Codice identificativo monumento: 19922
Nella continuazione degli sterri sul colle Oppio, per tracciare e spianare la nuova via che darà accesso al Laterano, passando fra l'anfiteatro Flavio ed i ruderi del portico delle terme di Tito, presso l'ultimo pilastro, dal lato di ovest, sono tornati in luce gli avanzi di un oratorio cristiano, con pitture che possono riferirsi al secolo XII od al XIII. Non essendo ancora il sito totalmente liberato dalle terre, ne sarà data relazione al termine dei lavori.
Dal lato opposto dello sterro, cioè verso il piazzale fra la via Labicana, e la via di s. Giovanni in Laterano, sono state scoperte altre quattro tombe formate con tegoloni e coperte alla cappuccina. Queste facevano parte di un gruppo, che doveva esser prossimo all'antica chiesa ed ospedale di s. Giacomo; mentre la maggior parte di quelle precedentemente scoperte (cfr. Notizie 1895 p. 226) costituiva un altro gruppo posto più ad occidente. Due dei tegoloni recano il bollo delle officine Furiane, C.I.L. XV, 218; e due altri riproducono i bolli, egualmente noti, C.I.L. XV, 1003 e 1029.
Nello sterro sono stati raccolti i seguenti oggetti: — Rocchio di colonna, di granito bigio, lungo m. 1,95, diam. 0,38. Altro di cipollino, lungo m. 1,30, diam. 0,28. Altro di marmo bianco, baccellato, lungo m. 0,55, diam. 0,30. Altro di portasanta, lungo m. 0,50, diam. 0,46. Testa muliebre, in marmo, con capelli legati da due nastri e raccolti all’occipite, alta m. 0,32. Metà sinistra di statuetta muliebre, panneggiata, in basalte, alta m. 0,18: manca la testa, l'avambraccio sinistro e quasi tutta la gamba. Piccola testa virile, barbata, alta m. 0,11. Altra simile, alta m. 0,07. Testina di donna, alta m. 0,10. Coperchio d'urna cineraria con antetisse agli angoli e fastigio, nel mezzo del quale è scolpita una rosa: lungo m. 0,42 X 0,28 X-0,09. Pezzo del fianco di un sarcofago, che porta in rilievo uno struzzo in mezzo a piante: alto m. 0,32, largo m. 0,40. Altro piccolo frammento di sarcofago, con genio alato: alto m. 0,24 X 0,10. Frammento di fregio intagliato, con cornice, lungo m. 0,74 X 0,80 X 0,20: nel rovescio vi fu posteriormente incisa un'iscrizione in lettere alte m. 0,09, della quale rimane: TIS SORDENT... ITERV...
Sono stati inoltre recuperati questi avanzi epigrafici : a) lastra marmorea, alta m. 0,39 X 0,29: D M QVINTILIANE ZOTicus COIVGI BENE MERE NIC FECIT VIXIT ANN XXVIIII ET MATRONAE ET IVLIANE FIL; b) pezzo di cippo marmoreo, lungo m. 0,37, alto m. 0,16: pOLYBIUS AGRIPPIN... | IMP CAES AVG SER...| CASTRENSIS... | ...N XXXXV... | ...PIVS...; c) frammento di lastra di m. 0,15 x 0,17: ...CIP... | ...M LIBERtis liertasque suis | POSTerisque eorum hVIC MONumento dolus malus abesto; d) frammento di cippo sepolcrale, alto m. 0,17 X 0,10: AC... N; e) titoletto di colombario, di m. 0,14 X 0,12: ...MACIVS | ...INVS; f) frammento di grossa lastra di marmo, di m. 0,15 x 0,10: V S feciT SIBI et libertis IBERT busque posteri S Q Eorum
g) frammento di grande iscrizione monumentale, spettante all'anfiteatro, con lettere alte m. 0,14: TI; h) altro simile, con cornice nella parte superiore, alto m. 0,17 X 0,16 X 0,12: ...RIIC..; i) frammento di lapide sepolcrale cristiana alto m. 0,20 x 0,24: Fortunat... | FILIAE... | An...
Giuseppe Gatti.
Sgombrata intieramente dalla terra la parete con intonaco dipinto, di cui nel mese passato fu annunziata la scoperta (Notizie 1895 p. 246), si è riconosciuto ch'essa costituiva il fondo di un oratorio cristiano, costruito fra i ruderi delle antiche fabbriche poste sull'Oppio, all'estremità occidentale del portico delle terme di Tito.
La parete è curvilinea, in forma di abside; e ne è stata scoperta appena la terza parte, dal lato destro di chi guarda. Nel mezzo vi era rappresentata la Vergine Maria seduta su trono col divin Figliuolo nel seno; come evidentemente dimostrano una parte della ricca veste, il cui lembo è ornato di gemme, ed il fianco sinistro del trono marmoreo, decorato di musaici e con cuscino, che soli rimangono del quadro centrale. A sinistra è rappresentato in piedi un santo, con nimbo attorno al capo, barbato e vestito di abito monastico. Porta una tunica di color cenere, stretta alla vita dal una cintura di cuoio, ed ha sulle spalle un corto mantello rossastro. Non è improbabile che vi sia effigiato s. Benedetto. Alla sinistra del santo è dipinto su basamento giallo un pilastro decorativo in colore bianco, col quale termina la composizione da questo lato. Dal lato opposto, cioè alla destra del trono ove è assisa la Vergine, doveva esservi dipinto un altro santo.
Fra il trono e la immagine ora descritta sta genuflessa una figura, di piccole proporzioni, che rivolge il viso verso la Madonna e tiene le mani sollevate in atto di preghiera. Certamente rappresenta il personaggio, che volle adornato di tali pitture il sacro luogo. Ha il capo tonsurato, e veste la casula ecclesiastica.
Sotto il quadro corre una larga fascia di colore rosso, sulla quale resta appena qualche traccia di un'iscrizione in lettere medievali di colore bianco. In varie parti poi dell’intonaco dipinto furono graffiti nomi di visitatori.
Altri pezzi d'intonaco dipinto, spettanti alla descritta parete, furono nel sito stesso recuperati fra la terra; e fra essi v'è una piccola testa, forse del bambino Gesù, e parte di un'altra figura di personaggio genuflesso ed orante.
Giuseppe Gatti.
Fu riferito nelle Notizie dello scorso mese (p. 317) che sotto il dipinto dell'oratorio cristiano scoperto tra i ruderi nelle pendici dell'Oppio, in varie parti dell'intonaco apparvero dei graffiti ricordanti i nomi dei visitatori. Ecco ora i facsimili dei graffiti stessi.
Nella parte superiore e sopra il petto della figura barbata, è scritto tre volte, sopra una stessa linea, il nome Azlot. Poco più in basso, sopra il capo del personaggio genuflesso alla sinistra del trono, si legge: Fromena. Dietro le spalle della suaccennata figura genuflessa, è graffito uno stemma gentilizio.
Giuseppe Gatti.