Codice identificativo monumento: 12586
Nella villa Adele, appartenente al duca di Bomarzo, posta sulla riviera di levante tra le ville già Albani e Costaguti, sono state aperte due « cave di prestito » per colmare il fossato che corre parallelamente all'argine della ferrovia. La prima esca\ vazione ha avuto luogo verso la estremità orientale del terreno, quasi di contro alla villa Sinimberghi. Vi sono stati ritrovati avanzi di un'appartamento balneare, con pavimenti doppî, l’inferiore di signino, il superiore di mosaico a chiaroscuro; canali e cuniculi per la distribuzione e per lo scolo delle acque; canali per la distribuzione del vapor caldo; frammenti di intonaco dipinto a fondo nero e morellone, e frammenti di stoviglie aretine. Quest’ ala di fabbricato è costruita sopra un banco di sabbione, il quale contiene frantumi di vasellame domestico campano, a vernice nera iridescente. Uno di questi frantumi porta graffite due lettere di tipo angolare: la prima è una V la seconda può essere una L o una E
La seconda cava di prestito è stata aperta presso il lato orientale del Casino, quasi dirimpetto all'albergo delle Sirene. Vi è tornata in luce una sala, lunga m. 6,00 larga m. 4,25, destinata per uso di calidario, o di sudatorio. L'ipocausto ha il piano inferiore composto di uno strato di massiccio, grosso m. 0,20: il piano superiore composto di mattoni lunghi e larghi m. 0,595, grossi m. 0,10, sostenuto da pilastrini di m. 0,25 in quadro, alti m. 0,55. Sul piano di mattoni si stende uno strato di signino, grosso m. 0,36. Le pareti sono foderate con tubi caloriferi rettangoli, lunghi m. 0,40.
Nello scavo medesimo sono stati ritrovati tre tubi plumbei. Il primo, di modulo senario, porta incisa la leggenda, nuova nella epigrafia aquaria:
T VINICIVS MAMILIANVS FEC
Nel secondo, parimenti senario, è scritto:
...AVP VNCLEIVS CHRESIMVS...
Il Nibby, nel volume I dell'Analisi p. 196, parlando di questa villa allora di casa Doria Pamphili racconta: nell'anno 1826 furono fatti alcuni scavi, che dimo strarono la esistenza di bagni fra il Casino e la strada… Un condotto di piombo col nome di AVRVNCLEIO dovrebbe fare indovinare il nome della famiglia, alla quale questi bagni appartennero nel secolo II o III dell'era volgare ». La scoperta recente dimostra assolutamente erronea la trascrizione del tubo, nel modo espresso dal Nibby; e perciò cade ogni supposizione circa la pertinenza del fondo alla gente Aurunculeia.
Il terzo tubo, di modulo duodenario, reca due leggende. La prima, a caratteri di forma regolare, dice:
QATHENAVS AVG LIB FEC
la seconda a lettere di tipo quasi corsivo:
QVINTILIORVM
Dietro il calidario, in terreno non fabbricato, sono stati ritrovati due grandi e belli busti marmorei, con le spalle tagliate a foggia di erme, e con il consueto incavo rettangolo, nel quale si commettevano le testate della barriera di legno. Il primo busto è d'uomo di età matura, con capelli corti e ricciuti, barba e baffi. La espressione del volto è seria e tranquilla, e le sue linee perfettamente simmetriche. È buona copia del secolo IT, di eccellente conservazione.
Il secondo rappresenta forse Arianna con ricca capigliatura, stretta attorno la fronte da un nastro, e cadente sulle spalle in forma di chignon, tessuto come una stuoia. Quattro lunghe treccie increspate scendono sul petto. Opera d’arte pregevolissima, ma di imitazione.