Data: 125
Codice identificativo monumento: 19973
Costruendosi le fondamenta per una nuova ala del palazzo della prefettura, già Valentini, sull'area del tempio dedicato a Traiano dal suo successore, sì è scoperto un terzo rocchio di colonna, appartenente al peristilio del tempio stesso. Il diametro è di met. 1,80; la qualità del marmo è il granito bigio con vene di calcedonia: la profondità sotto il piano del cortile Valentini met. 5,10. Il rocchio è informe, ed è stato perciò lasciato sotterra. Gli altri due rocchi furono scoperti, come è noto, nel 1869, ed acquistati per conto dello Stato dai proprietarî di allora.
Rodolfo Lanciani.
Continuandosi gli sterri nell'area ove sorgeva il palazzo Torlonia, fra la piazza di Venezia e la via de' Fornari, sono tornati all' aperto vari resti di antiche fabbriche in laterizio, in mezzo alle quali si è trovato un pavimento a lastre di marmi colorati, totalmente consunto dal fuoco.
Fra la terra sono stati raccolti molti frammenti marmorei di decorazioni architettoniche, cioè: una colonna di marmo bigio, alta m. 2,00, diam. m. 0.40; altra dello stesso marmo, tortile, alta m. 1,60 X 0,22; altra, pure tortile, di marmo bianco, alta m. 1,80 X 0,30; altra di granitello, alta m. 1,75 X 0,28; uno scaglione di verde antico, alto m. 0,60; tre rocchi diversi di colonne in marmo bianco, del diametro di m. 0,15; basetta spettante ad una di tali colonne, del diam. di m. 0,18; altre quattro basi, col rispettivo diam. di m. 0,25, m. 0,30, m. 0,30 e m. 0,42; un capitello corinzio, alto m. 0,52 X 0,40; due frammenti di altri simili capitelli; due mensole, lunghe m. 1,35 X 0,55; un pezzo di cornice sagomata, rotta in due parti, che insieme misurano m. 1,40 X 0,35 X 0,30; un lastrone di marmo bianco, scorniciato, lungo m. 1,65 X 0,60 X 0,38; altri quattro lastroni, lisci, di m. 1,85 X 0,72, m. 1,95 X 0,55, m. 1,72 X 0,58; due massi rettangolari, che misurano m. 2 X 1,15 X 0,15 e m. 1,75 X 1,55 X 0,38; parte inferiore di cippo sepolcrale, alta m. 0,28 X 0,26, che da un lato porta scolpito il prefericolo, e sulla fronte restano le gambe di un uomo con le zampe anteriori di un cavallo; frammento d'angolo di sarcofago con putto alato, in rilievo; altro frammento laterale di sarcofago, con la figura di un grifo.
Furono parimenti trovate negli sterri medesimi le iscrizioni sepolcrali che seguono: Frammento di lastra marmorea, di m. 0,38 x 0,30, assai consunta per attrito. Frammento di stele, di m. 0,28 x 0,15, superiormente tagliata a semicerchio: D... T FLAVIC... LIB KAP... T FLA... POSID ...PA. Frammento di lastra marmorea, di m. 0,16 X 0,14: syMPHAEVs... sYMPHOR cARISSIMAE o NESIPHOFus fece RVNT ET Sibi ...RQE. Frammento di grande lastrone marmoreo, scorniciato, di m. 0,35 X 0,30, spettante ad una iscrizione onoraria: ...EMPLO VG N AD... M PROMOTO ...ERPET VO. Frammento d'iscrizione cimiteriale cristiana, di m. 0,28× 0,20: colomba AVRELIA SA ANNOS VI DEFVNTA B...
Giuseppe Gatti.
In piazza Venezia, continuandosi lo sterro nell’area del palazzo Torlonia verso la via dei Fornari, sono stati scoperti altri resti di antiche costruzioni di diversa età, alcuni dei quali sembrano appartenere a grandioso edificio pubblico. Fra la terra è stato raccolto un pezzo di cornice marmorea, di elegantissimo e fino intaglio, lungo m. 1,40 X 0,60 X 0,25 e perfettamente conservato.
Si rinvennero pure: un rocchio di colonna baccellata, in pavonazzetto, lungo m. 0,40, col diametro di m. 0,14; due rocchi di granito bigio, l'uno lungo m. 0,90, diam. m. 0,32, l’altro lungo m. 0,55, diam. m. 0,18; tre altri rocchi di colonne in marmo bianco, del diametro di m. 0.20, lunghi rispettivamente m. 0,92, m. 0,90 e m. 0,64; un capitello alto m. 0,60, tutto guasto e consunto; un frammento di piccola cornice, o di zoccolo, in porfido; due altri pezzi di cornice in rosso antico; una testa muliebre, in marmo, alta m. 0,40, mancante in gran parte del volto, con acconciatura di capelli dell'età di Adriano; un torso di statuetta ignuda; un pezzo di base di candelabro; una testa di leone; due piccoli frammenti spettanti a sarcofagi, con resti di figure in rilievo, d'arte assai mediocre.
Oltre i descritti marmi, si recuperarono nel medesimo sterro due iscrizioni sepolcrali, che erano state già vedute e copiate in altri tempi, ma poi erano andate perdute. La prima è incisa a grandi lettere sopra un cippo di travertino, che ora è rotto nella parte inferiore, e dice: SEX VALERIVS C F VOL FIRMINVS VIENNAE MILES COH IIII PR GALLI MILITAVIT ANN XVIIII vixit, anN XXXXI t. f. i. Questo cippo fu trovato circa la metà del secolo XVIII nella vigna Pelucchi, posta fra le vie Pinciana e Salaria. Trovasi edito, con qualche varietà di lettura, nel C.I.L. vol. VI, n. 2549.
L'altra iscrizione è la seguente, incisa sopra una lastra marmorea con cornice di m. 0,26,16: dis. ma. L SHETCIO FR ONTONI ATHENIA AMAN DA CONIVGI BENE MERENTI FEC ET SIBI POSTERISO suis
Questa lapide fu trascritta circa il 1520 dall'Accursio, il quale la vide intiera « in domo Pauli Pini, regione Columnae : dopo quel tempo era totalmente scomparsa. È pubblicata nel predetto volume del C.I.L. n. 26552. Finalmente fu trovato un gruppo di circa duemila monete del basso impero, di piccolo modulo, che dovranno essere ripulite per poterle riconoscere e classificare; una lucerna bilicne, in bronzo, con coperchio a cerniera, lunga m. 0,085, alta m. 0,06; diciannove lucerne fittili, di forma comune, senza ornati, parecchie delle quali sono mancanti di qualche parte; cinque anfore in terracotta; un grande dolio rotto nell'orlo superiore; ed un catillo di macina in pietra albana.
Giuseppe Gatti.
Presso l'angolo della via Nazionale con la via dei Fornari, continuandosi gli sterri nell’area del palazzetto Torlonia, alla profondità di m. 7 dal piano stradale sono stati scoperti due larghi gradini rivestiti di lastroni marmorei di diversa grandezza.
Su queste pietre dagli oziosi che quivi si trattenevano furono graffite tavole da giuoco, e figure ed iscrizioni diverse che esprimono il ricordo di pubblici spettacoli di lotte e di combattimenti, ai quali essi avevano assistito. Ad alcune figure di pugilatori è aggiunto il loro nome; altri nomi sono scritti separatamente, ed assai singolare è l'acclamazione fatta ad un Massimo Maxime, bibas (= vivas), pater esarorum, accompagnata da due spade, un tridente, una buccina ed una palma.
Le tavole lusorie sono per giuochi diversi: una di esse, è simile a quella trovata a Porto, che si conserva nella villa Albani (C.I.L. XIV, 4125, 4), ed analoga anche ad altre che si veggono sul lastricato della basilica Giulia al Foro romano. Le zincotipie, che riproducono gli indicati graffiti, sono state eseguite nelle porzione di 1/8s del vero.
Giuseppe Gatti.