Data: 203
Codice identificativo monumento: 1952
678: Papa Agatone istituisce una Diaconia nei pressi dell'Arco di Settimio Severo, dedicata ai Santi Sergio e Bacco.
731: Papa Gregorio III avvia la ricostruzione della Diaconia di San Sergio e Bacco. Il campanile della nuova chiesa si installa sopra l'Arco di Settimio Severo.
1536: In vista della visita a Roma dell'imperatore Carlo V, il Papa Paolo III incarica Antonio da Sangallo di predispone una via trionfale da Porta San Sebastiano fino al Foro Romano. La porta viene trasformata in un vero e proprio arco di trionfo, ornandola di statue, colonne e fregi. Ai lati sono erette due statue (una del Cristo, l'altra di San Pietro). Le due gnandi torri sono decorate con scene che ricordano il trionfo degli Scipioni e la sconfitta di Annibale. L'itinerario prevedeva la realizzazione di due rettifili, dalla porta San Sebastiano a San Sisto Vecchio e di qui (attraverso la vigna dei Benzoni, tra porta San Paolo e Santa Sabina e la vigna di Gennato Msffei) fino all'arco di Costantino, il secondo dalí'arco di Tito dhttamente ali'arco di Settimio Severo. Per migliorare il percorso del corte, viene demolita la chiesa di San Sergio e Bacco, adddossata all'Arco di Settimio Severo. Viene restaurata la chiesa di San Lorenzo in Miranda, ripristinando le forme originarie del tempio inglobato e rimuovendo le cappelle laterali e altre aggiunte. Alle falde del Palatino, vengono eseguiti complessi lavori, &cando, dopo imponenti opere di sostegno e temtzzamento.
5/4/1536: L'imperatore Carlo V giunge a Roma. Il corteo entra trionfalmente da Porta San Sebastiano alle ore 11. In testa marciano quattromila fanti spagnoli al comando del marchese del Vasto, in righe di sette e cinquecento cavalieri, seguivano gli inviati di Firenze, Ferrara e Venezia, i baroni romani, i grandi di Spagna, il senatore di Roma e il governatore della città. Procedono davanti all'imperatore, vestito di velluto viola e su un cavallo bianco, cinquanta giovinetti dell'aristocrazia romana, vestiti di seta viola. Seguono l'imperatore, i cardinali a cavallo a due a due. Poi 1500 soldati di fanteria, 300 cavdeggeri alla borgognona e 1000 archibugieri. Chiude il corteo la guardia imperiale, di duecento uomini. Il corteo percorre l' Appia, passando davanti alle Terme di Caracalla e al Settizonio, sotto gli archi di Costantino e di Tito, attraverso il Foro e l'Arco Settimio Severo, girando intorno al colle capitolino, raggiungendo la piazza di San Marco) dove era stato eretto da Sangallo il Giovane un arco trionfale ornato di statue e pitture). Probabilmente l'imperatore, fa sosta al palazzo Caffarelli, per poi proseguuire lungo la via Papale e i Banchi, il ponte di Castel Sant'Angelo e attraverso Borgo, arriva in piazza San Pietro salutato dal rombo delle artiglierie di Castello. Davanti alla basilica, Carlo V scese da cavallo e presenta il rituale omaggio al pontefice che lo aspettava nel portico. Insieme entrano in San Pietro per assistere a una funzione religiosa e si recarono nella sala Regia e nella cappella di Nicolò V, dove il papa prese congedo e l'imperatore fu accompagnato nell'alloggio predisposto.
4/12/1571: L'ammiraglio Marcantonio II Colonna celebra il trionfo dopo la vittoria sui turchi ottenuta a Lepanto dalla Flotta della Lega Santa. Il corteo si muove da Porta San Sebastiano a San Pietro, con tappe all'arco di Costantino, di Tito, di Settimio Severo e dal Campidoglio al Vaticano. La porta era adorna di festoni e della rappresentazione "di varie spoglie tolte ai nemici; si scorgevano timoni, remi, antenne, galee fracassate, artiglierie ed altre cose relative alla battaglia navale". Sulla grande arcata della predetta porta, così come sui tre antichi archi di trionfo ch'egli avrebbe attraversato lungo la Via Trionfale e la Via Sacra, erano state affisse delle grandi iscrizioni in latino inneggianti alla vittoria navale ed ai suoi artefici. La prima di esse, in particolare, recava la dedica del Senato e del Popolo Romano a "Marco Antonio Colonna, ammiraglio della flotta pontificia, altamente benemerito della s. Sede, della salute degli alleati e della dignità del popolo romano". I festeggiamenti proseguono per sette giorni.
1774: Durante scavo all'Arco di Settimio Severo, viene scoperto un cippo (ora ai Museo Vaticano)
/7/1803: Papa Pio VII avvia una campagnia di scavi al Foro Romano. Sono abbattute le strutture che gli si addossavano. Viene scoperta la base di una grande porzione del Miliare aureo, centro di tutte le strade dell'impero. Per l'occasione viene posta una targa (ora a villa Centurini).
1833: Duranti sterri nei pressi dell'Arco di Settimio Severo, sono ritrovati colossali frammenti delle statue che lo decoravano.
1898: L'Arco di Settimio Severo viene completamente liberato dai sedimenti.
Dedicato dal senato all'imperatore Settimio Severo e ai suoi due figli, Caracalla e Geta per celebrare la vittoria sui Parti, ottenuta con due campagne militari concluse rispettivamente nel 195 e nel 197-198.
Sui due lati dell'alto attico è presente la seguente iscrizione:
«IMP · CAES · LVCIO · SEPTIMIO · M · FIL · SEVERO · PIO · PERTINACI · AVG · PATRI PATRIAE · PARTHICO · ARABICO · ET · PARTHICO · ADIABENICO · PONTIFIC · MAXIMO · TRIBUNIC · POTEST · XI · IMP · XI · COS · III · PROCOS · ET · IMP · CAES · M · AVRELIO · L · FIL · ANTONINO · AVG · PIO · FELICI · TRIBUNIC · POTEST · VI · COS · PROCOS · (P · P · OPTIMIS · FORTISSIMISQVE · PRINCIPIBUS) · OB · REM · PVBLICAM · RESTITVTAM · IMPERIVMQVE · POPVLI · ROMANI · PROPAGATVM · INSIGNIBVS · VIRTVTIBVS · EORVM · DOMI · FORISQVE · S · P · Q · R»
(P · P · OPTIMIS · FORTISSIMISQVE · PRINCIPIBUS)
sostituisce il testo originario (cui si è potuto risalire tramite gli incavi ricavati per bloccare le lettere metalliche) e che era:
ET P(ublio) SEPTIMIO L(uci) FIL(io) GETAE NOBILISS(imo) CAESARI)
riportante la dedica a Geta e che venne cancellato e sostituito dopo il suo assassinio e la seguente damnatio memoriae.
L'arco è alto 23 metri, largo 25, profondo 11,85. Costruito in mattoni e opera quadrata di marmo pentelico, con tre fornici inquadrati sul lato frontale da colonne sporgenti libere di ordine composito, su alti plinti, scolpiti con Vittorie e figure di barbari. L'accesso centrale è alto 12 metri, i laterali 7,80 metri.
I due lati principali dell'arco erano decorati da rilievi. Ai lati del fornice centrale si trovano le consuete Vittorie con trofei, che volano sopra genietti che simboleggiano le quattro stagioni.
Sui minori, si trovano figure con personificazioni dei fiumi. Nelle chiavi d'arco sono scolpite varie divinità: Marte, Ercole, Libero, Virtus e Fortuna. Sui fornici minori corre un fregio con la processione trionfale scolpita da altissimo rilievo.
Sui plinti delle colonne rappresentazioni di soldati romani con prigionieri parti (quattro sulla fronte e due sui lati minori).
La parte più importante della decorazione sono i quattro pannelli che occupano lo spazio sui fornici minori, dove è narrata la storia delle campagne di Settimio Severo in Mesopotamia.
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