Data: 1670 / 1880
Codice identificativo monumento: 10016
Inaugurazione del convento della Santissima Incarnazione del Verbo Divino. Le prime monache che vi si installano sono la cognata del papa, la vedova Costanza Magalotti, e le sue due figlie, Camilla Barberini e Clarice Barberini.
Consacrazione della Cappella del convento della Santissima Incarnazione del Verbo Divino.
Regio decreto in cui si approvata la Proposta della sottocommissione governativa per l'esproprio, per ragioni di pubblico servizio dei monasteri (comprese le chiese e gli orti retrostanti) di S. Teresa (articolato in 97 ambienti, per complessivi 8.990 metri quadrati) e dell'Incarnazione (composto di 146 vani e 17.650 metri quadrati complessivi).
Il colonnello Luigi Durand de la Penne, sostituito il Garavaglia nella guida del Genio militare di Roma, viene incaricato di studiare il nuovo prospetto del Palazzo del Ministero della guerra, in modo da raccordare le strutture monastiche già inglobate.
Iniziano i lavori di costruzione del nuovo prospetto del Ministero della Guerra a via Pia. Sono demolite le chiese di Santa Teseresa e della Santissima incarnazione del divin verbo.
Nelle fondamenta del Ministero della Guerra si ritrovarono, fuori di posto, i seguenti oggetti: Rocchio di colonna di breccia d'Egitto. Tazza di marmo liaccellata, integra, col suo balaustro di sostegno. Titolo inciso a lettere quasi corsive: VLPIA • EVTERPE • HIC SITA.
Quindi vi avvennero le scoperte seguenti.
Dentro quella porzione del chiostro delle monache Barberino, che sarà, conservata ed innestata alla nuova fabbrica, è stata rimessa in luce la fronte di un antico ninfeo, ornata di nicchie di varia forma e misura. La maggiore, rettangola, è larga m. 1,10, profonda m. 0,51, alta m. 1,35: le due laterali sono pure rettangole, larghe m. 0,55, profonde m. 0,40. Le due estreme sono curvilinee. Fondo, fianchi, architrave, e mostra di queste nicchie, sono decorati con bellissimi mosaici colorati a grandi tessere, rappresentanti ramoscelli fiioriti, rami di semprevivo, uccelli etc.
Questo grazioso avanzo appartiene alla casa di Valerio Vegeto. Dalla parte della chiesa di S. Caio, e della via Firenze, alla profondità di m. 6,90, sotto il piano delle cantine, sono stati trovati due vasi scanalati di marmo, di m. 0,65 di diametro, sostenuti da pieduccio parimenti scanalato. L'altezza totale della tazza e del sostegno è di m. 1,35.
Finalmente, verso il mezzo della fabbrica, si sta scoprendo un voltone a tutto sesto, con l'intradosso incrostato di tartari alla maniera dei ninfei. Sull'estradosso, già rivestito di mosaici ora perduti, giaceva un rocchio di colonna di breccia d'Egitto.
Rodolfo Lanciani.
Lo storico Alessandro Cremona Urbani identifica la prima foto che riproduce il Convento scomparso della Santissima incarnazione del Divin Verbo a via XX Settembre.
Era la chiesa delle Barberine della SS. Incarnazione del Verbo.