Data: 1590 / 1774
Codice identificativo monumento: 155
784
Papa Adriano I, secondo un piano di interventi finalizzato a garantire il funzionamento delle diaconie e dei principali edifici di culto, avvia il restauro dei principali acquedotti: La "forma Claudia" che alimenta il complesso lateranense, attraversa il Celio fino alla diaconia di Santa Maria in Domnica, per poi raggiungevano il Palatino; L'acquedotto Giovio, diramazione dell'Acqua Marcia, che scorre fino alla diaconia di Santa Maria in Cosmedin; la "forma Sabbatina", che aziona i mulini del Gianicolo e alimentava la fontana nell'atrio della basilica di San Pietro e i bagni adiacenti (ricostrundo un centinaio di arcate a parecchi chilometri di distanza dalla città e restaurando le condutture in piombo); l'acquedotto dell'Acqua Vergine, che partiva da Porta Salaria e proseguiva fino al Pantheon, alimetando le diaconie di Sant'Eustachio e di Santa Maria in Aquiro.
4/2/1540
Con mutu proprio, Paolo III approva la confraternita fondata dal Cardinale Domenico de Cupis, fonda una Società di pie persone per raccogliere sussidi e ricoverare gli orfani superstiti della doppia calamità del sacco di Roma e della peste. Al sodalizio viene assegnata la chiesa di Santa Maria in Aquiro e il convento limitrofo.
1866
La cappella di San Sebastiano, nella chiesa di Santa Maria in Aquiro, viene concessa in patrocinio alla famiglia Berardi, che la dedica all’Angelo Custode.
12/1866
Il mons. Pietro De Villanova Castellacci, arcivescovo di Petra e canonico della basilica Lateranense, consacra il nuovo altare di Santa maria in Aquiro.