Codice identificativo monumento: 12620
Presso l’arco del Vignola, a Monte Caprino (oggi cortile della Ragioneria Generale), si è messo in luce un muraglione, coevo alle sostruzioni primitive del tempio di Giove ottimo massimo, e come esse costruito di blocchi di cappellaccio, sovrapposti senza cemento. La sua direzione è parallela a quella della fronte del tempio. In quest'ultimo scavo sono state raccolte scheggie di vasi di bucchero, e di vasi arcaici fatti a mano.
Rodolfo Lanciani.
Per ampliare gli uffici che hanno sede sul Campidoglio, il Comune di Roma ha deliberato di costruire un fabbricato che faccia corpo con quello, ove attualmente è posto l’ ufficio di statistica, e si estenda nell'area già occupata dall'orto Montanari. Per tali lavori sarà soppressa una parte dell’attuale via di Monte Caprino, ed aperta una nuova strada più ampia, la quale distaccandosi da quella di Monte Tarpeo salirà a Monte Caprino attraverso l' anzidetto orto Montanari.
Incominciati a tale scopo gli sterri per abbassare il livello del terreno, si è rimessa a luce una parte della vetusta platea del Capifolium; ed alla distanza di m. 21,60 dal muro degli odierni ufficii comunali, è stato scoperto un pozzo antichissimo circolare, che ha il diametro di m. 0,80. È rivestito internamente per l'altezza di m. 7,00 con lastre di peperino, lunghe m. 0,65, larghe m. 0,41, grosse m. 0,10, a superficie piana: al di sotto è scavato in terreno vegetale. Questo rivestimento sì compone di dieci anelli, la cui altezza è fra i m. 0,65 e 0,70. Ciascun anello è formato da cinque lastre, le quali danno al pozzo una sezione pentagona regolare, e non | fermate con calce, ma reggono alla pressione della terra per mutuo contrasto.
Alla profondità di circa m. 10 dalla bocca del pozzo, appariscono due cuni scavati nella roccia tufacea, uno diretto verso il Campidoglio, l'altro alla rupe Sn dei quali sarà fatta l’opportuna esplorazione.
Cotesto pozzo e tali cunicoli non sono altro che passaggi per agevolare ilt sporto della pietra da costruzione, che gli antichi trassero in grandissima. quanti dalle viscere del colle.
Giuseppe Gatti.
Incominciati i lavori per la fondazione del nuovo fabbricato, che il Comune di Roma costruisce in via di Monte Tarpeo per ingrandimento degli uffici capitolini, nella parte più prossima all'antica strada, si è incontrato un lungo cunicolo, alto m. 1,70, largo m. 0,90, scavato nel terreno vergine. Dalla via anzidetta questa antica galleria si dirige sotto il palazzo dei Conservatori, ed il tratto scoperto è lungo quasi cento metri.
Giuseppe Gatti.
Fra la terra rimossa per gittare i fondamenti del nuovo fabbricato comunale in via di Monte Tarpeo, si è rinvenuto un pezzo di grande piedistallo o basamento marmoreo, spezzato nel lato destro, mancante di tutto lo zoccolo, ed assai danneggiato dall'azione del fuoco. È alto m. 1,60 e largo circa m. 1,00 nella parte meno consunta.
In uno dei lati era scolpita ad alto rilievo una Vittoria alata, incedente a sinistra: restano soltanto la metà inferiore della figura e le ali. Nel fondo è intagliato un portico, del quale si vede intiero un arco sorretto da due pilastri; di un altro arco a destra rimane soltanto l'imposta. Simili arcate veggonsi pure sopra il lato sinistro del piedistallo, ove era scolpita egualmente ad alto rilievo una figura muliebre con lunga veste ondeggiante.
La cornice di questo basamento è decorata di eleganti intagli; e la scoltura può assegnarsi alla fine del primo secolo dell'impero. Onde sembra assai probabile, che il marmo ora recuperato spetti alla sontuosa riedificazione del tempio di Giove Capitolino, fatta da Domiziano.
Giuseppe Gatti.
Il Comune di Roma bandisce un concorso per il congiungimento stabile dei tre Palazzi Capitolini. Il concorso viene vinto da Marcello e Pio Piacentini:
"Poichè, scaduto il termine concesso all'Amministrazione bloccarda per demolire le braccia di cartapesta alzate ad allacciare al Palazzo dei Senatori le gallerie dei Musei ed i saloni gloriosi del Palazzo dei Conservatori, le mascherature burlesche non cadevano, l’atitorità governativa alzò la sua voce di comando. Il Comune allora, disposto a non cedere nemmeno di fronte alla forza, bandì un concorso pel congiungimento definitivo dei tre edifici superibi."
Il progetto che la reca e nasconde il nome dei suoi autori sotto il motto simbolico di Noli me tangere considera la questione del congiungimento in rapporto alla sistemazione stradale, al definitivo assetto degli uffici capitolini, a problemi severi di Arte e di Archeologia. Move da un progetto della Commissione direttiva del Monumento a Vittorio Emanuele che considerava l’accesso alla mole sacconiana dalla parte posteriore e prevedeva una rampa svolgentesi nelle aree di demolizione chiuse tra il Monumento, l'Ara Coeli, e le chiese di Santa Marina e di San Pietro in Carcere.
Nella planimetria dei Piacentini, questa rampa, dopo aver lasciato alla sua destra una via parallela, che alla quota del Tabularium conduce all'ingresso monumentale ideato per la sede delle Rappresentanze, sale fino alla Piazza del Campidoglio aprendo a sinistra del Palazzo Senatorio una superba terrazza adorna di balaustre e di statue e protesa sul suggestivo panorama dei Fori balzati completi dalla liberazione sapiente del contorno. Così invece di accecare la piazza, si darebbe ad essa una vista ampia quanto mai, lasciando al sole ed all'azzurro un trionfale varco.
"P.S: ll Consiglio superiore per le antichità e le Belle Arti aveva dovuto, con ripetuti pareri, in quale si rispettava l'apparenza della piazza del Campidoglio, ma si lasciava ai concorrenti piena libertà di trovare il passaggio pel congiungimento dei tre palazzi in qualunque parte eva qualunque livello del colle. Intanto il Consiglio superiore si è pronunciato in senso sfavorevole al concorso."
L'architetto Ghino Venturi ricostruisce la facciata del Casino di Villa Althemps sul prospetto del nuovo palazzo della Tesoreria Comunale in via del Campidoglio.
In occasione del Natale di Roma, il Duce Mussolini inaugura il nuovo pavimento di Piazza del Campidoglio, che sostituisce la precedente sistemazione, costituita da semplici guide radiali in travertino che, partendo dalla statua imperiale suddividevano l'ovato in otto settori. La nuova pavimentazione stellare è realizzata, su iniziativa di Antonio Munoz, in base a un'incisione del 1567.
Viene inoltre inaugurato il nuovo collegamento tra Palazzo Senatorio e quello dei Conservatori.