Data: 1883 / 1890
Codice identificativo monumento: 1715
Carlo Borrome si fa promotore del trasferirmento del rifugio di San Marta all'Arco di Camilliano, in modo da lasciare spazio al monastero fondato per le penitenti che prendevano i voti. Sono trasferite in un fabbricato poco distante, adiacente alla chiesa di Santa Chiara all'Arco della Ciambella. La struttura chiamata Casa Pia, in onore del pontefice, viene ora gestita dalla comunità di monache clarisse, già presenti nel vicino monastero.
Istituito un nuovo monastero sotto l'invocazione di Santa Maria Maddalena presso la chiesa di San Giacomo alla Lungara. Vi si trasferiscono le suore provenienti dal monastero di Santa Maria Maddalane al Corso, desiderose di seguire una clausura più rigida e quelle provenienti dalla Pia Casa di Santa Chiara.
A causa di dissapori tra le clarisse di Santa Chiara e le ospiti della casa Pia, le autorità ecclesiastiche decidono di trasferire le malmaritate penitenti nel complesso della Domus Mulierum Poenitentium, appena sorto alla lungara.
Dimostrazioni di protesta per le stragi d'Aiguesmortes:
"Gli assembramenti cominciano in piazza Colonna. Una colonna di dimostrauti sta per infilare la via del Tritone, ma trova un cordone di guardie e di carabinieri, che si opponene al passaggio: i dimostranti sforzarono il cordone, e avanzano con una bandiera calata loro da una finestra, verso il palazzo Rospigliosi, sede dell'ambasciatore francese presso il Vaticano, penetrano nel cortile ma vengono fermati dai carabinieri e dalle guardie.
Da palazzo Rospigliosi, il gruppo s'ingrossa e scende per via Nazionale, ottenendo dal palazzo Odescalchi una bandiera tedesca, e intanto un altro gruppo, al suono dell'inno di Garibaldi, va per fare una dimostrazione ostile davanti al palazzo Farnese, dove risiede l'ambasciatore della repubblica francese.
Questo secondo gruppo diviene subito legione. Fornendosi per via di pietre e sventolando cinque bandiere avute lì per lì, i dimostranti muovono per via del Mascherone che sbocca in piazza Farnese, ma trovano la via sbarrata dai carabinieri e dai soldati. I dimostranti allora si concentrano, e, con impeto, si scagliano contro il cordone militare e irrompono in piazza Farnese, e coi soliti fischi e grida, cominciano a prender di mira coi sassi le finestre del palazzo dell'ambasciatore.
Sotto la gragnuola dei sassi, scrosciano i vetri. È una devastazione completa, cui si vorrebbe dare una coda, atterrando il portone del palazzo, e bruciandolo. Già, con un trave, sette dimostranti si servono come di una catapulta per sfondare la porta. Già si grida: Petrolio Petrolio! Ma smettono vedendo avanzarsi finalmente un rinforzo di carabinieri e di bersaglieri.
Auche in Campo dei Fiori, dove sorge il monumento a Giordano Bruno, gran folla: tumultava, e cercava di irrompere anch'essa; ma non riuscì a sfondare i cordoni militari.
Dimostrazioni ostili furono fatte anche dinanzi al Collegio francese in via Santa Chiara e ad altri edifici francesi.
In via del Mascherone, si fece persino un tentativo di barricate, com'è ricordato nel nostro disegno."
Papa Leone XIII titola il seminario Francese come Pontificio.