Codice identificativo monumento: 13199
Presso la vigna Lozano Argoli (circa 450 metri fuori della porta Chiusa), viene scoperta una area sepolcrale tra cui spicca una tomba decorata con teste di Gorgoni.
Scavi di Giuseppe Gagliardi presso la Tomba della Medusa a Vigna Lozano. Trovata l'iscrizione della Schola sodalium Serrensium, che insieme a due vasi di bronzo, sono acquisiti nella collezione dei Musei Capitolini.
Viene collocata la prima pietra del nuovo Policlinico universitario alla presenza del Re Umberto I e della Regina Margherita.
Nell'area del Policlinico, a confine del lato orientale del Castro Pretorio, tra questo ed il noto sepolero della Medusa, sono stati scoperti avanzi di un'elegante edifizio di carattere privato. Comprende circa dieci ambienti di varia misura, con pareti reticolate coperte d'intonaco dipinto.
I pavimenti son di mosaico bianco-nero, a tessere relativamente grandi. Benchè il sito sembri inesplorato, non vi si è trovato alcun’oggetto d'arte, o cimelio, o frammento di tipo o domestico o sepolcrale, come avrebbe fatto sperare la bella conservazione dei ruderi.
Questi, ed il vicino gruppo sepolcrale della Medusa, sono orientati sull'asse della antica via uscente dalla porta chiusa, il cui pavimento, visto scoprire dal Piranesi nel secolo scorso, fu nuovamente ritrovato dal Parker nel 1868.
Rodolfo Lanciani.
Alla distanza di circa 450 metri fuori della porta Chiusa, in vicinanza del noto sepolcro della Medusa, già di vigna Lozano, è stato ritrovato un tratto abbastanza considerevole del selciato della via uscente da detta porta. Corre alla profondità di circa 3 metri sotto il piano di campagna, quasi esattamente al livello dei sotterranei del Policlinico, e misura, fra le crepidini, metri 4 di sezione.
Sì tratta forse del rettifilo stradale più lungo, scoperto in Roma in questi ultimi tempi, essendochè la distanza fra la via delle Quattro Fontane, dove ne fu riconosciuta la origine, fino al sepolcro della Medusa, corrisponde quasi esattamente alla lunghezza del nostro Corso. Per quanto può argomentarsi dalle tracce di sepolcri esistenti nei terreni circonvicini, a sinistra del vicolo dei Canneti, la porta chiusa, e la via che da essa usciva, sembra che fossero semplicemente succursali della via e della porta Tiburtina.
Deve notarsi, che la via corre lungo la parte postica del sepolcro della Medusa, la cui porta d'ingresso è rivolta a tramontana.
Rodolfo Lanciani.
Negli sterri per la costruzione di un nuovo padiglione del Policlinico, quasi di fronte al noto monumento sepolcrale detto della Medusa, è stato scoperto, alla profondità di m. 3,70 dal piano di campagna, un tratto di antica strada romana, a poligoni di selce; ed alla maggiore profondità di m. 3 un altro simile avanzo di selciato stradale. Fra la terra sono stati trovati due titoletti sepolcrali.
Il primo di marmo bigio. conserva ancora i chiodi, coi quali era stato affisso al loculo, e dice: QANCARENVS QL IVBA CVBICVLAR ISTHMVS FECIT. Nell' altro si legge: VENV DIONYSIA
Furono pure raccolti nello stesso luogo: un manico di vaso e due spilli in bronzo;
due aghi crinali ed una borchia in osso; un piccolo torso di statuetta muliebre ignuda,
alto m. 0,12, di buona fattura.
Giuseppe Gatti.
Intrapresi gli sterri per la costruzione di un nuovo padiglione del Policlinico, di fronte ed a poca distanza del noto sepolero detto della Medusa, si sono incontrati avanzi di antiche costruzioni, parte in laterizio e parte in opera reticolata di tufo.
Di una grande stanza si è scoperto anche un tratto del pavimento, per la lunghezza di circa 15 metri, in musaico bianco e nero: una parte è disegnata a grandi stelle, un’altra a doppia greca.
Segnono un altro vano, forse di passaggio, largo m. 3,50, con resto di pavimento in musaico, a rosoni, pure a semplice chiaroscuro; ed una stanza di m. 6,00X 3,75, solo in parte sterrata, in cui manca del tutto il musaico del pavimento. Il piano di questo antico edificio si trova metri 6,00 sotto il livello del terreno attuale.
Giuseppe Gatti.
La sepoltura è stata realizzata lungo un diverticolo che collegava la Porta Clausa (nuova porta meridionale del Castro Pretorio, dopo l'inglobamento nelle nuove Mura Aureliane) con la Nomentana e la Tiburtina.
La struttura ha pianta quadrata (6m di lato), rivestita con blocchi di travertino con cornici decorative alla base e alla sommità. L'interno, coperto da una volta ribassata in laterizio, presenta quattro nicchie rettangolari (una occupata dall'ingresso).
Il pavimento era in lastre giallo antico e palombino.
All'interno delle tre nicchie furono rinvenuti sarcofagi con coperchi datati al II secolo d.C. (attualmente presso i Musei Vaticani).