Codice identificativo monumento: 19985
Nei disterri per la nuova via dello Statuto, fra la via Merulana e la chiesa di S. Martino ai Monti, alla profondità di m. 4,00 ed in suolo di scarico, è stato scoperto un simulacro della Fortuna, scolpito in marmo greco, di buon artificio. Manca della testa, del timone, e del cornucopia: nel resto è intatto; tal che il marmo conserva in molti punti la lucentezza primitiva. La statua è alta sino alla frattura del collo m. 1,13.
Rodolfo Lanciani.
Nella via dello Statuto, tra la via Merulana e la chiesa di s. Martino, è stato scoperto l'angolo di un edificio privato, con due stanze addossate ad un'abside. L'abside è di costruzione costantiniana, a strati di tegolozza e di tufa; le altre pareti sono di reticolato. Una delle stanze contiene dipinti murali, con paesi e figure elegantissime. L'altra era tutta ricoperta di stucchi, in gran parte caduti in frantumi.
Si è potuto nondimeno riconoscere il motivo generale della decorazione. Ogni parete era divisa da pilastrini scanalati in tanti scomparti, e ciascheduno scompartimento racchiudeva un medaglione di m. 0,85 di diametro, con cornice larga m. 0,11. Nei medaglioni erano o dipinte o modellate di bassorilievo teste o busti virili o muliebri, e ciò che merita di essere maggiormente notato, di sotto v'era il nome del personaggio in lettere dipinte a color rosso, e di forma eccellente.
Con infinita pazienza ho potuto ricomporre alcuni frammenti minutissimi di una delle leggende; il gentilizio terminava in ....ONIVS, ed il cognome incominciava con TH A.
Nel tratto medesimo della sopradetta via è stato poi scoperto, per cura della Commissione archeologica comunale, un elegantissimo ninfeo di una casa privata.
È formato da una parete semicircolare, decorata con sette nicchie, e da due ali rettilinee con una sola nicchia per ciascuna. Le nicchie contenevano statuette marmoree, ad un terzo del vero. Ne è stata ritrovata una sola, di rara bellezza e di ottima conservazione, mancando delle sole mani e del plinto. Rappresenta un Erote, con lunghe chiome inanellate, e bocca sorridente.
Il marmo conserva ancora la lucentezza antica. Presso questo simulacro si è trovata una statuettina acefiila di donna, con tunica e manto , priva di attributi, alta m. 0,30. Un canale, incrostato di marmi, raccoglieva l'acqua sgorgante dalla nicchia di mezzo. La chiavica destinata allo scolo del sopravanzo , è coperta con frammenti architettonici marmorei, soglie, architravi, ecc.
Il ninfeo sembra fosse tricoro: si è già scoperta a sinistra della fontana, e perpendicolare al suo asse, un' abside di 7 m. di diametro, con elegantissimo pavimento marmoreo.
Tutt'attorno alla fabbrica correva una cornice architravata di marmo lunensp, retta da modiglioni intagliati a foglie di ulivo. Ti'e modiglioni rimangono ancora al posto.
Rodolfo Lanciani.
Nella via dello Statuto, presso il ninfeo di casa privata (descritta il mese scorso), è stata scoperta una camera da bagno, con vasca semicircolare, foderata di marmi e di tubi caloriferi.
In questa camera sono stati trovati circa mille duecento tubetti di terracotta, terminati a pimta, lunghi 160 millimetri, e larghi alla bocca 42 millimetri. Quivi pure si è trovato un collo d'anfora col bollo rettangolare: ASYL NAVI
In questo ninfeo fu poscia ritrovato un bello e ben conservato getto di fontana, di bronzo. Rappresenta una testa di pantera coronata di edera, con la bocca spalancata. Lo stile è arcaicizzante. Questo bronzo, e per la sua mole e per la sua conservazione perfetta, conta fra i piìi rari cimeli tornati in luce nell'Esquilino.
Rodolfo Lanciani.
Nella via dello Statuto, e nel tratto compreso fra la via Merulana e la chiesa di s. Martino, a destra di chi discende verso S. Lucia in Selce, è stata scoperta porzione di un fabbricato, composta di due camere, una quadrata una mistilinea, addossate ad un' abside. L'abside è di costruzione costantiniana a filari di tegolozza e tufi: le altre pareti sono di reticolato.
Nella camera di forma triangolare mistilinea si conservano di- pinti murali, rappresentanti paesi e figure. La pessima qualità e la sottigliezza dell'intonaco tutto screpolato e guasto dalla umidità hanno reso assai difficile il distacco di questi dipinti: ed è perciò che la Commissione, prima di tentare la prova, gli ha fatti lucidare, e ritrarre a fac-simile, con l'opera del pro- prio ispettore sig. Antonio Arieti.
La camera rettangola aveva le pareti ricoperte di stucchi figurati, anch'essi malmenati e ridotti in frantumi. Si è osservato nondimeno che le pareti erano divise in cinque scomparti per mezzo di pilastrelli scanalati, e che ciascheduno scomparto conteneva un clipeo o medaglione di m. 0,85 di diametro, nel quale o era dipinta o modellata di stucco una testa virile. I clipei sono incorniciati da fasce modinate a gola e listello, larghe m. 0,11.
Su di esse erano dipinti a tinta rossa, e da mano perita, i nomi di coloro la cui effigie era espressa nel medaglione. Per la mala sorte queste leggende sono perite, conciossiachè, come sempre avviene in questi notevoli ritrovamenti, l'intonaco è caduto precisamente là dove incominciava la scrittura. Ho raccolto con cura e pazienza infinita ogni brano di stucco, e sono riuscito a ricomporre con piena certezza questo nome: apOLONIVS THYANEVS
In questo medaglione era dunque espressa la effigie del celebre filosofo cappadoce vissuto nel primo secolo dell' impero: e la stanza nella quale il medaglione è stato scoperto deve cre- dersi senza meno una biblioteca. Confortata da così bella e rara scoperta, la Commissione ha fatto proseguire le indagini nell'area di proprietà comunale, ed ha istituito trattative con i frontisti per condurle a termine al di là della linea di confine.
Nella tavola V è delineata la topografia del fabbricato rimesso in luce a tutto il 31 maggio, e la scenografia del grazioso ninfeo, distinto nella pianta, col n. I. Cotesto ninfeo era certamente tricoro, benchè due sole absidi sieno state fino ad ora scoperte. L'abside maggiore conta sette nicchie nella curva e due nelle ali rettilinee. Esse contenevano piccoli simulacri marmorei di eccellente artificio. Ne abbiamo ritrovato uno solo, e rappresenta un putto ignudo, a due terzi del vero, col volto animato dal brio e dal sorriso fanciullesco. L'acqua cadeva nel canale che segue il giro delle pareti da boccagli di bronzo, in forma di testa di pantera coronata di edera.
Rodolfo Lanciani
Nei disterri per la via dello Statuto (oggi via GIovanni Lamza), a circa 30' metri di distanza dalla abside di S. Martino ai Monti, è stato ritrovato uno stanzino di 4 m. quadrati, coperto a volta di tutto sesto. Il pavimento è commesso di palombino e lavagna: le pareti sono dipinte di oltremare e cinabro. Nella parete di fondo, s'apre una nicchia semicircolare : nelle pareti di lato, due piccole nicchie rettangole per ciascuna. Le nicchie hanno mostre, cornici e timpano intagliati in istucco, di vaga maniera.
Nella nicchia di fondo, sta collocata una statua marmorea di proporzione al vero, rappresentante Iside con gli attributi della Fortuna- Abbondanza , vale a dire col cornucopia nella sinistra e il timone nella destra. Ha la stefane sormontata dall'uréus.
La faccia della dea è in gran parte dorata; nell'abbigliamento e nel cornucopia si osservano traccio di policromia. Nelle quattro uicchiette laterali, sono state ritrovate le seguenti scolture: Una figurina di Venere. Altra statuetta di Ercole. Statuetta di Plutone sedente, con Cerbero a lato. Busto di Giove Serapide. Testa di Giove. Tre ermette bacchiche.
Altri frammenti di torselti ecc. Una tavoletta votiva di squisito lavoro egizio, intagliata in pietra dura (verde ranocchia) con la perfezione di un cammeo. È interamente ricoperta di figure e di geroglifici, l'interpretazione dei quali sarà prontamente suggerita da distinto egittologo.
Rodolfo Lanciani
Nella via dello Statuto (oggi via Giovanni Lanza), presso la tribuna di S. Martino, è stata scoperta la fronte del larario di casa privata, già descritto nelle Notizie del mese scorso.
Il larario corrisponde nel mezzo del lato orientale dell'atrio, il quale era ornato di preziose colonne di giallo. Sulla destra della cappellina (la quale forse in origine ebbe diversa destinazione, essendo identica nell'architettura a talune fontane di atrii pompeiani) s'apre una bassa porta, con architrave monolite di travertino, e per essa si penetra in un andito angusto ed oscuro, in fondo al quale si ritrova una scaletta.
Discesi otto gradini, si veggono a destra e a sinistra duenicchiette, tagliate irregolarmente nelle pareti reticolate, ognuna delle quali contiene una figurina di marmo, esprimente, secondo ogni probabilità, il Genio del solstizio, vestito alla frigia, con la face all'iugiù. In fondo alla scala, alla profondità di m. 4,00 sotto il piano dell'atrio, si ritrova uno stanzuolo quadrilatero, già destinato per uso di mitréo.
Nella parete a sin. dell'ingresso, all'altezza di m. 1,50 sul pavimento, v'è uno sporto, formato da lastra di marmo retta da due mensole, sul quale è collocato, a fil di muro, il bassorilievo col Mitra taurottono e coi noti simboli del cane, dello scorpione etc. In alto il busto del Sole radiato, lo sparviero etc. Sull'orlo della mensola marmorea si veggono perni di metallo, con traccie delle faci di legno resinoso.
Sulla mensola istessa stanno collocate alcune rozze lucerne fittili, ed altre si veggono poste entro nicchiette tagliate irregolarmente nelle pareti. Dinanzi al rilievo mitriaco, e quasi nel mezzo dello speleo sta l'altare, formato con un capitello ionico, capovolto, e posto sopra uno zoccolo cilindrico.
Giacciono dispersi sul pavimento vasellini fittili di varia forma; ma può darsi che sieno rotolati giìi dalla scala, e che non abbiano relazione alcuna coi misteri che celebravansi in quest'antro profondo e nascosto.
Continuandosi la esplorazione della casa, cui appartenevano il larario ed il mitréo precedentemente descritti, sono stati ritrovati i seguenti oggetti: a) Cammeo a due strati, di forma ellittica, il quale misura 57 millimetri nel diametro maggiore, 43 mill. nel diam. minore, e presenta um busto imperiale in altissimo rilievo. Benché lavoro del secolo terzo, pure è mirabile per la perfezione del disegno e dell'intaglio.
Il busto è giovanile, imberbe, laureato, paludato. La conservazione è perfetta, b) Anello d'oro, con gemma incastonata, lavorata d'intaglio ad alto rilievo. Eappresenta un busto virile barbato, con qualche rassomiglianza ai lineamenti di Socrate, c) Colonna integra di portasanta, lunga m. 3,70 larga all'imoscapo m. 0,45. Non sembra che sia stata mai in opera, d) Due mezze colonne di nero antico, alte m. 1,60.
Rodolfo Lanciani.
Nello scavo pel collettore di via dello Statuto presso s. Martino si discoprono avanzi di una casa privata, con molte stanzuole da bagno pensili sugli ipocausti. Servono di fondamento alla casa sepolcri antichissimi (intramuranei) del tipo dei puticoli, con pareti a blocchi di cappellaccio, abbastanza regolarmente squadrati.
Rodolfo Lanciani.
In via Giovanni Lanza, eseguendosi un cavo sotto il marciapiedi sinistro per regolare lo scolo delle acque, dinanzi al civico mmiero 81 si è trovato, alla profondità di m. 3,50 dal piano stradale, un grande deposito di piccole monete di bronzo. Erano queste accumulate entro una patera di rame. Nel medesimo sterro è stato recuperato un anello di ferro, del diametro di m. 0,03, od il braccio destro di una piccola figura in bronzo.