Data: 1830
Codice identificativo monumento: 1020
La principessa russa Zinaida Aleksandrovna Belosel'skaja, morto lo zar Alessandro I, si stabilisce definitivamente a Roma, dove si dedica alla proprietà regalatale dal padre. Incarica l'architetto Giovanni Azzurri di costruire una piccola villa che comprende tre arcate dell'acquedotto. Giunse ad un accordo col governo papalino per poter restaurare i ruderi dell'acquedotto, riuscendo così a trasformare i terreni, ai suoi due lati, in un giardino romantico.
La famiglia Campanari (eredi Wolkonsky) vendono la propria villa al governo tedesco per farne la residenza dell'ambasciatore a Roma.
Kappler convoca presso il proprio ufficio a Villa Wolkonsky il rabbino capo della Comunità israelitica di Roma, Foà, e il suo presidente Almansi, intimando loro la consegna, entro trentasei ore, di almeno 50 chilogrammi d'oro, minacciando altrimenti la deportazione di duecento ebrei romani verso la Germania.
Mafalda di Savoia (figlia di Vittorio Emanuele III e moglie di Filippo di Assia) viene convocata con un pretesto (una falsa telefonata del marito) nella sede dell'ambasciata tedesca a Villa Wolkonsky, dove viene arrestata.
Il governo italiano, tenuto conto del suo uso per scopi non-diplomatici, sequestra la Villa Wolkonsky alla Germania.
Il governo Inglese compra formalmente la proprietà di Villa Wolkonsky.