Data: -54
Codice identificativo monumento: 1948
Inaugurazione della Basilica Giulia.
Un incendio distrugge le Basiliche Giulia ed Emilia al Foro romano.
Un vasto incendio colpisce la città provocando ingenti danni ai monumenti, tra i quali la basilica Giulia.
L'antipapa Giovanni XXIII concede a Paolo Orsini, di estrarre marmi nella zona della chiesa di Santa Maria in Cannapara al foro romano.
Viene costituita una società da quattro « cives calcarenses romani de regione Pinee » Cola Maccabeo, Paolo Mentebuona, Jacopo Prolanti, Jacopo Toma). Suo scopo, lo spianto dei pilastri di travertino della basilica Giulia. (Archiv. Vat. Divers. tomo IX, e. 245. Vedi ad ann.).
Il cardinale Adriano Castellesi da Corneto, ottiene facoltà di estrarre marmi nel cortile dell'Ospedale delle Grazie, situato nei pressi del foro romano, per la fabbrica del suo nuovo palazzo in costruzione a Borgo.
L'ambasciatore svedese in Roma, C.F. Fredenheim, avvia i primi scavi della Basilica Giulia.
A causa dei gas e degli odori malefici che emanava, viene demolito il cimitero dell'Ospedale di Santa maria della Consolazione.
Giovanni Battista de Rossi dirige i lavori di scavo alla Basilica Giulia. Vengono restaurati alcuni pilastri in mattoni.
Conclusione dello scavo della basilica Giulia.
Nel demolire un muro relativamente moderno a poca distanza dal tempio di Antonino e Faustina nel Foro Romano, tra i materiali viene scoperto un frammento della Forma urbis, un tempio con la denominazione cASTORIS incisa nel fianco meridionale:
La mia sorpresa nel riconoscere il prezioso frustolo fu tanto maggiore, in quanto che non era mai avvenuto, nè al tempo del Dosio nè poi, di ritrovare pezzi di quella pianta fuori del proprio loro luogo, cioè fuori dell’ orto dell’ex-convento dei ss. Cosma e Damiano.
La nuova icnografia comprende l'angolo sud-ovest del tempio di Castore e Polluce, e porzione del sito ora occupato dalla chiesa di S. Maria Liberatrice e dalla strada o argine che le passa dinnanzi. Il frammento è stato posto a riscontro con l'altro, esistente nella scala del Museo capitolino (Jordan, Forma tav. III, n., 20), il quale abbraccia la fronte meridionale della basilica Giulia, il fianco settentrionale del tempio dei Castori, ed il vico tusco che divide l’uno dall'altra.
Il muro, dal quale l’abbiamo tratto, sembrava costruzione del secolo VIII al più tardi: la quale particolarità può dare indizio dell’epoca nella quale la forma cadde, o fu fatta cadere dalla parete del templum sacrae urbis.
Rodolso Lanciani.
Nel terrapieno che ricopre il selciato del vico Iugario, fra la Basilica Giulia ed il tempio di Saturno nel Foro Romano, è stato ritrovato un pezzo di pluteo, con riquadri e rosoni, ove leggesi il frammento epigrafico. BVSV CESQOVI
Nel punto poi, dove gli scavi del vico Iugario si sono arrestati, cioè presso l'imbocco di via della Consolazione , scoprii io stesso il 5 febbraio un cippo di marmo, la cui iscrizione restava ancora coperta da un sottile strato di terra.
Il cippo o piedistallo, è alto met. 1,20, largo met. 0,70, grosso met. 0,70, ed è scorniciato alla maniera del secolo quarto. L'iscrizione, incisa come d'ordinario sulla scancellatura di un'altro titolo più antico, dice:
GABINIVS VETII VS PROBIANVS VC praefurB STATVAMQVAE BASILICAE IVLIAE a SE NOViter REPARATAE ornamento eSSET ADIECIT
Questo piedistallo non può certo confondersi con altri esemplari dello stesso monumento già noti agli epigrafisti, ma deve credersi scoperto ora per la prima volta.
Nemmeno può confondersi con l’esemplare 1658 d, perchè questo contiene soltanto porzione delle ultime tre linee dell’ epigrafe. Il sito preciso della scoperta del nuovo piedistallo cade, fra il 5° ed il 6° pilone del prospetto della basilica sul vico Iugario.
Lungo questa linea rimangono pregevoli avanzi dell'architettura dell'edificio. Nel restauro eseguito l’anno 1873, la mezza colonna dorica dell'ordine inferiore si è fatta sorgere dal suolo senza base. Questo errore può ora correggersi, in seguito della scoperta di una delle mezze colonne, nel suo proprio luogo.
Rodolfo Lanciani.
Demolendosi le costruzioni del secolo VIII, appoggiate alla fronte della Basilica Giulia sul vico Iugario, sono stati ritrovati i seguenti pezzi di iscrizione, abbastanza importanti: Scaglione di piedistallo marmoreo; Lastra marm. grossa 0,05, lett. sec. III; Frammento di lastrone: NORBAN.
Rodolfo Lanciani.
Nell'abbassare all'antico livello il pavimento del vico Tusco, è stato trovato presso l'angolo nord-est della basilica Giulia un blocco di marmo, di m. 0,55 X 0,66 X 0,72 già spettante ad un basamento, e ridotto quasi informe. In un lato rimane parte delle ultime due righe della epigrafe che vi era incisa, dedicata ad un imperatore, a nome di un curatore del Tevere e delle cloache urbane: cur. a VEI TIB ET CLOA CARVm urbis d. N M Q SEMPER EIVS. Nel fianco destro poi si legge: ELIVS NI...S...M ... ERIVS SIT ...
Giuseppe Gatti.
Avvio di saggi stratigrafici all'interno della Basilica Giulia, che portano alla scoperta di parte della precedente basilica Sempronia e di una casa più antica.
La basilica misurava complessivamente 101 x 49 metri. La grande sala centrale, di 82 x 18 metri, era circondata sui quattro lati da una doppia fila di portici su pilastri in laterizio e travertino che formavano cinque navate.
1904
Ricostruzione della Basilica Julia
Das Forum romanum
1900
Pianta degli Scavi al Foro Romano
Notizie degli scavi di antichità
1897
Pianta della Basilica Giulia
Rovine e scavi di Roma antica
1883
John Henry Parker
Plan of Forum Romanum and Via Sacra
The Archeology of Rome
1865
Paolo Cacchiatelli
Basilica Giulia
Le Scienze e le Arti sotto il pontificato di Pio IX
1848
Luigi Canina
Pianta della Basilica Giulia
Gli edifizj di Roma antica - Volume II
1848
Luigi Canina
Elevazione della Basilica Giulia
Gli edifizj di Roma antica - Volume II
1848
Luigi Canina
Sezione della Basilica Giulia
Gli edifizj di Roma antica - Volume II