Codice identificativo monumento: 12518
Nei disterri pel nuovo Ministero della guerra, si incominciarono a scoprire avanzi di fabbricati vastissimi del secolo III dell'impero. È molto difficile rilevarne la pianta, stante che i muri si abbattono man mano che vengono ad apparire nella fronte di scavo. Sembra che non si tratti di case o di palazzi privati, ma piuttosto di una fabbrica disposta alla maniera di castra o di horrea. I dipinti murali che ho visti sino ad ora, appartengono alla più rozza maniera del secolo IV.
Gli oggetti più notevoli raccolti in questi scavi, sono due colli di anfora con iscrizione. La prima iscrizione è dipinta a color nero, da mano abilissima ed in modo perfetto.
Rodolfo Lanciani.
Negli scavi di fondazione pel nuovo palazzo del Ministero della Guerra, e precisamente verso il mezzo della facciata che è rivolta al sud, alla profondità di m. 4,00 sotto il piano delle cantine, di m. 8,00 sotto il piano dell' antico orto delle monache Barberino, è stata fatta un'importante scoperta, nell'area ove fu la casa di Vulcacio Rufino.
La scoperta consiste in un piedistallo di statua, scolpito in marmo, alto m. 1,40, largo met. 0,86, profondo met. 0,77 con l'urceo nel lato sinistro. Il lato destro, il quale oltre alla patera deve contenere la data della dedicazione, non è ancora visibile. L'iscrizione della fronte è a lettere ignobili ; l'A presenta quasi sempre la forma A, e le lettore E, F, L, T sono talvolta espresse con semplici asticciuole. Essendo ora impossibile fare sull'originale nuovi e maggiori studi, finché il piedistallo non sia estratto dal cavo, mi limito a dare l'iscrizione nel modo con cui mi fu possibile di trascriverla, appena avvenne la scoperta.
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Il piedistallo rimane al posto, sopra un pavimento marmoreo bellissimo, e appoggiato ad una parete incrostata pure di marmi. Vulcacio Rufino, era fratello di Galla, zio di Giuliano aug. e di Gallo cesare, parente di Vulcacio Gallicano, scrittore dei tempi di Costantino. La sua casa urbana confina a n. con quella dei Valerli, ad e. con quella dei Nummii, a s. probabilmente col Vicus Longus, ad o. con le Horrea Severiana.