Codice identificativo monumento: 13472
Riprendono gli scavi al Colosseo diretti da Carlo Fea. Per isolare le rovine dell'anfiteatro, la camera apostolica acquista il complesso di San Giacomo al Colosseo, ormai ridotta a Fienile, e lo demolisce. A conclusione dei lavori, vengono riscostruite le edicole della via Cruscis, distrutte durante l'occupazione francese.
Nell'area libera compresa fra il Colosseo e gl’ imbocchi delle vie Labicana, di S. Giovanni, dei SS. Quattro, e Claudia, il Municipio di Roma ha fatto scavare molti pozzi e gallerie, a profondità che variano fra i 6 ed i 18 metri sotto il piano stradale.
Da per tutto si è ritrovato un piano selciato alla maniera antica, o piuttosto con materiali antichi, commessi in modo saltuario ed irregolare. Il livello di questa piazza è alquanto più alto di quello del Colosseo..
Rodolfo Lanciani.
Continuarono gli sterri intrapresi per ordine del Ministero nell'area adiacente all'Anfiteatro Flavio, per isolare tutto il settore nord-est di quel nobilissimo monumento.
A m. 4,50 sotto l'odierno piano stradale si è rimesso in luce l'antico pavimento, formato da grandi lastre di travertino, che per una larga zona girava tutt’attorno all'anfiteatro. Il lastricato è stato scoperto nella sua intera larghezza, e trovasi in tutta l'area scavata abbastanza bene conservato. Misurando dal plinto delle semicolonne, che decorano l'ordine inferiore dell’anfiteatro, la zona lastricata di travertini è di m. 17,70; la quale misura corrisponde esattamente a 12 passi, ossia a 60 piedi romani. Al di là di questa zona si è trovata l'antica strada, costruita, secondo il solito, a grandi poligoni di selce; ma non se ne è potuta misurare la larghezza, restandone tuttora una parte sotto il terrapieno. La parte scoperta verso oriente è di m. 4,50, ed è probabile che quivi il suolo pubblico si estendesse notabilmente, formando una piazza.
Inaspettata però ed importante è stata la scoperta dei cippi terminali, che limitavano la zona annessa al monumento. Infatti in corrispondenza delle arcate XXIII, XXIV e XXV dell'anfiteatro, sì sono rinvenuti cinque cippi di travertino, terminati superiormente a semicerchio, alti m. 1,75 X 0,76 X 0,60; i quali, infissi tuttora al proprio luogo, segnano il limite fra la platea di travertini sopra descritta, e la strada pubblica. La distanza media fra i singoli cippi è di m. 3,40. Nel lato rivolto verso l'anfiteatro i cippi hanno otto fori rettangolari, quattro in alto e quattro in basso, ove manifestamente erano impernate spranghe di ferro, con le quali l’area veniva totalmente recinta. Fra un cippo e l’altro vedesi nel lastricato un altro piccolo foro quadrato, che parrebbe aver servito ad un pilastrino, forse per sostegno di una transenna.
Sulla linea dell'asse maggiore dell'anfiteatro è stato scoperto un avanzo di muro laterizio, costruito sull'antico lastricato di travertini, in direzione da est ad ovest. A. poca distanza da questo è apparso, nel terrapieno, un altro avanzo di costruzione medioevale, a mattoncini di tufo, che trovasi fondata a circa m. 4 sopra il piano antico.
Alcuni massi di travertino, uno dei quali con cornice, spettanti al portico esterno dell'anfiteatro, furono trovati sull’antico piano; e quivi si rinvennero pure quattro fusti di colonne marmoree, una grande base attica del diam. di m. 0,80, un'altra simile del diam. di m. 0,45, un capitello ionico del diam. di m. 0,48.
Furono poi recuperati, durante i lavori di sterro, gli oggetti seguenti: Mensola di marmo bianco, con fogliami intagliati, lunga m. 0,40 X 0,40 X 0,25 in cattivo stato di conservazione. Pilastro di transenna, alto m. 0,80. Frammento di transenna marmorea, non traforata. Testa muliebre, alta m. 0,27, di buona fattura e ben conservata, meno l’estremità del naso: ha i capelli crespi, che formano riccioli sulla fronte, e sono raccolti dietro l’occipite in trecce avvolte a spira. Testa virile, alta m. 0,28, con capelli ricci, assai guasta. Testa di fanciulla, alta m. 0,17. Parte superiore di cariatide, alta m. 0,23. Metà inferiore di statua muliebre, alta m. 0,28, vestita di lungo chitone e manto. Frammento di vaso marmoreo, sul quale è finamente scolpito in basso rilievo un uomo barbato, volto a sinistra, vestito di breve tunica, con benda sul capo e caduceo nella mano destra: dietro ad esso vedesi la mano di un'altra figura. Frammento di fregio in altorilievo, con la metà inferiore di una figura virile, modellata con bell'arte. Frammento di sarcofago, su cui è scolpito un putto che sostiene un velo dietro la protome di una donna. Altro simile nel quale rimane la parte inferiore di una persona a cavallo, ed un cinghiale in corsa. Coperchio di ossuario rotondo, con foglie intagliate: diam. m. 0,37.
Si raccolsero pure alcuni spilli ed aghi di bronzo; vari pezzi di piatti e di tazze in maiolica dipinta, medioevali; ed i marmi inscritti, che seguono.
a) Frammento di gradino marmoreo, lungo m. 0,57, largo m. 0,38, su cui è inciso il nome del personaggio al quale spettava quel sedile nell'anfiteatro: VC AEMILI BARBARI. Il nome AEMILI è rescritto sopra altro nome abraso.
b) Piccolo cippo sepolcrale scorniciato, mancante della parte inferiore, alto m. 0,40, largo m. 0,20, grosso m. 0,17. Nei lati porta scolpiti l’'urceo e la patera, e nella fronte reca il titolo: D M P CLODIO EPLGTETO LIBERTI PATRONO OPTIMO BENEMERENTI FECERVNT QVOD EIS FIDEI OMNIS ERAS
c) Frammento di urnetta cineraria, alta m. 0,25, larga m. 0,42. Sugli angoli. sono scolpiti due genietti, che reggono un festone; e in mezzo a questo è la cartella con l'iscrizione: ...VCAER CAECINIA SESTILLA CONIVGI B MF
d) Frammento di titoletto da colombario, alto m. 0,23: M SVLPICIV...| SVLPICIA...| M SV...
e) Frammento di lastra marmorea, lungo m. 0,53, alto m. 0,40: IVST...
I frammenti di tegoli con bolli di fabbrica, raccolti nello sterro, riproducono i sigilli editi nel volume XV del C.I.L. n. 211, 313, 355, 1107, 1179, 1670.
Giuseppe Gatti.
Proseguiti gli sterri, che S. E. il ministro della pubblica istruzione prof. Guido Baccelli ha ordinato nell'area adiacente all'Anfiteatro Flavio.
In prossimità del descritto portico appena scoperto, di contro all'arcata n. XXXIII dell’anfiteatro, e alla distanza di m. 35,70 da questo, è stata rimessa in luce una tomba cristiana, che per la paleografia e le formole dell'iscrizione che vi si lesse, può attribuirsi alla fine in circa del secolo sesto od agli inizî del settimo.
Il piano di essa si trovava a m. 1,85 sopra quello dell'anfiteatro. Aveva la fronte rivolta a sud est, ed in origine era formata con tegoloni e coperta alla cappuccina; poi fu tutta costruita in muratura e coperta da volticella, in modo da presentare la forma di un baule. La sua lunghezza è di m. 1,20; l'altezza, compresa la volta, m. 1,40; la larghezza m. 1,00. Nel lato di fronte è murata una lastra di marmo che conserva la seguente iscrizione: HICESTLOCVS FOR TVNATIET LVCIE IN QVO IACET FILIA EORVM GEM TERE MVLA Q VI VISIT AN X ET QVI HVNC LOCVM BIO LABERIT ABET PARTE CVM IVDA
Simili formole imprecatorie, con le quali a chiunque oserà violare il sepolero è minacciata la partecipazione alla pena di Giuda, e sono generalmente espresse con le parole: habeat partem cum Iuda traditore, ricorrono in parecchie iscrizioni quasi tutte posteriori al secolo sesto, per es.: C.I.L. X, 4539; XI, 322, 325, 329; de Rossi, Inscr. christ. II, p. 309; Fabretti, Zaser. p. 110, 271, 272. Il sepolcro era stato antecedentemente frugato, rompendone la muratura nel lato sinistro: onde nulla vi si ritrovò, neppure gli avanzi delle ossa umane.
È stato pure continuato lo scoprimento dell'area adiacente all'anfiteatro, abbattendo il muro moderno di cinta e sterrando lo spazio che era occupato dalla via del Colosseo. A m. 1,50 sotto il piano di questa via è stato scoperto un tratto di pavimento stradale, formato coi soliti grandi poligoni di selce, e spettante alla via lateranense, che nel secolo quinto apparisce essere stata già innalzata a questo livello. Nello sterro si è rinvenuto quanto segue:
Rocchio di colonna di marmo bigio, alt. m. 0,50, diam. 0,24. Altro di granito bigio, alt. m. 1,40, diam. 0,50. Altro di giallo con scanalature, alt. m. 0,50, diam. 0,27. Altro di cipollino, alt. m. 1,75, diam. 0,85. Capitello corinzio, mediocremente conservato, alt. m. 0,37, diam. 0,28. Scaglione di colonna di bigio, alt. m. 0,50 X 0,37, sul quale sono incise le lettere: VSC
Torso di statua virile dal ventre al ginocchio, con parte della gamba sinistra, alt. m. 0,69. Spalla con parte del braccio di una figura, che era coperta di tunica senza maniche, e ben modellata. Frammento del petto di statua femminile, coperto di sottilissima veste. Altro simile frammento di petto, con tunica succinta. Metà superiore di una testa di fanciulla, con capelli ondulati sulla fronte: manca dal naso in giù. Braccio destro di statua, di buona fattura. Altri piccoli frammenti di statue panneggiate, di cornici e di sculture diverse.
Un frammento d'iscrizione monumentale, con lettere alte m. 0,125, conserva soltanto: ...MI...
Su quattro pezzi di grosse lastre marmoree, che spettano ai gradini dell'anfiteatro, si legge: DVSII; IVC; IVS GE; BF
Seguono gli altri frammenti epigrafici, recuperati nel medesimo sterro: a) lastrone, che conteneva un'iscrizione imperiale. con lettere del secolo terzo: VG PON... | ...COS II...
b) metà di titolo sepolcrale, ricavato da un frammento di cornice e scritto sopra altra epigrafe abrasa: ...M | ...CISSIMVS | ...PRIME | ...LIB LIN | ...EOR
c) frammento di titolo cristiano: ...CONIS | ...STANTI | ...VSISI V | ...OVIBIXI
Si raccolsero finalmente fra la terra alcune monete, la maggior parte papali, e mal conservate; un vasetto di vetro, mancante del collo; alcune lucerne fittili comuni e senza marca di fabbrica; il fondo di un'anfora, contenente il deposito lasciato dal liquido che vi era contenuto, e che sembra essere stato vino.
Giuseppe Gatti.