Codice identificativo monumento: 115
Firmata la convenzione tra l'Istituto romano beni Stabili ed il Governatore di Roma per la riqualificazione della zona dei Cesarini (attuale Largo Argentina). Avvio dei lavori di demolizione che si svolsero in tre tempi: · demolizione dei palazzi Acquari e Rossi che si affacciavano su via di Torre Argentina; demolizione di parte del palazzo Chiassi-Cesarini fino al limite della retrostante chiesa di S. Nicola ai Cesarini; demolizione del fronte prospettante su Corso Vittorio; demolizione dei fronti prospettanti sulle vie Florida e S. Nicola ai Cesarini.
A seguito di una supplica inviata dall'archeologo Giuseppe Marchetti Longhi, Mussolini dichiara la non edificabilità nell'area di Largo Argentina, riconoscendo l'importanza storica dei ritrovamenti in corso.
Il Duce Mussolini innaugura l'area archeologica di Largo Argentina.
Approvato il nuovo piano regolatore. La commissione che ha redatto il piano è composta da Gustavo Giovannoni, Marcello Piacentini e Antonio Muñoz. Si programma l'urbanizzazione dell'Aventino. Viene definita l'apertura di un collegamento diretto tra i rioni Prati e Trastevere, con un percorso che, partendo da ponte Umberto I, prevedeva lo sventramento della zona ad ovest di piazza Navona, Campo de' Fiori, via Giulia, per arrestarsi dinanzi a ponte Sisto (sarà realizzato solo il tratto Corso del Rinascimento). L'ampliamento di Via Cremona si evolve in un totale sventramento del quartiere Alessandrino. Previsto l’allargamento di via delle Botteghe Oscure, con il taglio dei fabbricati che si affacciavano sul lato sinistro della strada. Il limite dell'ampliamento urbano è definito da una grande circonvallazione, che nella parte orientale coincide con il tracciato dell’attuale Viale Togliatti. Verso Est, tra la Salaria e l’Appia, l'edificazione è prevista a intensivi o palazzine. Ad Ovest, tra la Flaminia e la Portuense, soprattutto a villini. A sud, nelle due anse del Tevere tra Testaccio e la Magliana, sono concentrate le aree destinate all'industria. Scompaiono i due grandi sistemi verdi di Tor di Quinto-Villa Ada e di Villa Pamphili-Aurelio previsti da Sanjust, ma si propongono parchi sparsi, il parco archeologico dei Fori, Villa Ada, Villa Doria Pamphili e Villa dei Gordiani.
Viene attuato l’isolamento della torre del Papito a largo Argentina.