Codice identificativo monumento: 19916
Nella località detta s. Passera, a quattro chilometri dalla città e precisamente dietro la chiesetta che ha dato il nome alla contrada, in seguito ai lavori di sterro per la costruzione del grande collettore sulla destra riva del Tevere, sono tornati in luce alcuni ruderi di un vasto edificio, in opera reticolata e laterizia.
La ristrettezza del cavo, quanto cioè è necessaria per la costruzione del collettore, non ha permesso di fare studî circa la natura e la destinazione dell'edificio al quale i ruderi suddetti appartenevano. Si trovarono anche tracce di pavimenti a musaico, a tesselli bianchi con una fascia o bordo nero all’ intorno. Le fondamenta dell’edificio corrispondevano alla quota di m. 6,50 sotto l'odierno piano di campagna.
Sembra che si entrasse nell'edificio da un grande ingresso, di cui si conservavano i pilastri laterizî, ed alla cui decorazione appartennero due grandi modiglioni di travertino, alti m. 1,00, rivestiti di stucco, raffiguranti due Arpie. L’ espressione dei volti è truce, il seno è turgido. Lunghi capelli scendono sulle spalle; il corpo è per metà ricoperto dalle ali. I piedi sono grifagni, con unghie adunche. Sul capo posa una specie di abaco circolare, del diametro di m. 0,44, sul quale poggiava una trabeazione od un architrave.
Confusi tra la terra di scarico, si raccolsero gli oggetti seguenti: Due frammenti di stupenda ara marmorea, pulvinata, con cornice di palmette e sotto un giro di oyoli e fuseruole. La parte superiore ed i pulvini sono lavorati a squama. Frammento di grande vasca mormorea (/a2rum), in cui è scolpita, a basso rilievo, una testa di leone con anello in bocca. Frammento di colonnina scanalata, del diametro di m. 0,19, alta 0,30. Quattro basi di colonne, in travertino, del diam. di m.0,40. Mano di una statua di basalte, di grandezza maggiore del vero, calcinata dal fuoco.
Frammento di antefissa fittile in cui vedesi, ad alto rilievo, una testa di donna, con orecchini, e coi capelli trattenuti da una vitta. La figura è elegantemente modellata e conserva tracce di policromia.
Pezzo di lastra fittile, eseguita su stampo, in cui è rappresentata una mezza figura umana assai danneggiata, nascente da fogliami. Regge con la destra un vaso colmo di frutta e con la sinistra un urceo. Il fondo era dipinto di turchino. Questo rilievo fittile può confrontarsi con quello edito dal Campana alla tavola CXIII, B ed in cui si è voluto riconoscere la protome del dio Oro nascente da fogliami.
Frammento di altra tavola fittile dove rimane parte della nota rappresentanza della Vittoria che uccide il toro.
Terracotta ornamentale del coronamento di un edificio, in cui vedesi una pantera, un tirso, un cantaro, una palmetta. Fregi simili conservansi, in più esemplari, anche nel Museo Nazionale Romano, alle Terme.
Per i medesimi lavori sono state recuperate due lapidi inscritte. In una di esse (di m. 0,54 X 0,30) si legge: d M ....IO ADIMA ...nTO CONIVGI KARISSIMo BENE MERENTI FECIT
L'altra (di m. 0,61 X 0,21) rotta in varì frammenti, reca: D M A ATI NIO SVCESSO QVI ... PATRO NO VIXIT ANN XXX A ATINIVS CAPELla FRA TRI FECit
Si rinvenne pure un pezzo di urna cineraria rotonda, in alabastro (dim. 0,23 X 0,16), su cul è scritto: A ATINVS SATVRNInus VIXIT AnnIS...
Circa la località di s. Passera ed il nome della vetusta chiesetta medioevale, veggasi quanto fu scritto nelle Notizie del 1879 p. 205 sg., ove furono anche edite alcune epigrafi adoperate come materiale da costruzione nella chiesa stessa.
Giuseppe Gatti.