Data: 1603
Codice identificativo monumento: 10944
Nei lavori del Tevere, di rincontro al vicolo del Polverone, presso il palazzo Farnese, demolendosi un vecchio muro, dove erano stati messi in opera come semplici materiali di fabbrica, sono stati recuperati quattordici pezzi della famosa pianta marmorea capitolina.
Non è necessario di ricordare come questi avanzi preziosissimi della topografia urbana dissotterrati nel Foro Romano nel secolo XVI fossero rimasti nel palazzo Farnese fino al 1742, quando sotto il pontificato di Benedetto XIV passarono in Campidoglio (Jordan Forma urbis Romae p. 4). Nè anche è questo il luogo per trattare la lunga questione intorno ai pezzi di detta pianta che andarono smarriti, questione che potrà in molte parti essere sciolta con lo studio di quelli ora recuperati, e che senza dubbio, tolti dal numero degli altri che si conservarono nel palazzo Farnese fino al 1742, vennero adoperati per l'uso ignobile nel muro del giardino sulla sponda sinistra del Tevere.
Tutto fa sperare che nella prosecuzione delle indagini altri pezzi se ne scoprano, e di essi sarà detto nelle future comunicazioni alla R. Accademia. Mi giova intanto far conoscere che il Ministero della Pubblica Istruzione ha disposto che i pezzi recuperati siano destinati alle raccolte antiquarie del Campidoglio, per essere esposti unitamente agli altri della famosa pianta capitolina.
Furono recuperati molti altri pezzi della pianta marmorea capitolina, nella prosecuzione delle ricerche sulle sponde del Tevere, presso via Giulia, nel luogo cioè ove si scoprirono gli altri, dei quali si disse nelle Notizie dello scorso mese (p. 391).
Giuseppe Gatti
Furono recuperati altri frammenti della pianta marmorea di Roma, nel luogo medesimo, presso i giardini del palazzo Farnese in via Giulia, ove demolendosi vecchi muri pei lavori del Tevere si scoprirono gli altri, dei quali sì disse precedentemente. Con questi ultimi i pezzi nuovamente salvati sono centottantotto, ed essi furono dal Ministero destinati al Museo Capitolino, per essere riuniti a quelli che vi si conservano.
Giuseppe Gatti.
Nella scarpata del tempio di Antonino e Faustina nel Foro Romano, gli operai addetti alla nettezza rinvennero un pezzo di lastra marmorea appartenente alla famosa pianta capitolina. È di forma triangolare, coi lati di m. 0,37, e la base di m. 0,27. Nondimeno il solo lato a dr. è di taglio antico, e vi si vede un foro per la grappa di ferro; gli altri due lati sono per rottura del marmo. Nell'angolo sinistro e nella parte posteriore è un incavo rettangolare, coi lati paralleli al taglio primitivo della pietra. Nella parte grafica il frammento mostra fabernae, prospicienti su di un bivio, e tre costruzioni circolari, delle quali la centrale è di diametro circa doppio delle laterali.
Giuseppe Gatti.
Per i lavori del Tevere dietro il palazzo Farnese, nel luogo medesimo ove due anni or sono furono ritrovati quasi 200 piccoli frammenti della pianta marmorea capitolina, ch'erano stati adoperati come materiale di costruzione (cf. Notizie 1888, p. 391, 437, 569), ne è stato recuperato un altro, largo m. 0,40 ed alto m. 0,33. Oltre alcune linee icnografiche, conserva la finale di una parola ....VM, incisa in lettere alte m. 0,067.
Giuseppe Gatti
Per sistemare quel tratto del Lungotevere dei Tibaldi che è prossimo alla via del Mascherone, sono stati demoliti alcuni muri moderni, che formavano una specie di ninfeo nel giardino Farnese, posto fra la via Giulia e la sponda del Tevere.
Una piccola parte di quelle costruzioni fu abbattuta nel 1888; e vi si trovarono adoperati fra i materiali di fabbrica 185 di quei piccoli frammenti della celeberrima pianta marmorea capitolina (cfr. Mozizie 1888, p. 391, 437), che il Panvinio attesta essere stati ritrovati in numero quasi infinito( infinita pene marmorea frustula) quando il Dosio fece scavi nell'orto annesso alla chiesa dei ss. Cosma e Damiano.
Ora essendo stata compiuta la demolizione di quei muri, altri 451 minuti pezzi dell'insigne monumento sono stati recuperati; e tra questi se ne trovano parecchi, i quali, già copiati nel secolo XVI (cod. Vat. 3439) e pubblicati dal Bellori e da altri, furono a fac-simile riprodotti ed insieme con le altre tavole originali inseriti nelle pareti della scala del Museo Capitolino.
Provengono dagli sterri medesimi: un frammento di spalla appartenente ad una statua marmorea clamidata; un pezzo di braccio pure di statua marmorea, ed un frammento d'iscrizione sepolcrale cristiana: herCVLINs ... EN ... NTEO CON... Nell'ultimo verso pare certo che debba supplirsi la data consolare dell’ anno 372: [Modesto et Aryn]teo con(ss.).
Giuseppe Gatti.