Data: 1970
Codice identificativo monumento: 2021
Cin il n. 212, viene istituito un Comitato Nazionale per la storia del Risorgimento, con il compito di: "raccogliere, preparare ed ordinare i documenti, i libri e tutte le altre memorie che interessano la storia del risorgimento italiano e di prepararne e facilitarne lo studio.
Nell'ambito dei festeggiamenti per i cinquant'anni dell'Unità d'Italia, il Re partecipa alla prima inaugurazione delle Mostre programmate per l'Esposizione Universale a Roma. La cerimonia si svolge a Villa Cartoni, sede della Mostra internazionali di Belle Arti. Gli altri eventi sono la Mostra Archeologica, alla Certosa e Terme di Dioclezioano; Mostra Etnografica regionale, a Piazza d'armi; Mostra delle Retrospettive, a Castel Sant’Angelo; Mostra del Risorgimento e delle raccolte Garibaldine al Vittoriano; Mostra dell'Agro Romano, presso Ponte Flaminio.
Alla presenza della famiglia reale, del presidente del Consiglio Giovanni Giolitti e di seimila sindaci provenienti da tutta Italia viene inaugurato il Vittoriano. Il monumento non ancora ultimato, viene aperto al pubblico in occasione degli eventi collegati all'Esposizione Universale e per le celebrazioni del cinquant'anni dell'Unità d'Italia. La data è scelta corrisponde alla festa nazionale dello Statuto Albertino.
Al Vittoriano inaugura la Mostra del Risorgimento in occasione dell'Esposizione Universale e delle celebrazioni per i cinquant'anni dell'Unità di'italia. Al termine della fiera, sarà il primo nucleo del Museo del Risorgimento.
In occasione del ventennale dell'entrata in guerra dell'Italia nel primo conflitto mondiale, Vittorio Emanuele III celebra la conclusione dei lavori al Vittoriano. Viene inaugurata la nuova sede dell'Istituto del Risorgimento al Vittoriano e la cripta del Milite Ignoto.
"La Giunta centrale per la storia del Risorgimento, insediata dal Duce, ha il eòmpito ben determinato «di coordinare l’attività delle Reali Deputazioni e Società di storia patria». Ad essa fanno capo tre enti: il R. Istituto Storico Italiano per il medio evo, il R. Istituto Storico Italiano per l’età moderna e contemporanea, la Società Nazionale per la storia del Risorgimento italiano. Unitaria concentrazione.
Da una parte l' Istituto sopraintende allo studio delle fonti e alla preparazione degli studiosi. Dall'altra, la Società provvede alla utilizzazione delle fonti ed agli studî veri e propri.
L'ingresso principale del Museo centrale del Risorgimento è verso il Foro di Cesare, da quella parte del Colle dove il Monumento viene a connettersi col portichetto del Vignola, alla piazza del Campidoglio. La severa sistemazione architettonica è dovuta ad Armando Brasini, Accademico d'Italia. Entrando dalle porte di bronzo, i cortei raggiungeranno la « Galleria delle Bandiere» e di lì il Sacrario. Qui si sono recati i Reggimenti a prendere i vessilli benedetti prima di condurli al fuoco. Qui li riporteranno, consacrati dalla morte e dalla vittoria.
La Galleria, dal geniale e ricco pavimento sacconiano, ha forma sontuosa e lievemente inflessa. Negli ampi nicchioni del fondo vengono collocate le vetrine con le gloriose bandiere dei Reggimenti. Le alzate di bronzo sorgono su basi di porfido. La Sala è stata rivestita dal Brasini d'una sottile cortina di cotto, con zoccolo di pietra.
Nel Vittoriano si congiungono la storia del Risorgimento e quella della nostra guerra: una ideale continuità di storia suggellata col sangue. Il cuore del Museo è l’altare della Patria, che racchiude i resti mortali del Soldato Ignoto. Nell'interno del Monumento esso ottiene un'ospitalità dignitosa e definitiva. La cappella, a croce greca, s'inarca al di sotto del monumento equestre, ed è circondata da un ambulacro, nel quale sfileranno riverenti i cittadini, sentendosi, là dentro, tutti soldati.
Nella Cappella non è che un altare: un blocco di pietra del Grappa, sormontato da una croce lignea. Il pavimento è di marmi del Carso. La cappella conduce alla cripta della tomba, dove una lastra bronzea reca la scritta «Soldato Ignoto ». Nella nicchia un mosaico di Giulio Bargellini raffigura Cristo in un cielo stellato. I pilastri angolari della cappella ricordano emblematicamente l’ascensione sanguinosa dalla guerra dell’Indipendenza alla Rivoluzione delle Camicie Nere.
Quattro sale sono dedicate al glorioso apostolo Mazzini; all'epico condottiero Garibaldi; a Camillo Cavour, genio politico; a Vittorio Emanuele II, re liberatore, che ebbe in sé la coscienza unitaria del popolo italiano.
Tra pochi anni il Museo centrale del Risorgimento sarà mèta relîgiosa d’ogni italiano: convegno di spiriti adoranti la divina entità della Patria. Poiché la storia del Risorgimento — ha detto benissimo il Quadrumviro De Vecchi di Val Cismon — va intesa come creazione dell'Unità Italiana e come presupposto della Rivoluzione Fascista."
Con R. D. 20 giugno 1935, viene istituito l'Istituto per la storia del Risorgimento italiano, fondendo la Società Nazionale per la storia del Risorgimento (privata) e il Comitato Nazionale per la storia del Risorgimento (pubblico).
Attentato al Vittoriano. Scoppiano due bombe, a dieci minuti l'una dall'altra. Collocate lateralmente, in corrispondenza di ciascun propileo, riuscirono a scardinare la porta del Museo centrale del Risorgimento e a rompere le vetrate della basilica di Santa Maria in Aracoeli.
In occasione della commemorazione del centenario del plebiscito che decretò l'annessione del Lazio al Regno d'Italia, apre per la prima volta al pubblico il Museo centrale del Risorgimento al Vittoriano.
Il Vittoriano passa in carico dal Ministero della pubblica istruzione al neonato Ministero per i beni culturali.
Il Museo centrale del Risorgimento al Vittoriano viene chiuso per inagibilità a causa di un allagamento dovuto alla rottura di un tubo.
Su interesse del presidente Carlo Azeglio Ciampi, dopo una fase di restauri, il Vittoriano e il Museo Centrale del Risorgimento ritornano nuovamente accessibile al pubblico.