Informazioni storiche

Informazioni storiche artistiche sul monumento

★ ★ ★ ☆ ☆

Data: 1726 / 1822

Codice identificativo monumento: 136

Cronologia

7/1/1727

Inaugurato il Teatro Valle con la rappresentazione della tragedia Matilde di Simone Falconio Pratoli.

11/6/1811

Al Teatro Valle, va in scena Il Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart.

18/5/1812

Al teatro Valle va in scena la prima assoluta di Demetrio e Polibio di Rossini con Ester Mombelli.

26/12/1815

Al teatro Valle va in scena la prima assoluta di Torvaldo e Dorliska di Rossini con Domenico Donzelli e Filippo Galli.

25/1/1817

Al teatro Valle va in scena la prima assoluta di La Cenerentola di Rossini.

17/11/1821

Durante i lavori di ricostruzione, una parte della fabbrica del Teatro Valle crolla per una lesione: "Era giunto alla sua decrepitezza il Teatro Valle, che fabribricato di Legnami, giusta il costume antico, formò pei lungo tempo la delizia dei colli Abitanti di Roma.

Quindi il Governo mi ordinò di esporre in disegno le mie Idee sulla riedificazione di esso da farsi, non coi fragili Legni, ma coi cementi, in un modo che fosse degno della Città Regina. Ubbidii: e non solo il disegno fu presentato, ma ben anche mi modello in rilievo, che riscosse il generale compatimento. Mi fu impossibile di uniformarmi alla mia volontà, e al desiderio di tutti.

Avrei voluto cambiare la posizione del Teatro, o per lo meno ampliarlo, valendomi del Locale dell' annesso Palazzo di proprietà della Nobilissima Famiglia Capranica: ma conosceva i sentimenti del Sig. Marchese Padrone, e di coloro cui sono affidati gli interessi di lui, sommamente vogliosi di minorare per quanto fosse possibile il dispendio, e di riunire il risparmio alla perfezione dell'Opera.

Fu duopo adunque servirsi in parte dei muri dello stesso Palazzo, senza però distaccare dal medesimo la nuova Fabrica, che potea d'altronde isolarsi, e per tal modo acquistare maggiori commodi, e maggiore dignità. Si pelea per esempio tormare un portico per discendere al coperto dai Cocchi, e rimontarvi con sicurezza: Si poteano costruire delle Sale di trattenimento, imitando il costume delle altre Metropoli.

Ma il Palazzo che non dovea distruggersi, e l'amore del risparmio, mi costrinsero a limitarmi nell'angustia dell'antico Perimetro. Presentai due progetti: l'uno concernente l' Opera Architettonica, l'altro sulla economia del lavoro, e sulla spesa calcolata per approssimazione. Il Governo li sanzionò, decretando che il nuovo Teatro si edificasse a norma dei miei disegni, e Modelli, ed a spese della Famiglia Capranica.

Piacque al Sig. Marchese e il progetto e l'Ordine Superiore: Ordinò al celeberrimo Sig. Giuseppe Camporesi Architetto della Casa di vegliare alla esattezza, sollecitudine, e solidità, die richiede quest'Opera e di porsi meco d'accordo perchè i miei Disegni e Modelli fossero immancabilmente eseguiti. S'intraprese il lavoro, e s'intraprese in un tempo in cui si rendea difficile di ultimarlo pel prossimo Carnevale, epoca stabilita dalle publiche Autorità, ed annunciata nei Manifesti e nelle Gazzette per l'apertura del nuovo Teatro.

Questa tardanza produsse in seguito la necessità di un precipitoso affrettamenlo, e cagionò quel dispendio che dagli Agenti oculatissimi del Sig. Marchese si voleva evitare, allorché si trattava di stabilire la forma dell'Edifizio. Ecco il perchè visitai sovente il Teatro mentre si costruiva; perchè niun'ajuto mancasse agli Operaj, onde il lavoro fosse eguale al mio Piano dal Governo approvato, ed accettissimo al Sig. Marchese.

Questa sola riflessione di fallo sarebbe sufficiente a far tacere i Maledici sul conto mio: Poiché la rovina non potrà giammai dimostrarsi originata dal vizio de' miei disegni...

Nel giorno 16 dello scorso Novembre niun movimento abbenchè leggero, erasi manifestato. Gli Artisti travagliavano sulle nuove Volte onde coprirle in quel lato, in cui rimanevano ancora scoperte. Ed il Signor Gamporesi che assiduamente vegliava all'interesse del Signor Marchese, era persuaso a tal segno della sicurezza di quei lavori, che nel giorno medesimo si occupò unitamente agli altri di stabilire il modo di affidare alle nuove Volte, ed agli Archi i Ponti reali, e gli altri commodi per le operazioni da farsi nel Palco.

Ma nel giorno seguente si cambiò improvisamente la scena. Alle ore dieci di Francia del inattino essendomi portato al Teatro con grande sorpresa mi avviddi,che nel mezzo dell'Arco Lett. E. Tav. III. appariva una lesione alquanto risentita, ed all'altezza delle imposte delle Volte demolite nel pie dritto sotto il detto Arco dal Lato destro di Bocca d'Opera apparivano lesioni perpendicolari serpeggianti, le stabiliture staccate ed in parte cadute, dando in quel punto chiaro segno che nella midolla di quella Spalla esisteva un difetto , o vano latente impossibile a conoscersi senza distruggere l'intiero muro.

Corsi subito ad arvertirne il Signor Marchese. Si tentò di apprestare a quel male tutti i soccorsi dell'Arte: e lusingavasi il Signor Gamporesi, cui più d'ogn'altro interessava quell' improviso avvenimento, (perchè incaricato espressamente, come dicemmo, di vegliare alla solidità dei Lavori per l'interesse particolare del Proprietario) che accavallando l'imposta; e puatellando la parte debole, e mancante di forza, la rovina dell'Arco sarebbesi impedita.

Ma i soccorsi furono inutili, perciocché scorsa appena la mezza notte precipitò intieramente il Pilone, e seco trascinò tutto l'Arco, le nuove Volte, il tetto, e gli ambienti superiori, strappando Legni e catene. Rimase illeso l'Arco di Bocca d'Opera: la Fabrica del Teatro non fu in alcun luogo pregiudicata: E la caduta dell'Arco avrebbe arrecato un danno m'eno sensibile alla Famiglia Gapranica, niuno al Pubblico, se gli Agenti e Consultori del Signor Marchese, in vece di abbandonarsi ad una incredibile confusione, avessero meglio esaminato quale fosse in tale circostanza il male minore; perchè facilmente poteano convincersi che con tenue dispendio, e con lavoro di pochi giorni sarebbesi rialzato il Pilone caduto, e col mezzo di una incavallatura tra questo ed il Pilone rimasto intatto da formar Colmarccce ad un Tetto per coprire l'Arco del Palco Scenico, il Teatro avrebbe agito nel prossimo Carnevale; la Eccellentissima Casa non avrebbe perduto gli affitti e il Pubblico non sarebbe stato deluso nella sua espettativa."

Fonte: 1821. Giuseppe Valdier. Sulla improvisa caduta di un arco nel palco scenico del Teatro Valle di Roma

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