Data: 1822 / 1891
Codice identificativo monumento: 10548
29/5/1824: Papa Leone XII, con un chirografo decreta la costruzione di un pubblico Mattattoio per un miglioramento e maggiore controllo delle condizioni igieniche del bestiame e della carne di Roma. Il progetto viene affidato all'architetto Giovanni Battista Martinetti, ispettore delle acque e strade, e membro del Consiglio d’Arte. Viene scelta l'area a Nord della legnaia fuori Porta del Popolo.
1868: L'amministrazione comunale decide di trasferire nel pubblico Mattatoio fuori Porta del Popolo tutte le lavorazioni delle carni destinate al mercato alimentare. Gioacchino Ersoch viene incaricato dalla Magistratura di studiare un progetto di ampliamento e di sistemazione del Mattatoio, in cui si potessero collocare i seguenti servizi: macello per il bestiame degli israeliti; macello dei capretti; pelanda o macello dei suini; tripperia; stalle di sosta del bestiame domito e rimessini per l’indomito; distruzione delle carni infette; locale dei bagni calorico-animali; aumento e regolare distribuzione dell'acqua. Le costruzioni dell'ampliamento occupano anche l'area della legnara pubblica sul Tevere.
21/7/1888: Seduta del Consiglio comunale che approva il progetto di Ersoch per il nuovo mattatoio di Testaccio.
1/12/1891: Inizia l'attività del Mattatoio di Testaccio.
L'estensione totale dell'area era pari a 13241,80 mq, di cui 3650 mq coperti da fabbricati. L'impianto del Mattatoio e del Mercato del bestiame era composto dagli Uffici di verifica e controllo delle operazioni daziarie e da due macelli di cui uno nuovo e uno costruito adattando un vecchio fienile.
L'ingresso principale allo Stabilimento avveniva nel lato sud, verso il Tevere, con un piccolo Ufficio di controllo sanitario. Nell'area scoperta, a ridosso delle mura di cinta erano collocati i rimessini di sosta del bestiame indomito, realizzati con colonne e barriere di legname, mangiatoie e abbeveratoi in muratura.
Altri locali erano adibiti ad uso di stalle per la sosta del bestiame domito. Nel lato sud, verso il Tevere, era previsto l’ingresso principale allo Stabilimento, con un piccolo Ufficio di controllo sanitario. Nell'area scoperta, a ridosso delle mura di cinta erano collocati i rimessini di sosta del bestiame indomito, realizzati con colonne e barriere di legname, mangiatoie e abbeveratoi in muratura.