Codice identificativo monumento: 12524
Un incendio devasta il Campo Marzio. Danni al Portico di Ottavia, al Teatro di Pompeo ed alle Terme di Agrippa. Il Pantheon, il Tempio di Minerva Calcidica, il Diribitorium e la Basilica di Nettuno sono distrutti. A causa dei detriti, nell'area sacra viene realizzata una nuova pavimentazione in travertino, che accorcia le scalinate d'ingresso ai templi.
Nello scavo assai profondo, ma per mala sorte assai angusto, che si eseguisce per la fognatura del nuovo tronco di via Nazionale, fra le chiese del Gesù e di S. Andrea della Valle, si incominciano a scoprire avanzi dei grandi edifizì pubblici del campo Marzio, di quelli cioè che confinavano col Circo Flaminio e coi Portici Pompeiani.
Queste incerte vestigie, scoperte piuttosto per eccitare che non per soddisfare la curiosità degli studiosi, si presentano costruite a bugna di tufi o di peperini , con cornicioni di travertino, e sono esattamente orientate con l'asse di via Cesarini, o meglio con l'asse degli edifici Pompeiani.
A meno che non si ritrovi qualche brano di iscrizione monumentale, non stimo possibile giudicare della loro pertinenza. Nel sito già occupato dal palazzo Marini, si è trovato un muro costruito con i frantumi di una o più statue colossali. Vi è una testa di squisita fattura, di giovinetto imberbe con capelli corti e ricciuti.
A partire dalla piazza del Gesù fino all'angolo di via de' Ginnasi, si è scoperto (sotto la linea di prospetto delle case abbattute, Colonna, Marini, Ferretti etc.) un muraglione rettilineo, costruito con massi enormi di peperino, la grossezza del quale non è ancora determinata.
A piedi del muraglione v' è un pavimento di travertino, formato con lastre, grosse in media mezzo metro, lunghe m. 1,80, larghe m. 1,00, e solcato da canali di scolo per le acque piovane. Sembra il pavimento di un portico: ma ni'l sito, nel quale avremmo dovuto ritrovare le basi delle colonne, si è trovato invece un muro di tarda costruzione, grosso m. 0,80. La larghezza del portico, o più esattamente del pavimento di travertini, è di 3 metri.
Proseguendo verso ponente, all'altezza dei palazzi Chiassi e Strozzi, si è scoperto un gruppo assai complicato di antichi manufatti, nel quale mi sembra potersi ravvisare l'angolo di un tempio, col peristilio di colonne di travertino, coperte di stucco.
Il diametro delle colonne è di m. 0,79: le basi hanno doppio toro. La fabbrica è circondata da un marciapiede di travertino, largo 3 metri, con profondi canali di scolo, i quali mettono ad una bocca di cloaca.
Sono state ritrovate nello scavo due statuette acefale, a metà del vero. La prima rappresenta Marsia legato all'albero: la seconda una divinità velata.
Dinanzi al portone del palazzo Viscardi, è stato raccolto un grosso tubo di piombo con la seguente iscrizione del secolo IV.
Rodolfo Lanciani.
Consisteva in una grande aula a pianta rettangolare allungata, pavimentata in lastre di travertino, articolata internamente con nicchie e colonne. Il grande tetto ad un'unica falda era considerato una meraviglia dell'edilizia romana e, fino al secondo secolo d.C., fu la più grande copertura dell'impero Romano.