Codice identificativo monumento: 1701
Ignazio di Loyola, dopo aver fondato il conservatorio delle Conservatorio di Santa caterina (per zitelle pericolanti figlie di cortigiane), istituisce un rifugio presso l'Arco di Camilliano, dove accoglie le malmaritate, donne coniugate in peccato pubblico senza timor d'Iddio et senza vergogna delli uomini. Donne non più incorrotte, ex peccatrici e traviate, sia nubili che malmaritate, che erano decise a lasciare la mala vita, e non erano però chiamate alla perfetione religiosa ma non desideravano proferire voti solenni né entrare in clausura nel convento delle convertite di San Maria Maddalena al corso. Scrive il Bruzio "Egli col far vendere alcuni marmi cavati dalle ruine di Roma nella piazza davanti la sua chiesa, e fattone cento scudi li offerse per sua parte, del cui esempio molti altri si mossero e si diede principio all' opera".
Papa Paolo III, con la Bolla Divina summaque Dei, istituisce la Compagnia di Santa Maria della Grazia, per amministrare il rifugio delle malmaritate di Santa Marta.
Papa Paolo III acconsente alla supplica inviata da un gruppo di donne del rifugio di San Marta, che non riuscivano a farsi monache né tra le convertite di Santa Maria Maddalena al Corso né inaltri chiostri. Una parte dell'edificio diventa un vero e proprio monastero di clausura, ancora una volta con regola agostiniana, mentre l'altra rimane dedicata all'accoglienza.
Carlo Borrome si fa promotore del trasferirmento del rifugio di San Marta all'Arco di Camilliano, in modo da lasciare spazio al monastero fondato per le penitenti che prendevano i voti. Sono trasferite in un fabbricato poco distante, adiacente alla chiesa di Santa Chiara all'Arco della Ciambella. La struttura chiamata Casa Pia, in onore del pontefice, viene ora gestita dalla comunità di monache clarisse, già presenti nel vicino monastero.
Papa Gregorio XIII stabilisce che il chiostro agostiniano di San Marta non accolga più come monache le ex peccatrici e malmaritate del rifugio di San Marta, ma soltanto nobili vergini.
Le suore di San Marta iniziano una serie di interventi per allargare il convento, reso insalubre a causa di un alto muro sul lato occidentale dell’edificio che impediva l’accesso della luce, ma soprattutto dal sovraffollamento che esigeva nuovi spazi.
Con la legge n. 648, l'ex chiesa e convento di San Marta vengono ceduti dal Ministero della Guerra a quello dell'Interno per realizzarvi la Regia Questura. Iniziano i pesanti adattamenti per adattarvi l'archivio della Questura Centrale.
Una delegazioni di lavoratrici e lavoratori delle fabbriche occupate in città, si presentano a Piazza di Spagna, per raccogliere fondi e manifestare. Nonostante che il Comune ha autorizzato formalmente l’occupazione di suolo pubblico, le forze dell'ordine impediscono ai manifestanti di di innalzare una tenda accanto al presepe tradizionale, ed arresta trenta persone fra lavoratori, lavoratrici, sindacalisti e tra questi l'attore Gian Maria Volontè, portandoli tutti con i furgoni cellulari al Commissariato Trevi Campo Marzio a piazza del Collegio Romano.
1865
Paolo Cacchiatelli
Prospetto del Monastero di Santa Marta
Le Scienze e le Arti sotto il pontificato di Pio IX
1817
Giovanni Battista Cipriani
Collegio romano
Degli Edifici Antichi e Moderni di Roma
1761
Domenico Montaigù
Collegio Romano
Nuova raccolta delle più belle Vedute di Roma
1759
Giuseppe Vasi
Prospetto principale del Collegio Romano
Delle Magnificenze di Roma antica e moderna - Libro IX
1686
Giovan Battista Falda
Piazza del Collegio Romano
Nuovo Teatro delle Fabbriche, et edificii sotto Papa Alessandro VII