Data: 1590 / 1774
Codice identificativo monumento: 155
Papa Adriano I, secondo un piano di interventi finalizzato a garantire il funzionamento delle diaconie e dei principali edifici di culto, avvia il restauro dei principali acquedotti: La "forma Claudia" che alimenta il complesso lateranense, attraversa il Celio fino alla diaconia di Santa Maria in Domnica, per poi raggiungevano il Palatino; L'acquedotto Giovio, diramazione dell'Acqua Marcia, che scorre fino alla diaconia di Santa Maria in Cosmedin; la "forma Sabbatina", che aziona i mulini del Gianicolo e alimentava la fontana nell'atrio della basilica di San Pietro e i bagni adiacenti (ricostrundo un centinaio di arcate a parecchi chilometri di distanza dalla città e restaurando le condutture in piombo); l'acquedotto dell'Acqua Vergine, che partiva da Porta Salaria e proseguiva fino al Pantheon, alimetando le diaconie di Sant'Eustachio e di Santa Maria in Aquiro.
Con mutu proprio, Paolo III approva la confraternita fondata dal Cardinale Domenico de Cupis, fonda una Società di pie persone per raccogliere sussidi e ricoverare gli orfani superstiti della doppia calamità del sacco di Roma e della peste. Al sodalizio viene assegnata la chiesa di Santa Maria in Aquiro e il convento limitrofo.
La cappella di San Sebastiano, nella chiesa di Santa Maria in Aquiro, viene concessa in patrocinio alla famiglia Berardi, che la dedica all’Angelo Custode.
Il mons. Pietro De Villanova Castellacci, arcivescovo di Petra e canonico della basilica Lateranense, consacra il nuovo altare di Santa maria in Aquiro.