa, come la Scalinata, di Francesco de Sanctis, vennero ristrutturate e decorate secondo i gusti del tempo e presto, come pubblicava The Roman Herald, Babingtons English Tea Rooms divenne il punto di incontro dove "le signore e i signori, stanchi dopo la visita o occupati per motivi personali nel centro della città potevano, in un ambiente accogliente e gradevole, ristorarsi con una consolante tazza di tè...
Anno di fondazione: 1893