Data: 1911
Codice identificativo monumento: 10372
Il Ministro della Pubblica Istruzione Ferdinando Martini (nonchè vice presidente del Comitato per l'Esposizione Internazionale del 1911), propone all'etnografo Lamberto Loria di trasformare la sue collezioni, in una delle Mostre tematiche dell'Expo, garantendogli che alla chiusura della fiera, sarebbe diventata il Museo Nazionale di Etnografia Italiana. Martini inizia a coordinare una serie di ricerche finalizzate all'acquisizione di nuovi materiali provenienti dalle varie regioni, alle quali prendono parte esponenti del mondo accademico, insegnanti, medici, studiosi locali, sacerdoti e collaboratori, sparsi nelle diverse province d'Italia.
Il Comitato Organizzatore dei festeggiamenti per il Cinquantenario dell'Unità d'Italia e dell'Esposizione Universale del 1911, bandisce un concorso di architettura per realizzare una mostra sula "Casa Moderna", con opere permanenti presso il Lungotevere delle Armi, accanto ai padiglioni della Mostra Etnografica a Piazza d'Armi. Le opere vincitrici non saranno però destinate ad una durata provvisoria, ma costruite in muratura. Le due sezioni tematiche sono i Villini e le case d'affitto.
Nell'ambito dei festeggiamenti per i cinquant'anni dell'Unità d'Italia, il Re partecipa alla prima inaugurazione delle Mostre programmate per l'Esposizione Universale a Roma. La cerimonia si svolge a Villa Cartoni, sede della Mostra internazionali di Belle Arti. Gli altri eventi sono la Mostra Archeologica, alla Certosa e Terme di Dioclezioano; Mostra Etnografica regionale, a Piazza d'armi; Mostra delle Retrospettive, a Castel Sant’Angelo; Mostra del Risorgimento e delle raccolte Garibaldine al Vittoriano; Mostra dell'Agro Romano, presso Ponte Flaminio.
Per il Natale di Roma, alla presenza dei Sovrani, si svolge l'inaugurazione ufficiale del Foro delle Regioni în Piazza d'Armi: "Anche questa inaugurazione è stata, per necessità di cose, più di torma che di sostanza; cinque minuti prima che arrivasse il Re e la Regina accompagnati dal principe di Connaught e dalia Corte, si lavorava ancora attivamente a mettete in ordine il salone d'ingresso, il solo ambiente portato abbastanza a compimento."
Alla presenza del re Vittorio Emanuele III, vengono inaugurati nuovi padiglioni della Esposizione Etnografica a Piazza d'Armi: "Il giorno 14 luglio con l'intervento del Re sono stati inaugurati a Roma, in Piazza d'Armi, i padiglioni della Toscana, della Campania, Basilicata e Calabria, delle Puglie, della Liguria e la sala rossa del padiglione Emiliano-Romagnolo.
Il Re col seguito giunse alle 17.30 precise al padiglione Toscano che fu inaugurato per il primo. Ivi attendevalo ministri, autorità varie e rappresentanze. Al centro della sala erano collocate tre poltrone in una delle quali prese posto il Re. Dietro erano i gonfaloni delle città di Firenze, Siena, Pisa, Lucca, Arezzo, Grosseto e le bandiere delle società toscane residenti a Roma. L'on. Niccolini presidente del Co-mitato toscano pronunziò poche parole di saluto al Re, alla Capitale cui le città di Toscana hanno vo-luto rendere omaggio nella ricorrenza cinquantenaria.
Dopo questo discorso felicemente breve, il Re visitò il padiglione, un edificio di puro stile quat-trocento, nel quale I' architetto Giusti e il pittore Galileo Chini hanno fuso insieme, in delicatissime armonie di linee e di decorazione, tutti gli stili più tipici dell'arte Toscana, dalla semplicità aurea del Brunellesco agli agili fregi variopinti dei della Robbia, dall'architettura caratteristica di Siena dei palazzi Bonsignori e del Capitano, allo stile lucchese del palazzo Controni. Logge e balconi si intrecciano snellamente sul cielo. La grande sala comunale di Firenze è opera d'arte di ricostruzione veramente preziosa. Il soffitto è a leggiadri cassettoni e rosoni di oro: su di una parete un affresco del Chini raffigtira l'omaggio delle città sorelle alla grande Madre e tutta la sala, nelle decorazioni e nelle altre dipinture del Chini, rievoca l'arte più pura fiorentina.
Dal padiglione Toscano il re passò a piedi a quello della Campania, ossia di Napoli, quivi atteso dal Sindaco, marchese del Carretto, il quale nel suo discorso disse così del padiglione che inauguravasi: Questo Padiglidne ha lo stile caratteristico settecentesco della Regine Meridionale, stile che a Napoli, centro e cuore del Mezzogiorno d'Italia, assunse forma complessa e compiuta, rispondendo all'organismo collettivo del popolo, nelle sue varie manitestazioni di quel secolo nel quale letteratura, musica, architettura, pittura, improntaronsi tutte ad una nota di gaia eleganza o di leggiadria sontuosa.
Le tre sale laterali sono dedicate alle tre Regioni Campania, Lucania, Calabria e la grande Sala Centrale tutte e tre le congiunge, dedicata come è alla sintesi del pensiero e dell'arte meridionale, tra il Rinascimento ed il Secolo decimo ottavo, ripro-ducendo le figure di Torquato Tasso e Giovan Battista Marini, di Porpora e Alessandro Scarlatti, di Fanzaga e Vanvitelli, di Mattia Preti e Solimene, di Mediano e Sanmartino, di Giovan Battista della Porta e Giovan Battista Vico, circondate dalle figurazioni simboliche delle varie arti e della scienza. Una commissione, artistica presieduta da Giovanni Tesorone, che di sì caldo amore ama l'arte, ideò l'opera che inauguriamo, l'architetto Curai fu pari a sè stesso nel tradurre con l'une sua il geniale concetto. Gli architetti Guerra e Stampa progettarono la parte costruttiva ed il Guerra ne diresse la esecuzione. A Francesco Jerace si deve la parte plastica figurativa ornamentale, a Vetri e Volpe e De Sanetis la parte figurativa della decorazione pittorica coadiuvati da una schiera eletta di giovani artisti.
Dopo una rapida visita al padiglione della Campania il Re passò al vicino padiglione pugliese dove il comm. Mallardi presidente del Comitato, disse poche parole. Il Padiglione pugliese fu incominciato a costruire soltanto nei giorni in cui in Piazza d'Armi già si inauguravano i primi Padiglioni. Rappresenta la sintesi dei migliori monumenti pugliesi ed è tutta una armonica composizione dei motivi architettonici dei capi lavori che riflettono con fedeltà, nella storia dell'arte, la storia civile di Puglia dal dominio greco al normanno, da questo al glorioso regno degli Svevi, che delle Puglie fecero la regione più ricca, più potente, più colta d'Italia.
Nulla che ricordi la decadenza avvenuta nella prima metà della dominazione Angioina per la infìl-trazione degli elementi francesi. Dell'arte della rina-scenza, su motivi veneti e medievali della regione si ha un ricordo nel Padiglione con la riproduzione dell'interno della volta del castello di Conversano.
L'Edificio copre un'area di circa 503 metri quadrati, l'altezza della torre raggiunge i i8 metri, mentre quella del padiglione non supera i 13. 11 prospetto si presenta con portico a colonne e capi-telli del Castello di Bari; al piano superiore il magnifico esaforato della storica cattedrale di Bitonto, sormontato da un ricchissimo fregio della Cattedrale di Bari, all'ala destra dell'osservatore la bella torre di Gioia del Colle. Il lato Nord rappresenta la facciata bellissima di casa Balsamo di Brindisi, il lato ovest gli archi incrociati delle cattedrali di Molfetta e di Giovinazzo; al primo piano una finestra della Cattedrale di Conversano, distrutta dall'incendio del to luglio.
Progettista ingegnoso del Padiglione è stato l'achitetto Angelo Patitale, ispettore dei monumenti alla sopraintendenza di Bari, coadiuvato per la parte statica dall'ing. Ettore Patruno.
Terminata la inaugurazione del padiglione pugliese, il Re, sempre a piedi, si recò al padiglione ligure. Quivi, fra autorità, deputati rappresentanze, prese per tutti la parola il comm. Zunino inaugurando il superbo edificio riproducente le magnificenze di Genova. Di questo padiglione ha ben detto il suo autore, l'architetto Borzani così: « Noi abbiamo elevato un edificio che serve ad una idea di bellezza! Non è una casa per abitarla, non è una fortezza per espugnarla, non è un tempio per pregarvi l'idolo; essa serve solo ad un'idea di bellezza e tale sia l'idolo dei nostri cuori.
Nel Padiglione Ligure era esposta al pubblico l'opera il Banco di San Giorgio compilata ed edita sotto gli auspici del Consorzio Autonomo. Il volume, riccamente illustrato, figurava nella sala di San Giorgio, che è una fedele riproduzione della Sala del Capitano del Popolo.
Il libro è diviso in due parti: nella prima l'avv. Marengo espone sulla scorta di documenti in gran parte inediti il con-gegno finanziario delle Compere di San Giorgio; nella seconda il prof. Pessagno illustra i particolari artistici del Palazzo, ed il prof. Manfrone dice della Marina e delle Colonie di San Giorgio.
Ultima inaugurazione del giorno 14 fu quella della Sala d'Oro nel Castello di Torrechiara, tutto un canto d'oro e di colore, un sogno di arte delicata e spontanea, degna dei meravigliosi pittori quattrocenteschi, compiuta ed inaugurata nel bellissimo padiglione dell'Emilia. La vera sala antica la fece costruire il condottiero Pier Maria Rossi, in omaggio alla donna amata, Bianchina Pellegrini Arluno. L'architetto marchese Cusani ebbe l'incarico di riprodurre alla Esposizione di Roma tutto codestopoema di luce e di colore."
Arrivo a Roma della Sea Bird e dela flottiglia della Crociera motonautica Venezia-Roma, organizzata dal touring Club Italiano: "le feste italiane del 1911, hanno attirato dall'America del Nord il piccolo motoscafo Sea Bird di sir Thomas Flaming Day, avventuratosi ad un magnifico viaggio trans-oceanico in compagnia di due gentlemen suoi amici, Teodoro Goodring, e Federico Turber. E il 25 giugno risalendo il Tevere, il Sea Bird è arrivato, fra grandi accoglienze, a Roma, raggiungendovi i motoscafi della crociera motonautica Venezia-Roma. La flotta delle piccole navi che venivano dalla città di San Marco, fu accolta a Roma dall' entusiasmo di centomila persone. Il Mimosa, l' Eolo, il Marietta, il Pim V, il Paz Deutz, il Rochette, il Graziella sono arrivati la sera del 24 al Ponte dell'Esposizione accolti con gli onori trionfali; e nel salone d'onore all'Esposizione dopo i discorsi di felicitazione e di augurio, venne fatta al sindaco di Roma la consegna dei messaggi delle città italiane tocpate, prima dalla flottiglia remiera, poi dalla leggera flottiglia dei motoscafi. Il conte Tacchi dell'Eolo consegnò al sindaco i messaggi di Torino, Pavia, Casale, Monferrato, Pieve del Cairo e Venezia; il signor Baglietto, costruttore e comandante del Mimosa, presentò i messaggeri di Ancona e Cotrone; il signor Massoni, del Marietta, i messaggi di Bari, Brindisi, Taranto e Messina. I1 sindaco Nathan porse vivi rallegramenti ai navigatori della crociera, ai crociati delle galee della terza Italia, come egli li ha chiamati, per l'insegnamento dato verso la rigenerazione del nostro Paese."
La Mostra Etnografica e la Mostra Regionale, sono svolte nella zona ancora non urbanizzata di Piazza d'Armi. Altre iniziative collaterali sono organizzate sulla riva destra del Tevere.
Asse portante dell'intera esposizione è il viaggio attraverso l'Italia attraverso quattordici padiglioni regionali, edifici che riproducono gli elementi dei modelli classici di maggiore bellezza della regione, circondati da una quarantina di "gruppi etnografici", veri e propri quadri viventi, dove ad esempio Napoli era stata ricostruita attraverso uno spaccato del vecchio quartiere di Santa Lucia e la Sardegna attraverso i nuraghi e le case del Campidano.
La Mostra Etnografica, è ospitata in due palazzi, il Palazzo delle Scuole e il Palazzo delle Maschere e del Costume.
1911
Aldo Molinari
Bandiere sull'ingresso trionfale dell'Esposizione Etnografica
L'Illustrazione Italiana 1911
1911
anonimo
Grande Fregio di Edoardo Gioja al Padiglione delle Feste
L'Illustrazione Italiana 1911
1911
anonimo
Grande Fregio di Edoardo Gioja al Padiglione delle Feste
L'Illustrazione Italiana 1911
1911
anonimo
Grande Fregio di Edoardo Gioja al Padiglione delle Feste
L'Illustrazione Italiana 1911
1910
anonimo
Lavori per la grande Esposizione di Roma
L'Illustrazione Italiana 1910