Informazioni storiche

Informazioni storiche artistiche sul monumento

★ ★ ★ ☆ ☆

Data: 1925 

Codice identificativo monumento: 2059

Cronologia

15/1/1926

Inaugurazione del Museo Mussolini al Campidoglio, nuova sede della Galleria Comunale d'Arte Moderna e nuova sezione dei Musei Capitolini (dove sono trasferite le opere di scultura conservate nell'Antiquarium al Celio). Per l'esigenze espositive viene parzialmente ricostruito il Palazzo Caffarelli e sistemati i suoi giardini:

"Nel tratto già occupato dal Palazzo Caffarelli, dove il Comune di Roma ha cancellato, con una quasi totale demolizione, il ricordo degli abitatori teutonici, è stata messa alla luce una parte della platea del tempio di Giove Capitolino e sono stati ordinati due nuovi Musei con dedicazione al Primo Ministro Benito Mussolini. In pari tempo il Governatore di Roma, Filippo Cremonesi, coadiuvato dal Capo dell'Ufficio Belle Arti, Tomaso Bencivenga, ha voluto il restauro del Tabularium con opportuni abbellimenti.

Oggi, con l'ampliamento dei locali destinati ai Musei Capitolini, la suppellettile, talvolta preziosa, già custodita all’Orto Botanico del Celio, è stata sistemata sul colle che riassume la storia civile, religiosa e bellica di Roma.

Nel recentissimo ordinamento scientifico, compiuto dal prof. Settimo Bocconi, d'accordo con l'architetto Ghino Venturi, s'è tenuto conto d'una distribuzione il più possibile cronologica. La statua tutelare di Giove è stata collocata al sommo della platea del Tempio di cui furono dissotterrati i maestosi blocchi di tufo, nel salone centrale del nuovo Museo.

Attorno alla statua di Giove, stanno quelle dell'Azeradi Piazza Sciarra, dell'A sc/epio di Piazza Colonna. Alcune opere dell'età repubblicana sono riunite nella sala seguente: Affena di Castro Pretorio, l'Adoratrice in basalto, l'Aphrodite di Arles, l’Athena attribuita da alcuni archeologi a Timoteo; insieme alle due are ad Ercole e al dio agreste Vermino, al sepolcreto rozzo in peperino dei Tibicini.

La Protomoteca capitolina è anch'essa riorganizzata, e prenderà il necessario sviluppo. Vi figurano, insieme a numerosi «Ritratti » d’uomini grandi, di s simo valore artistico, due busti dovuti ad Antonio Canova: il Pontefice Pio VII e il musicista Domenico Cimarosa.

È stata pure ordinata ed esposta una raccolta interessantissima di acquarelli di Roesler Franz, di prevalente sapore topografico, gustosi talvolta anche per la sveltezza del segno e l'immediatezza della forma.

La scultura è rappresentata da un bronzo i Ercole Rosa, da opere di Duilio CambelGiovanni Prini, Attilio Selva, Arturo Dazzi, Alfredo Biagini, Sirio. Tofanari. Ritrattisti e anim slalternano per le sale. Ci son pure il Nicolini e il Brozzi, il Cataldi e il D'Antino.

La Sezione del bianco e nero è scelta, non numerosa: essa avrà certo un notevole incremento in seguito. E se il Comune di Roma non darà vita ad un Museo delle Arti decorative che considero necessario, in queste nuove raccolte capitoline che arricchiscono Roma d'altre attrattive estetiche, dovranno pure ere collocati i migliori prodotti delle arti applicate.

Nelle quali è la ragione prima, la salvezza dell'arte italiana."

Irnerio


Fonte: L'Illustrazione Italiana. 21 febbraio 1926

1938

La Galleria Comunale d'Arte Moderna viene soppressa e la collezione trasferita alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna.

1949

Viene ricostituita la Galleria Comunale d'Arte Moderna che riapre al pubblico a Palazzo Braschi.

1963

La Galleria comunale d’Arte Moderna viene trasferita da Palazzo Braschi al Palazzo delle Esposizioni.

1972

Per i lavori nel palazzo, le opere della Galleria comunale d’Arte Moderna vengono trasferite nei depositi di Palazzo Braschi ed in altri immobili comunali.

1989

Il Comune di Roma acquisisce le scuderie garage dell'ex Stabilimento della birra Peroni per ospitare le collezioni contemporee della Galleria Comunale d'arte.

1995

Le collezioni disperse della Galleria Comunale d'Arte Moderna vengono riordinate e riunite nell'ex convento delle Carmelitane.

Opere d'arte e decorazioni

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