Data: 590 / 1907
Codice identificativo monumento: 10218
Durante i lavori di ampliamento del Palazzo Madama, la chiesa di San Salvatore in Thermis viene inglobata all'interno di quest'ultima restando tuttavia indipendente e aperta al culto.
Eseguendosi i lavori per l'isolamento del palazzo del Senato, nel demolire l'angolo nord-est del grande casamento di proprietà degli Stabilimenti Francesi, in via della Dogana Vecchia n. 18, è stato messo allo scoperto un muro forse di età post-dioclezianea, che fiancheggia uno dei lati minori del casamento suddetto.
Costruito a pezzi di tegoloni, col paramano per lo più in mattoni di piccola misura, è stato, in un'età imprecisabile, attaccato e poi rinzaffato a tufi ed a mattoni moderni per farlo servire da appoggio alle scale dei locali ora in demolizione.
Presenta una fronte di m. 5,60 ed un'altezza di quasi m. 11 e si svolge da nord a sud, nella parte finora scoperta, cioè per m. 1,50, parallelo all'estremo limite delle « Thermae Alexandrianae »; mentre la fronte da est ad ovest cade normale sugli avanzi delle terme suddette, che formano la chiesa di san Salvatore in Thermis e che cingevano forse la « Cella maior » dell'abbazia Farfense.
Il muro mostra due attacchi, uno da sud a nord, dello spessore di m. 0,60; è l'altro, costruito a sacco, dirigentesi da est ad ovest, largo m. 1,10; rimanendo libera la fronte della costruzione che guarda il palazzo del Senato, fronte che poteva forse essere congiunta alle prossime terme con volte probabilmente crollate e che avrebbero, in tal caso, poggiato sul tratto del rudere che fu mozzato nei recenti adattamenti edilizi della proprietà degli Stabilimenti Francesi.
Tra il materiale di scarico ho potuto notare tre bolli. figulini impressi su tre frammenti di tegoloni, e già noti per altri esemplari editi nel C.I.L. XV, 755, 1569 a, 1654 d.
A. Valle.
Temendo la presenza di un luogo pubblico come San Salvatore in Thermis all'interno del palazzo Madama, la chiesa viene espropriata e smantellata, soppalcandola e ricavandone ambienti di servizio. Diversi elementi sono portati nella vicina chiesa di San Luigi dei Francesi, mentre le sculture sono collocate nel cortile del palazzo annesso.