Data: / 1926
Codice identificativo monumento: 1986
Charles Andrew Mills e dall'archeologo inglese William Gell aquistano la Villa Stati-Mattei sul Palatino.
Robert Smith, un ex-funzionario della Compagnia delle Indie orientali, acquista Villa Mills. Aggiungere elementi gotici alla villa usando i servizi di un architetto inglese alla moda per creare pinnacoli, merli, cornici e chiostri e anche due pagode cinesi, dipinte di giallo, sopra le terme augustane.
Villa Mills viene acquistata dalle Sorelle della Visitazione, che incaricano Virginio Vespignani di realizzare ampliamenti e adattamenti alla nuova funzione.
Per ordine di S. E. il Ministro della pubblica Istruzione on. prof. Ferdinando Martini, sono stati ripresi i lavori, interrotti fin dal 1878, per liberare dalle terre l'area dello Stadio Palatino. Si è incominciato dal compiere lo sterro del porticato occidentale, lungo il muro di confine colla villa Mills. Sono stati scoperti vari avanzi dei pilastri isolati, che correvano lungo la fronte del portico, ed erano decorati di mezze colonne laterizie rivestite di marmi colorati. In una di queste colonne si è trovato ancora ben conservato il rivestimento marmoreo, formato di lastroni di porta-santa a scanalatura piena.
Due dei detti piedritti, spettanti all'ordine inferiore del portico, conservano dal lato interno lo zoccolo marmoreo modinato. Si è pure rinvenuto, in ottime condizioni, un tratto del pavimento lastricato a lastroni di marmo, che dal piano del portico scende con forte pendenza, e non mediante gradini, al canale marmoreo che raccoglieva lo stillicidio del portico. Anche di questo canale è stato quivi stesso scoperto un notevole tratto, nel piano dell'arena.
Il muro perimetrale dello Stadio apparisce aver avuto in origine varie aperture regolari, arcuate, di m. 3,00, che mettevano in comunicazione quell'edificio con la domus Augustana. Questi fornici furono chiusi per i nuovi lavori di Adriano e di di Settimio Severo.
Di uno però si è trovata in parte demolita tale chiusura; e si vede tutto il piedritto dell'antica porta. Il proseguimento degli scavi farà conoscere la relazione di siffatte aperture con quella parte delle fabbriche augustee, sulle quali si trova fondato il casino della villa Mills.
Molti frammenti di tegole e mattoni, improntati con sigillo di fabbrica, sono stati raccolti nello sterro. Rappresentano tutti bolli già noti, e possono essere cronologicamente classificati nel modo seguente:
a) dell'età dei Flavii, cioè degli ultimi decennî del secolo I: C.I.L. XV, 635a, 664a, 1096c (quattro esemplari e due frammenti), 1097d, 1312, 1449a (tre esemplari). b) dell'età di Adriano: C. /. LZ. XV, 50, 817, 319, 549, 562, 565a, 565n (due esemplari), 578a, 5832, 593b, 600d, 637, 647, 846, 1035, 1075, 1076, 1115a, 1347. c) della seconda metà del secolo II, e dell'età di Severo: C.I.L. XV, 134, 155, 202, 407, 725, 1368. d) posteriori a Diocleziano: C.I.L. XV, 1547.
Un piccolo frammento di lastrone marmoreo conserva, in belli caratteri: ...AVG | DIV...
Oltre copiosi frammenti di marmi trasmarini, sono stati recuperati nello sterro: rocchi di colonne in granito, in cipollino, ed in marmo bigio; una colonna quasi intiera, di cipollino ; pezzi di capitelli, di basi, di fregi, di cornici, di transenne; frammenti di pavimento battuto a grossi ed irregolari pezzi di marmo; un frammento di grande tazza di porfido ; varî avanzi di sculture, tra i quali alcuni spettano ad una statua, che era appoggiata ad un tronco d'albero ornato di grappoli e viticci. Sono stati egualmente raccolti: un bassorilievo che rappresenta un grifo alato, mancante della testa e dell’estremità delle ali; una mezza testa giovanile, in marmo bianco; un frammento di musaico a cubetti di smalto colorato ed in parte dorato; due lucerne fittili, communi; varî pezzi di piombo, i quali, fusi per incendio, colarono nelle baccellature delle colonne e ne portano l'impronta. Simili tracce di fuoco assai violento veggonsi pure in quasi tutti gli avanzi marmorei tornati all'aperto.
Giuseppe Gatti.
Spinti con grande alacrità i lavori di sterro nello Stadio Palatino, il giorno 20 di aprile questo insigne monumento si vide totalmente liberato dalle terre di scarico, che nello scorso mese ne occupavano ancora tutta la parte a-settentrione.
Furono rimessi in luce gli avanzi dei pilastri e delle mezze colonne, che decoravano l'esterno del porticato: e nel fondo di ciascuna delle due ale maggiori del porticato medesimo si scoprì una grande abside, con volta ornata dei consueti cassettoni, i quali ricorrono in tutto questo gruppo di fabbriche imperiali. Nel lato minore, sotto l’orto annesso al convento di s. Bonaventura, il portico è abbastanza conservato, ma trasformato in parte da antiche costruzioni, le quali sembrano contemporanee ai grandi lavori di riedificazione fatti da Settimio Severo nello Stadio.
In questo lato del portico i pilastri e le colonne non sono equidistanti fra loro, nè mantengano la misura degli intercolunnii, quale è in tutto il resto del monumento. Vi si notano, invece, tre ingressi: uno centrale, e due laterali.
I tre dei plinti marmorei, su cui sorgono le mezze colonne rivestite di portasanta, recano incise le iniziali CAI. Queste leggonsi pure nello zoccolo di un pilastro dell’ingresso centrale. Forse celano i nomi dell’architetto, che sotto Severo eseguì il ristauro generale del porticato. Oltre vari frammenti della decorazione architettonica, spettanti al predetto lato d'ingresso allo Stadio, e specialmente della trabeazione e delle colonnine scanalate (diam. m. 0,11) che ne sostenevano gli aggetti, si rinvennero fra le terre parecchi pezzi di antiche sculture e frammenti di statue, i più notevoli dei quali sono i seguenti:
a) Testa muliebre, poco maggiore del vero, di perfetto lavoro, mancante soltanto di parte della nuca e del naso. È scultura originale d’arte greca, e uscita dalle mani di uno dei grandi maestri del secolo V av. Cr. Fu trovata nello sterrare il nicchione semicircolare in fondo al portico, sotto la villa Mills, cioè nel sito più prossimo all'area d'Apollo, che è tuttora inesplorata. Non è forse improbabile, che questa preziosa testa spettasse ad una delle statue di Muse, con le quali Augusto decorò lo splendido tempio palatino di Apollo. È stata collocata nel Museo Nazionale Romano alle Terme diocleziane.
b) Busto dell'imp. Antonino Pio, di grandezza un poco maggiore del vero, perfettamente conservato, tranne la punta del naso. È vestito con la clamide affibbiata sulla spalla; la testa è leggermente volta a destra. Anche questo marmo è stato esposto nel Museo delle Terme.
c) Testa femminile, forse di Baccante, coronata di edera e di foglie e grappoli d'uva. È di buona fattura, e ben conservata, meno la metà inferiore del volto. Altezza m. 0,20.
d) Testa giovanile, con elmo, alta m. ‘0,22. È eni danneggiata sulla guancia destra e sulla tempia sinistra.
e) Piccola testa di Bacco, alta m. 0,11. La figura è barbata, e coronata di corimbi.
f) Statuetta di Fauno, rotta in più pezzi, e mancante della testa, delle braccia e di parte delle gambe. Il braccio destro era sollevato in alto. Misura m. 0,75.
g) Plinto di una statua, di grandezza naturale, forse rappresentante Venere, di cui rimane soltanto il piede destro. A sinistra vi è la testa di un delfino.
h) Erma bicipite, alto m. 0,22. Ambedue le figure sono barbate, ed hanno i capelli ricciuti, cinti di benda.
i) Frammento di lastrone marmoreo (alt. m. 0,32, larg. m. 0,15), di arte rozza, e decadente sul quale notasi un bove accovacciato, e superiormente una mano che stringe un oggetto.
Si raccolsero, pure fra le terre di scarico: alcune lucerne fittili cristiane, col monogramma Chrismon in rilievo; un ansa di anfora, che ha impresso il bollo (P , del diametro di m. 0,025; un frammento di piatto, in terra rossa, nell’orlo del quale entro circoli concentrici è una serie di delfini impressa a stampo: nel mezzo del piatto è un doppio cerchietto, e ai lati di esso due grandi monogrammi cristiani.
I frammenti di tegole e di mattoni con marchio di fabbrica, raccolti nel mese di marzo fra le terre, che ingombravano il lato settentrionale dello Stadio, sommano a 48. Sette di questi spettano agli ultimi decennii del primo secolo, e sono quelli editi nel C.I.L XV n. 992c (2 esempl.), 1094f (2 esempl.), 1096, 1153, 1449a.
All'età di Adriano se ne riferiscono ventotto, e sono: C.I.L. XV n. 129, 377d, 430, 474, 550 (2 esempl.), 5594 (3 esempl.), 563p, 565l, 565n (4 esempl.), 593, 595d, 637, 847, 1035 (2 esempl.), 1087a, 1075a, 1097h (2 esempl.), 1346b, 1373, 13815.
Finalmente ne spettano tredici al tempo degli Antonini e di Settimio Severo, cioè: €. I. LZ. XV n. 46 (2 esempl.), 110, 149, 211, 214, 220, 324, 325, 626, 730, 150, 407.
Oltre lo sterro completo dell’area dello Stadio, si è incominciato a rimuovere le terre da quella parte della villa Mills, ove nel secolo passato furono scoperti gli avanzi della domus Augustana. Scopo di tali lavori è di congiungere collo Stadio le camere della casa privata di Augusto, riaprendo tra quello e queste la primitiva communicazione.
È stata rimessa in luce la scala, che dal piano superiore discendeva all’inferiore, ed era tutta rivestita di marmi colorati. Si compone di due rampe; una delle quali è parallela, l’altra normale all'asse dello Stadio e della Casa di Augusto.
Si è pure riaperta la communicazione fra detta scala e lo Stadio, la quale communicazione era stata chiusa negli ultimi grandi lavori di restauro, fatti da Settimio Severo in questa parte del Palatino.
Furono recuperati in questo sterro: un frammento di cornice marmorea; due pezzi di panneggio di statua; un frammento di fregio in terracotta, con rilievo rappresentante putti che cavalcano delfini, colorato in rosso e azzurro; quattro pezzi di mattoni con bolli figuli, due dei quali spettano alla fine del primo secolo e riproducono quelli editi nel C. 7. Z. XV n. 6350, 992c; gli altri due sono della fine del secolo secondo, e ripetono il n. 430.
Giuseppe Gatti.
La Direzione delle Antichità e Belle Arti acquisisce Villa Mills al Palatino: "Un avvenimento notevole per l'archeologia romana, s'è compiuto in questi ultimi giorni: Ja Direzione delle Antichità e Belle Arti è finalmente entrata in possesso della famosa villa Mills che, occupando con le sue costruzioni e coi suoi giardini la più alta vetta del Palatino, impedì finora che in questa parte del monte, fosse mai fatto dal Governo nemmeno un principio di scavo."
Nell'angolo nord-est di villa Mills, dove questa copre parte del peristilio della — domus Flavia, sono tornati in luce, sul pavimento marmoreo, due frammenti di una colonna scanalata di giallo antico, del diam. di m. 0,58, l’uno lungo m. 2,15, altro m. 0,80.
Dante Vaglieri.
A villa Mills sono stati rinvenuti i frammenti di parecchi bolli di i CIL XV, 1185, 158, 163, 271, 565, [2es.], 565, 578, 581, 593, 792 [2 es.], 933.2, 990, 9927, 904e, 999e9, 10004, 1026, 1076, 1097, 1247, 1346, 1569 a, 1627 o 1628, NVCLAVD SERV, APR EXFCL.. e un manico d'anfora (C.I.L.. XV, 3090).
Dante Vaglieri.
Avviata una campagnia di scavi nella Domus Flavia e Augustana portano alla demolizione della Villa Mills, preservando solo il Casino Mattei.
1888
Casa di Germanico
L'antica Roma
1835
Giovanni Battista Cipriani
Villa Mills
Itinerario figurato degli edificij più rimarchevoli di Roma
1833
Agostino Tofanelli
Casa di Raffaello sul Palatino
Memorie di antichità e curiosità di Roma e dintorni
1833
Achille Pinelli
Santa Maria Liberatrice
1769
Soffitto di Villa Magnani