Codice identificativo monumento: 19947
In quella parte della Villa Patrizi che prospetta il casino Mayor, tagliandosi il terreno per livellare una nuova strada, è tornata in luce a soli 70 centimetri di protondità una statua muliebre alquanto maggiore del vero, drappeggiata, mancante della sola mano sinistra. Il simulacro, forse ritratto di dama romana del secolo secondo, è alto m. 2,10 ed è scolpito di buona maniera.
Rodolfo Lanciani.
Presso l'ingresso alla villa Patrizi, costruendosi una fogna, alla profondità di m. 0,60 si è incontrato un grande pavimento a lastroni di marmo, per la lunghezza di otto metri; e presso il medesimo è stato scoperto un avanzo di altro pavimento, a musaico grossolano, in scaglie di selce. Fra la terra si è trovata una base rotonda di colonna, che ha il diametro di m. 0,60.
Giuseppe Gatti.
Eseguendosi un cavo per condottura del gas sul viale Castro pretorio, in corrispondenza della terza torre a destra di porta Pia, si è incontrato, a m. 0,60 sotto il piano stradale, un avanzo di pavimento a musaico bianco e nero, di fattura grossolana e senza ornati. Fra la terra sono stati raccolti tre lastroni di marmo e due frammenti di cornici.
Questi resti spettano allo stesso antico edificio, di cui nello scorso anno si trovarono circa lo stesso luogo altri avanzi (cfr. Notizie 1900, pag. 255).
Giuseppe Gatti.
Sterrandosi nell'area della villa Patrizi, per la costruzione di un villino, sulla strada che da porta Pia conduce al Policlinico, sono stati scoperti, al piano della via moderna, gli avanzi di un'antica scala in muratura, con quattro gradini rivestiti di lastre marmoree. La larghezza della scala è di m. 2,65; i gradini sono larghi m. 0,29 ed alti m. 0,17. Di fianco a questa scala si rinvennero due statue marmoree. La prima, alta m. 0,85, rappresenta una Musa, seduta su di una rupe. È di assai mediocre lavoro: mancano la testa e la mano destra. L'altra è una figura femminile, vestita di tunica e peplo, alta m. 1,85. Mancano la testa e le braccia, che erano lavorate a parte ed impernate.
Giuseppe Gatti.
Costruendosi un nuovo villino nell'area dell'antica villa Patrizi, in immediata prossimità di quello in cui nello scorso anno si rinvennero due statue in marmo (cfr. Notizie 1903, pag. 60), ne sono state recuperate altre due, alla profondità di m. 6,50 dal piano di campagna. Una (alt. m. 1,10) è in marmo lunense, acefala, e mancante della metà inferiore delle gambe e di una parte degli avambracci. Rappresenta un oratore seduto, avvolto nel pallio che gli lascia scoperto il petto e dalle spalle scende ai lombi, ripiegandosi poi sul ventre e sulle ginocchia. Nella destra posata sul grembo stringe un rotolo; la figura ricorda il così detto Demostene del Louvre.
L'altra (alt. m. 1,40), in marmo greco di grana sottile e tinta calda, è parimenti seduta ed acefala; la testa era lavorata a parte ed inserita nel collo. Mancano il braccio destro, l'avambraccio sinistro, ed il piede destro. La figura è avvolta nel manto, che si aggruppa con bel partito di pieghe; ed aveva la gamba destra protesa in avanti, mentre la sinistra è alquanto ritirata indietro, per modo che il piede sta col tallone sollevato. Rappresenta forse un poeta: sembra infatti che con la mano sinistra sì appoggiasse ad una cetra, e con la destra tenendo il plettro si rivolgesse verso l'istrumento, come nella celebre statua di Anacreonte, già Borghese, ora a Copenaghen. Nella fronte del masso rettangolare, su cui siede il personaggio, e in vicinanza del piede sinistro, v'è inciso il nome dell’artefice che scolpì la statua. Quest' autore è sconosciuto, ed appartiene all'epoca ellenistica romana.
Giuseppe Gatti.
Facendosi lo sterro per la costruzione di un villino di proprietà del sig. Hvot, alla profondità di m. 2 circa sotto il piano della via di Villa Patrizi e distante da questa m. 32,50 sono stati messi allo scoperto due muri che si incontrano ad angolo retto, in opera reticolata con ricorsi di mattoni.
Nel muro dal lato ovest era incavata una nicchia rettangolare (m. 1,35 X 0,50); nell' altro muro dal lato nord ne erano quattro, (m. 1,38 X 0,50), distanti una dall'altra m. 1,45; le nicchie erano rivestite in mattoni. La parte inferiore dei muri era rivestita con lastre marmoree alte m. 0,30, sopra le quali correva orizzontalmente una piccola cornice di rosso antico, alta m. 0,045, costituita da una gola diritta e da un listello. Del pavimento non restava più che la massicciata di calce. Si sono ivi rinvenute tre lucerne (C.I.L., XV, 63266; 6502 con cornucopia; coccodrillo, senza marca).
Dante Vaglieri.
Nello sterro per il villino Hyvot, in un cavo attiguo alla strada, si è rinvenuto un rocchio di colonna di giallo antico, scanalata, con l'imoscapo, (m. 0,80 x 0,48).
Dante Vaglieri.
Nell'area della già Villa Patrizi, mentre si scavano le fondamenta della nuova Sede della Direzione generali delle Ferrovie, vengono scoperte antiche cavità nei banchi di tufo:
Sono stati riconosciuti quattro strati le quote dei quali furono esattamente determinate mediante una serie di scandagli eseguiti dalla Cooperativa edilizia.
Questi pozzi di esplorazione, corrispondenti nelle misure e nel sito ad altrettanti piloni di fondamento dei fabbricati da costruirsi, furono spinti dalla quota media di m. 64 s m. (che era quella della villa Patrizi) alla quota di m 40 circa.
A questa profondità, non essendo più possibile abbassare gli scandagli con mezzi ordinari, fu mestieri ricorrere all'uso della trivella, la quale toccò nei singoli pozzi la quota media di m. 30 sul mare inferiore di ben 34 metri a quella della villa predetta:
1) quota 40,30 - 43,00 m.: si è trovato un banco di tufo lamenare cinereo solcato da gallerie rettilinee perfettamente squadrate, latomie antichissime non posteriori all'epoca dei Re.
2) quota 46,50 - 49,00 m.: si è trovato un banco di pozzolana solcato da gallerie irregolari quali cioè usavano scavare i fossori del Cinquecento.
3) quota di 53,20 - 55,30 m.: si è trovato un banco di tufo granulare o pozzolanella, nel quale sono scavate le catacombe di Nicomede e altre gallerie d'estrazione non anteriori al secolo XVI
4) quota di 55.00 m.: le più profonde vestigia di costruzioni romane (prescindendo dalle latomie).
5) quota di m 60,30 - 63,75 m.: antiche fabbriche sopraterra, strade, sepolcri, ville, case ecc, scoperte nello sbancamento del suolo di scarico
6) quota di m 60,30 m.: il piano dei sotterranei del nuovo palazzo delle Ferrovie.
Latomie profondissime: Per determinare l'età approssimativa delle latomie alla quota di m. 40.00-43,00 s. m., vi sono due mezzi, cioè il paragone con altre che offrano uguali caratteristiche tecniche, in identici banchi di materiale tufaceo grigio, e la cronologia delle fabbriche romane nelle o per le quali si è fatto uso del materiale predetto.
Il paragone non è difficile: le latomie scoperte alla quota di m. 40-43 sono identiche nella tecnica del taglio delle gallerie, nel loro inerociarsi al angolo retto, nel sistema del distacco dei blocchi, nella misura dei blocchi stessi alle latomie di Vigna Querini, salvo che queste ultime erano a cielo aperto, mentre le nostre erano sotterranee.
Cave di Pozzolana: alla quota di m. 46,50-49,00. È cosa accertata dai fatti che sono per esporre come tutta la superficie del sottosuolo urbano e suburbano, a partire dalle Quattro Fontane sino al viale della Regina, sia per forata da latomie di pozzolana, scavate senz'ordine, senza precauzioni di sicurezza, senza rispetto alcuno alle fabbriche del soprassuolo, nei secoli XV-XVII.
Gallerie di Pozzolanella: Questo strato alla quota di m. 53,20-55,30, è di poca importanza. Disprezzato dai pozzolanari del rinascimento per la cattiva qualità del materiale, se ne valsero i seicentisti e i settecentisti quando non c'era. più altro da scegliere nelle vicinanze immediate della città. In questo banco di pozzolanella, furono scavate sulla fine del secolo III, le piccole catacombe di Nicomede.
Nell'area della già villa Patrizi si è rinvenuta parte di una base marmorea (di candelabro?) ornata nel modo più tino. Misura m. 0.23 X 0,84 X 0,12 . Ha sofferto il fuoco. In giro, ai lati di un grifo, entro uicchiette (m. 0,10X0,08) sono rappresentate alternativamente una Nereide su un ippocampo e una Sirena. Sopra, in mezzo a grandi foglie, si vedono puttini e animali (una tartaruga, due lucertole, un ranocchio, un granchio, una lumaca ecc.).
Si rinvennero pure: un cornucopia marmoreo (m. 0,35) retto da una mano (m. 0, 16); metà del tronco di una piccola statua iiiaruioiea ignuda (m. U,12 X 0,12); la testa e parte del collo di un animale in peperino clie mangia delle frutta (m. 0,-'>8 X 0.18); un mascherone di peperino (tn. 0,16X0,34); un frammento di tavola marmorea con avanzi di capelli in bassorilievo (m. 0,17 X 0,24); una colonna di africano (m. 1,65 X 0,40); una di bigio, scanalata (m. 1,15 X 0,25); un rocchio di colonna di peperino, scanalata (m. 1,15 X 0,25); un capitello di peperino (m. 0,30); due mensole di marmo (m. 0,32 X 0,16 X 0,12); un pilastrino marmoreo, scanalato (m. 0,82 X 0,25 X 0,12); tre anfore, di cui una (m. 0,65 X 0,68) con la marca sull'ansa: C R
Dante Vaglieri.
Nell'ex villa Patrizi nello sterro per il palazzo della Direzione Generale delle Ferrovie è venuta in luce un'anfora di m. 0,50 X 0,30 contenente una grande quantità di antoniniani per lo più della seconda metà del III secolo, che ora si stanno esaminando. A m. 52,20 dal muro del recinto e sul livello della via si è scoperta una fistula di piombo (m. 0,66 X 0,11) con l'iscrizione (cfr. C.I.L. XV, 7382): TI CLAVDIVS FELIX
Tornarono in luce pure parecchi frammenti di sculture marmoree, cioè cinque teste, di cui una (m. 0,15 x 0,08) con capelli che scendono sulle spalle, un'altra (m. 0,11 X 0,10) con ciuffo legato sulla nuca; un tronco di statuetta muliebre (m. 0,88 X 0,18); un putto coricato sul fianco sinistro (m. 0,24 X 0,19); un piccolo tronco di statua virile (m. 0,14 0,19); un frammento di un gruppo, nel quale si vede il tronco di una persona e parte di un'altra e moltissimi altri frammenti appartenenti a statue, che ora si stanno restaurando nel Museo Nazionale. Si rinvennero altresì molti pezzi di smalto di pasta vitrea e di bronzo.
Furono scoperte pure tre basi (m. 0,44 X 0,30), una colonna scanalata (m. 1,26 X 0,44), un capitello (m. 0,44 x 0,30), tutti di peperino, ricoperto di stucco dipinto. Un'altra colonna è di granitello (m. 0,87 X 0,40) ed un'altra di bigio (m. 1,24 X 0,30).
Dante Vaglieri.
Nello sterro dell'ex villa Patrizi, oltre ad un tratto della via Nomentana, al cui lato sorgo un monumento sepolcrale quadrato non amcora esplorato, tornarono in luco alcuni muri antichi. Uno di ossi conservava la parte in inferiore dell'intonaco, con rappresontanze di pianto. Si scoprì pure un pavimento a marini colorati, a m. 1.00 sotto il livello stradale; misurava m. 2,80 X 1,90.
Si rinvennero delle basi quadrate di peperino (m. 0,60 X 0,60 X 0,32), che costituivano un peristilio; altre basi di peperino ornate di foglie e ricoperte di stucco (m. 0,22 × 0,42); colonne di peperino scanalate e ricoperte egualmente di stucco (diam. m. 0,40 e m. 0,37); un capitello simile (m. 0,43 X 0,32); una base quadrata di serpentino (m. 0,60 X 0,60 X 0,25); scaglie di colonne scanalate di porta santa; basi di marmo (m. 0,60 X 0,22; 0,42 X 0,22; 0,32 X 0,15; 0,28 X 0,25; 0,13 X 0,11); frammenti di stipiti marmorei con foglie o scanalati; mattoni con i bolli C.I.L. XV, 290, 1080 b, 1184, 1451. Si rinvennero a posto tre altre fistule di piombo con l'iscrizione (cfr. C. I. L. XV, 7382 e sopra pag. 173) (diam. m. 0,15);
Si rinvennero a posto tre altre fistule di piombo con l'iscrizione (cfr. C.I.L. XV, 7382 e sopra pag. 173) (diam. m. 0,15); TI CLAVDIVS FELIX F due col nome: ANTONIAE CAENIDIS (diam. m. 0,15), cui su una segue: IIIIA sette (diam. m. 0,12) con l'iscrizione: XX IMP CAES N ANTONINI ET VERI AVG SVB CVR SVC QTER SCAVRI PROC EPICTETVS LIB FEC dove è da notare la ripetizione sub cur(a) suc(cura). E sull'istesso lato della fistola a m. 0,42 di distanza (a. 164 d. Cr.): MACRINO E CELSO COS
Tornò pure in luce un cippo di travertino (m. 0,45 X 0,38 X 0,09) con l'iscriP NONI APOLLO ET ANCHIALI BIBVLI L
E inoltre: frammenti di anfore con le le marche C.I.L. XV, 2567 a, 2604 d,
2831 d e sul manico: FFG; sul collo: MERCV RCANN; parimenti sul collo: COL MAL
Dante Vaglieri.
Nell'ex-villa Patrizi è venuto in luce un tratto di pavimento a mosaico (m. 4,10 X 3): negli angoli sono rappresentati dei vasi, dai quali escono dei rami, su cui posano degli uccelli; in mezzo, entro una corona, una testa di Medusa. Si rinvenne un frammento di lastra marmorea opistografa (m. 0,50 X 0,48).
E inoltre: un mattone col bollo C.I.L. XV, 1372; basi, colonne, capitelli e stipiti di peperino, rocchi di colonne, pilastrini, cornicioni di marmo bianco, una colonna di cipollino (m. 1,05 X 0,50), un rocchio di africano (m. 0,50 X 0,32), uno di brecciato (m. 0,48 X 0,60), un puteale di travertino (m. 0,51 X 0,68), ed un uccello in peperino (m. 0,34).
Dante Vaglieri.
Nell'ex villa Patrizi si sono rinvenute due lastre marmoree iscritte: 1. (m. 0,38 X 0,31 X 0,35): C... | ...NEPTI CAPPI... | ... SABINI C V BI... | ...FILIAE A CAT... | ... CV. Un Appius Sabinus consularis è ricordato nell'iscrizione Archaeol. Zeit., 1880, pag. 56, n. 345 (cfr. C. Octavius Appius Suetrius Sabinus); 2. (m. 0,18 X 0,14 X 0,03): LAE... | ...IBVS... | ...ANTIS Tornò pure in luce: un frammento marmoreo, consistente in una gamba di sedia e parte del bracciuolo, su cui è una piccola tartaruga, sopra la quale è posata una manina (m. 0,32 X 0,06 X 0,06); due basamenti sferici con fiori in rilievo (m. 0,78 X 0,25 X 0,14; 0,40 X 0,25 X 0,14); una scaglia di candelabro con ramo di edera e bacche (m. 0,36 X 0,16); quattro frammenti di anfore di terracotta con bolli sulle anse C.I.L., XV, 2691 a e 1. D NN ripetuto su tutte e due; 2. D LVC 3. CRA.
Dante Vagliri.
Nell'ex-villa Patrizi si è rinvenuto: una figura in marmo per fontana, rappresentante un moro ignudo, che levando le gambe in alto si appoggia sui gomiti, lasciando uscire l'acqua dalla bocca (m. 0,55 X 0,20); un bel fram- mento di decorazione marmorea, dove in mezzo a foglie ed a volute, si vede una testa di satiro (m. 0,14 X 0,05), e tre iscrizioni: 1. (m. 0,18 X 0,14 x 0,02): TIMINI... SIBI ET CO... Q CASSI... VIXIT: 2. (m. 0,13 X 0,12 X 0,02): IVL... MENE... BME...; 3. (m. 0,11 X 0,18 X 0,03): ONESIM... BM FEC...
Dante Vagliri.