Codice identificativo monumento: 1638
I fratelli Francesco e Geronimo Serroberti, speziali di origine perugina, fecero risistemare la loro proprietà formata da due corpi di fabbrica: uno costituito da un palazzetto sito in angolo tra la nuova via Ripetta e vicolo delle Scalette (oggi via Angelo Brunetti) ed il secondo da una casa minore confinante dal lato di via Ripetta. La domus magna diventa la casa dei Serroberti, mentre la casa adiacente fu data in affitto.
Amerigo Capponi, Vice Castellano di Castel Sant’Angelo, acquista la proprietà degli eredi dei Serroberti a via Ripetta ed effettua una serie di ulteriori acquisizioni enfiteutiche al fine di ampliare lo spazio per la costruzione del suo nuovo palazzo.
Amerigo Capponi, al fine di ampliare lo spazio per la costruzione del suo nuovo palazzo, acquisisce l'enfiteusi di due case della Signora Lucia de Grottis”, sul fronte del vicolo delle Scalette (oggi via Angelo Brunetti), appartenenti al Convento di Sant’Agostino.
Amerigo Capponi, al fine di ampliare lo spazio per la costruzione del suo nuovo palazzo, acquista un'ultima casa confinante nello stesso vicolo delle Scalette (oggi via Angelo Brunetti), anche questa appartenente al Convento di Sant'Agostino.
Amerigo Capponi, al fine di ampliare lo spazio per la costruzione del suo nuovo palazzo, ottiene in enfiteusi, una casa, di proprietà della Confraternita del S.S. Crocifisso in San Marcello, confinante alla sua proprietà sul fronte di via Ripetta.
Amerigo Capponi, ormai proprietari di uno lotto lungo il vicolo della Scaletta e lungo via Ripetta, delimitanti una zona tenuta a giardino ed ad orto, fa accorpare la domus magna e la casetta dei Serroberti unendole in un solo edificio, a fianco del quale rimane la torre (la cui cupola viene rinnovata, mentre le altre case restarono a delimitare lo spazio del giardino).
Alla morte di Amerigo Capponi, il palazzo di Ripetta viene affittato all’Ambasciata di Malta.
Alessandro Gregorio Capponi lascia ogni suo bene alla sorella, Maria Anna Capponi in Cardelli, per testamento (ad eccezione delle collezioni d’arte che ebbero come beneficiari il Vaticano per la biblioteca e il museo Kircheriano per i reperti antichi).
Si conclude la contesa giudiziaria tra il ramo fiorentino dei Capponi (che si era opposto al testamento Alessandro Gregorio verso la sorella Maria Anna Capponi), con un accordo privato che destina il palazzo ai fratelli Camillo e Ferdinando Capponi del ramo fiorentino eredi del signor conte Ferrante Capponi che aveva contestato il testamento ma che nel frattempo era deceduto.
Il conte cavalier Ferrante, discendente di Ferdinando Capponi, vende il palazzo di Ripetta con tutte le sue pertinenze a Tommaso Crespi.
Tommaso Crespi, vende la proprietà di Palazzo Capponi in via Ripetta al barone Carlo Koebel di fu Valentino di Magonza che si adopera ad ampliare la proprietà acquistando su via del Vantaggio un appartamento che, unito al piano nobile, ne aumentò la capacità di tre stanze.
Il barone Koebel vendette il Palazzo Capponi a via di Ripetta a Giacomo, Francesco e Luigi Mencacci, figli di Lorenzo Mencacci.
Lo spodestato re del Portogallo Michele I di Braganza, su richiesta del papa Gregorio XVI, viene soggiornato dalla famiglia Mencacci nel loro palazzo di via Ripetta.
La famiglia Mencacci vende la proprietà del Palazzo Capponi al marchese Francesco Campanari, che fa eseguire lavori di ripristino e aggiungere una nuova scala di rappresentanza al palazzo.
Palazzo Capponi, con tutti i suoi annessi, viene acquistato dal Collegio degli Scrittori della Compagnia di Gesù.
Palazzo Capponi diventa la sede dell'Amministrazione e dell'Ufficio centrale della rivista La Civiltà Cattolica.
Rilevata la carenza delle fondazioni del Palazzo Capponi, l'INAIL procede a lavori di sottofondazione e di rimpiazzo dei solai in legno, sotto i vincoli imposti dalla Sovraintendenza delle Belle Arti, che cura lo strappo e la ricollocazione degli affreschi delle volte e degli antichi cassettoni in legno.
Con l'insediamento nel palazzo Capponi dell'Autorità di Vigilanza sui Lavori Pubblici, viene restaurato il portale d’ingresso e furono poste all’esterno, in due nicchie laterali, le due statue dello scultore Francesco Caporale.
1752
Giuseppe Vasi
Piazza del Popolo con Obelisco
Delle Magnificenze di Roma antica e moderna - Libro II
1747
Giovan Battista Piranesi
Veduta di Piazza del Popolo
Vedute di Roma
1690
Tiburzio Vergelli
Fontana su la Piazza del Popolo
Le fontane publiche delle piazze di Roma
1638
Giacomo Lauro
Prospetto di Palazzo Capponi
Palazzi diversi nel'alma città di Roma, et altre