Codice identificativo monumento: 12563
La tenuta del sig. principe del Drago, denominata Benzone, è posta tra la via comunale di Lunghezza e la via Prenestina, a undici chilometri dalla porta Maggiore. Avendola percorsa in ogni senso, non ho ritrovato avanzi di antichi fabbricati, emergenti dal suolo: in più luoghi tuttavia, l'abbondanza di frammenti laterizî e marmorei, dispersi sulla superficie del suolo, rivela l'esistenza di fabbricati sepolti.
Seguendo cotesti indizî, il principe del Drago ha fatto aprire uno scavo nel punto più alto del suo tenimento, donde si ha una bellissima vista sulla vallata inferiore dell'Aniene.
I ruderi scoperti appartengono al fabbricato nobile di un antico latifondo, e son costruiti in laterizio misto al reticolato, con restauri di epoca assai tarda. La profondità media dei pavimenti è di un metro e venti centimetri, sotto il piano della campagna.
La sala principale, larga 10 m. lunga 22 m., ha forma di basilica con abside di m. 5 di diametro, e due file di colonne, che la dividono in tre navi. Le colonne più non esistono: sono stati ritrovati soltanto, un capitello, di buona maniera composita, e due basi ancora in opera, fra le quali corre una soglia di marmo bianco. Le basi presentano la singolarità, di essere state segate e scolpite da un masso di marmo, contenente una grande iscrizione sepolcrale di liberti della gente Coponia: per la qual cosa si può credere, che tale appunto debba essere il nome degli antichi proprietarî del latifondo.
Le basi erano collocate così, che i brani d’iscrizione rispettivi riuscissero dalla banda del piano di posamento, e non offendessero la vista. I due brani non si ricompongono: ma non v'ha dubbio sulla loro comune origine, pari essendo e la forma e la misura delle lettere, e la grana e la qualita del marmo.
Il pavimento della basilica è di mosaico grossolano, a chiaro scuro. Contiene nel mezzo una vasca o fontana quadrata, il cui sopravanzo cadeva dentro un ampio emissario, scavato nel tufa. Negli scavi sono stati ritrovati tre pezzi di canale da tetto, terminati da antefisse elegantissime; un busto di raro alabastro cotognino, mancante della testa; ed un pezzo di dolio, sul quale sono intagliate le sigle: A < XXV
Dietro l'abside della basilica, e come essa, orientate da oriente a occidente, stanno tre sale rettangole, ed una rotonda con vasca da bagno, contornata dai consueti gradini. I pavimenti sono commessi con quadri a rombi, di marmi venati.
Nell'attigua tenuta di Salona, scavandosi dal proprietario sig. Vulpiani per costruire un muro a secco, a metri 60 circa dal margine della Prenestina, ed a m. 200 circa a monte del chilometro XI, è stato scoperto un antico pressoio, 0 torchio, forse per vino, forse per olio, composto di due enormi macigni (m. 2,10 x 2,20) con doppio circolo concentrico, e canaletto di scolo, e di due truogoli o purgatoî, aventi la forma di sarcofagi, lunghi m. 2,00, larghi m. 0,35. L'apparecchio era stato manomesso ab antico: i due macigni erano stati capovolti, e su di essi disteso un pavimento di mattoncini a spiga.
Rodolfo Lanciani.