Codice identificativo monumento: 19935
Nell'estremitą meridionale del piazzale interno della nuova Stazione di Trastevere, dal 12 luglio al 10 agosto furono eseguiti per conto dell'amministrazione governativa alcuni scavi, che hanno dato luogo a scoperte nell'area degli antichi orti di Cesare, a destra della via Portuense.
Nella parte pił sporgente della collina, ove si riconobbe una serie di latomie scavate nel vivo tufo, sul versante orientale, alla progressiva di metri 1132 della linea ferroviaria, eseguendosi il taglio della roccia pel tracciamento della strada di circonvallazione, al di sotto del livello normale della Stazione (che trovasi alla quota di m. 20,15 sul livello del mare) apparve da prima una nicchia quadrilunga, fastigiata, incavata nel tufo, nel cui frontespizio erano scolpiti. a bassorilievo una clava in mezzo a due scifi, e nella fascia di base era la scritta:
L DOMITIVS PERMISSVS FECIT
Sgombrato con tutta cautela il fondo della nicchia, vi si trovarono sculture ed oggetti dei quali si dirą appresso, e si riconobbe essere quella un'edicola sacra ad Ercole.
Proseguito lo scavo, alla profonditą di m. 5,00 dal piano sopra indicato, fu scoperta al suo posto la mensa su due gradini di costruzione laterizia, e sul davanti due are rovesciate a terra dall'urto della volta della latomia, gią anticamente crollata, la cui rovina cagionņ l'abbandono del luogo.
Le due are sono della stessa forma e della misura medesima; alte ciascuna m. 0,75, larghe m. 0,50, profonde m. 0,50. Sono formate di un plinto cubico, sorretto da base scorniciata, e coronato da cornice fastigiata coi pulvini laterali. Un grosso lastrone o cuscino di travertino, di m. 0,60 X 1,25, trovato al suo posto dinanzi all'edicola, serviva di base alle due are; le quali perciņ in origine dovevano trovarsi collocate come si vede nell'annesso disegno. Una delle are č in travertino, l'altra in tufo. Portano sulla fronte del plinto la medesima iscrizione: IMPERIO HERCVLI SACRV L DOMITIVS PERMISSVS.
Sul davanti della mensa si scorgono traccie di bassorilievi in stucco, la cui rappresentazione non si č potuta bene distinguere, per essere caduto lo stucco, lasciando una troppo lieve impronta sull'intonaco dipinto in rosso. Sembra nondimeno che vi fosse raffisurata una danza.
L'interno dell'edicola era intonacato e dipinto a fondo rosso, con ornati a finto oro; la parete esterna era intonacata e dipinta con ornati di fogliami, fiori ed uccelli policromi su fondo giallo.
Gli oggetti trovati nell'interno dell'edicola sono: 1. Statuetta di tufo, alta m. 0,75, rotta in ventiquattro frammenti, che nella maggior parte possono riunirsi. Rappresenta Ercole vincitore, nel noto motivo con cui č rappresentato in uno dei medaglioni dell'arco di Costantino. Posa la destra sulla clava, e sorregge colla sinistra il pomo; col piede destro calca la testa del toro, 2. Statuetta simile di proporzioni pił piccole, rotta in due pezzi. Rappresenta l'Hercules cubans, che aveva forse il suo prototipo in quel simulacro, che nei cataloghi regionarii č ricordato nel Trastevere, e che avrebbe dovuto trovarsi non molto lungi dal luogo ove avvenne la scoperta recente. Giace sul fianco sinistro ; colla sinistra regge la clava, e colla destra sostiene un vaso posato su di una mensa circolare a tripode. 3. Frammento o parte superiore di una statua virile pure di tufo, di lavoro molto rude. Rappresenta Giove Serapide (?), col modio sul capo.
Queste tre statue in tufo erano in origine colorate di rosso, come si desume dalle tracce del colore che conservano. 4. Parte anteriore di una testa marmorea, ornata di edera. Č modellata come se fosse la metą di un erma bicipite. 5. Frammento di plinto circolare marmoreo, su cui č rilevata una testina di Ercole, coperta con la pelle del leone. 6. Altra piccola testa marmorea, modellata a metą di erma bicipite, rappresentante Bacco con fronte diademata. 7. Altra simile ritraente il tipo di Giove barbato, ma molto corrosa. 8. Altra protome simile rappresentante forse un Giove. 9. Testina marmorea di statua virile di accurata esecuzione rappresentante un giovanetto, collo sguardo in alto, ed in atteggiamento di dolore. 10. Mano di statuina marmorea di buona modellatura, e che impugna un oggetto non riconoscibile. 11. Vari frammenti o torsi di piccole Veneri, alte in origine dai dieci ai venti centimetri, quasi intieramente calcinati. 12. Dieci altri frammenti di statuine imitanti figure di divinitą di tipo egizio, per quanto č dato riconoscere dai pezzi quasi intieramente calcinati. 13. Busto fittile di Minerva galeata, con sua basetta di sostegno. 14. Due lucerne fittili monolicni: l'una presenta in rilievo ed a stampo la figura della Fortuna; l'altra ha pure in rilievo, ma di arte rozza, la figura di una Vittoria alata. 15. Lucerna del diametro di m. 0,145, a sette becchi, tutta coperta di incrostazioni di calcare. 16. Una mezza maschera fittile del tipo di Ercole; un frammento di torso di statuetta pure fittile,,ed un orciuolo. 17. Un busto di Minerva galeata in stucco, molto frammentato. 18. Vari frammenti di basette circolari di stucco, adoperate per sostegno a dei busti. 19. Piccola protome muliebre acefala, parimente in stucco.
Tutto ciņ fu ritrovato nell'interno e presso l'edicola, commisto alle terre trasportate dalle acque di filtrazione. Ampliate le indagini nell'area circostante, fra le terre franate, per la lunghezza di circa nove metri dalla fronte dell'edicola, si scoprirono parecchie lastrine di marmi colorati, che servirono per pavimenti o per rivestiture delle pareti, e quindi questi pezzi marmorei: 20. Macinello in forma di dito, di lavoro assai rozzo. 21. Busto di adulto sbarbato, con capelli ricci. Č mancante nella punta del naso, e nella spalla sinistra, dove č un pezzo riportato in antico, alt. m. 0,53. 22. Busto conservatissimo di giovane pure senza barba, alto m. 0,42. 23. Altro busto di giovane con barba leggera e folta capigliatura, alto m. 0,35. Č conservatissimo, non avendo ricevuto altra offesa che all'estremitą delle orecchie, e recando una macchia sul naso, cagionata dallossido di ferro. 24. Busto di giovine imberbe di perfetta conservazione. La parte posteriore della testa č riportata in antico. Vi č pure di riporto un pezzo della spalla sinistra; alt. m.0,37. 25. Busto di uomo maturo, sbarbato, con capelli e viso che richiama alla mente il tipo dell'imperatore Traiano; alt. m. 0,40. 26. Busto di giovane robusto, imberbe; alt. m. 0,34. 27. Altro busto di giovane imberbe, offeso solo nella punta del naso; alt. m. 0,36. Questi sette busti (21-27) erano posti in cima ad altrettante erme di marmi colorati, come africano, portasanta, bigio, con fusti della misura media di m. 1,88 X 0,275 X 0,225, posati su di un zoccolo a guisa di base ornata di guscio, alta m. 0,18. Cinque di tali erme furono recuperate.
28. Un capitello di pilastro rettangolare intagliato e ben conservato; di lati m. 0,18 X 0,10. 29. Una piccola gradinata su lastra di marmo, grossa m. 0,05, come quelle usate per ornamento di fontane di giardini. 80. Due frammenti di capitelli ionici di differente diametro e di buon intaglio. 31. Un frammento della tondina o parte inferiore, di un capitello corinzio, intagliato a foglia di ulivo. 32. Doppio fiore spettante alla parte superiore di di un candelabro di pregevole intaglio. 38. Tronco frammentato rappresentante un albero di palma. 34. Frammento di pilastrino a sezione rettangolare, di squisito intaglio, con animali fiori e frutti, dello spessore di m. 0,08. 35. Capitellino di forma rettangolare, a rilievo centinato nei lati minori, di intaglio finissimo e bene conservato. 36. Basetta attica di rosso antico, alquanto deteriorata, del diametro di m. 0,32. Si raccolsero inoltre questi altri pezzi: 37, 88. Frammenti che appartengono alla parte superiore di un'ara fastigiata in peperino. 89: Lucerna fittile, annerita dall'uso, col noto bollo in rilievo: SAECVL. 40. Altra lucerna col sigillo pure assai noto, ed a lettere incavate: L MARMI. 41. Altra sul cui piatto č in rilievo Leda col cigno, e sotto il bollo di fabbrica, conosciuto per altri esemplari anche in altre parti d'Italia: L CAECILI. 42. Altra, semplice conservatissima, col bollo comune: L CRAE CSAE.43. Altra sotto cui vedesi rilevato il sigillo fatto con la sola lettera P. 41. Altra sulla quale č un Amore a cavallo di un delfino. A causa delle incrostazioni non č pił visibile la marca di fabbrica. 45. Parecchie altre lucerne comuni, senza marca, o troppo deperite per poterne leggere le impronte delle figuline. 46. Fondo di piatto aretino, con bollo in orme di piede umano: Q CAS VE. 47. Manico frammentato di anfora con bollo: L AL. 48. Altro manico di anfora, in cui si legge a rilievo: LCK. 49. Altro simile, in cui risaltano le lettere: P Q A R. 50. Altro recante il bollo: R M Q. 51. Altro con la leggenda impressa: L AN ANA. 52. Altro ove apparisce la marca: COP. 53. Tre frammenti di antefisse fittili. 54. Fu poi raccolta una collana, ben conservata, composta di fili di oro legati a maglia, nei quali sono infilati alternativamente cilindretti prismatici di prasine, e perle; il tutto chiuso da fermaglio ad uncino. Č lunga m. 0,35, e pesa grammi 8 1/2. 55. Si ebbero quindi pezzi di un cucchiaio e due specilli di bronzo. 56. Una moneta in bronzo di Augusto, ed altra di Antonino Pio. 57. Varī pezzi di fistula acquaria plumbea, nei quali ricorre la leggenda: HAGATO SERVVS FECIT. 58. Due aghi saccali; un cucchiaio e tre stili di osso.
D. Marchetti