Codice identificativo monumento: 2283
Papa Bonifacio IX, unisce il convento di Santa Maria ad Nives di Palazzolo (andato in decandenza e ormai abbandonato) all'abbazia di Santa Croce in Gerusalemme in Roma, retta dai monaci certosini, che la utilizzano come luogo di villeggiatura nel periodo estivo.
Le truppe di del re di Napoli Ladislao I, comandato dal capitano di ventura lucano Angelo Lavello detto Tartaglia, di notte creano una breccia nelle Mura presso Santa Croce in Gerusalemme. La mattina seguente entrano nel Laterano, mettendo in fuga i difensori e saccheggiando Roma. Giovanni XXIII abbandona Roma, inseguito dal Tartaglia con 1500 cavalieri e numerosissimi fanti, trova riparo a Bologna.
La Consulta stabilisce di creare un dépôt de mendicité. L'ospizio maschile si installa al piano nobile del Palazzo del Laterano, mantenendo il pianoterreno e il secondo in affitto e uso dell'archivio notarile. Quello femminile nel convento di Santa Croce in Gerusalemme.
Nel convento di Santa Croce in Gerusalemme, entra in funzione l'ospizio delle mendicanti.
A piazza Dante, continuandosi gli sterri per l'edificio delle Casse di risparmio postali, si sono rinvenuti: un piccolo rocchio di colonna di bigio (m. 0,45 X 0,20); un torso di statua marmorea virile nuda (m. 0,40 X 0,30); la metà posteriore di una testa muliebre (m. 0,19 X 0,15); una testa marmorea virile, imberbe, con capelli ricci, male conservata (m. 0,21 X 0,20); una testa muliebre di terracotta (m. 0,11 X 0,10); un capitello corinzio (m. 0,25 X 0,12); tre anfore senza anse, alte in media m. 0,75; e cinque mattoni con bollo, tre dei quali riproducono gli esemplari editi nel C.I.L. XV, 127, 1300, 1365; gli altri due hanno il sigillo di forma rettangolare, e sono i seguenti: a) M ARRI DIOGEN b) M ANTONI FELICIS
Tra i materiali di demolizione, provenienti dal vecchio lastricato del cortiletto che precede il chiostrino annesso alla basilica di s. Croce in Gerusalemme, furono recentemente trovate le seguenti iscrizioni, le quali sono state murate nella parete del chiostrino medesimo. 1. Lastra marmorea (m. 0,64 X 0,51): ANANVS | IVLIVS FESTVS | ANNIVS ANVLLINVS | LATINIVS PRIMOSVS | NVMMIVS TVSCVS | CASSIVS DION | CAECINA SABINVS | CAECINA TACITVS | ACILIVS GLABRIO | A...LIVS FAVSTINVS | IVNIVS TIBERIANVS | IRIVS NEPOTIANVS | IVS ALBINVS | IADES
Alcuni nomi indicano chiaramente a quale tempo la lastra si debba attribuire: Annius Anullinus Abbanus: console nel 295 e praefectus urdî nel 306 e 307 sino al 27 agosto, e poi un'altra volta nel 312 dal 27 ottobre al 29 novembre, vale a dire subito dopo la vittoria di Costantino a Ponte Milvio; Cassius Dion console nel 291 e praefectus urbi nel 296; Nummius Tuscus, console con Anullino, e praefectus urbi nel 302-303; Iunius Tiberianus, console con Dione, praefectus urbdiî nel 291 e nel 303; Virius Nepotianus console nel 301. Quello che si chiama nella lapide Aelius Faustinus, il cui nome forse si volle correggere, potrebbe essere Pompeius Appius Faustinus praefectus urbi nel 300 (cfr. pure (C.I.L. VI, 814 d). Iulius Festus dovrebbe essere quello che si dice praetor urbanus nel cippo C.I.L.314 e (cfr. De Rossi, negli Annali dell’Inst. 1854, pag 36). Un A. Caecina Tacitus, praeses della Baetica e console in anno ignoto ricorre in C.I.L. VIII, 10988. Albinus potrebbe essere M. Nummius Ceionius Annius Albinus della lapide C.I.L. VI, 814 bd. Gli altri sono finora ignoti. Ma certamente un Acilius Glabrio e un Caecina Sabinus non è strano che sieno menzionati in un latercolo di nobili romani. Personaggi della gente latinia non si ricordano per questo tempo: Latinius Primosus potrebbe ancor essere un discendente dell'imperatore gallicano Postumo.
Questi rappresentanti dell’aristocrazia romana della fine del secolo III o del principio del IV d. C. si sono riuniti per una grande contribuzione, di 400,000 sesterzi a testa. E poichè il nostro frammento conserva quattordici nomi, ne ricaviamo che l'aes conlatum soltanto da costoro fu di cinque milioni e seicentomila sesterzi. Si tratterà probabilmente di qualche edifizio pubblico, che non possiamo identificare, l'iscrizione non essendo stata rinvenuta 7 s//u, ma adoperata come materiale di fabbrica.
Nessuno dei personaggi ricordati ebbe uffici pubblici in Roma durante il regno di Massenzio. Se anzi osserviamo che Annio Anullino fu praefectus urdi subito dopo la disfatta di quell'imperatore, e che taluno almeno di essi fece una dedica ad Ercole, in cui vedremmo volentieri un'adulazione a Massimiano (v. nota 1), possiamo ammettere che, in complesso almeno, non fecero parte dei seguaci di Massenzio. L'edificio quindi, per cui contribuirono, sarà da assegnare ad epoca posteriore alla restaurazione del governo di Costantino, o, con maggiore probabilità, ad epoca anteriore alla cacciata da Roma di Massimiano (a. 307).
2. Lastra marmorea (m. 0,34 X 0,44): DIS MANIB TI CLAVDIOF AVG L APHRODISIO TI CLAVDIVS PLAETORIANVS FILIVS SIBI ET LIBERTIS LIBERTABVSQVE POSTERISQ EORVM
3. Lastra marmorea: HIC REQVIE SCIT IN PACE ADE ODATVS VD PAL QVI VIXIT AN NVS PL M XXXXV DEPVIII ID IVN PC VIATORISVC HIC REQVIESCIT AVGVST
ACE CONIVX EIVS OVIVI. Nel v. 2 leggasi: v(ir) d(evotus), Pal(atinus). Sui Palatini v. Gothofredus, ad Cod. Theod. 6.30; Mommsen, Hermes 24, pag. 225 segg. L'iscrizione è del 496 d. C.
D. Vaglieri.
L'architetto Nicodemo Severini viene incaricato di ridisegnare i giardini di fronte alla basilica di Santa Croce in Gerusalemme.
Un aereo S.M. 82 viene trasportato dall'aeroporto di Centocelle al Museo militare, adiacente alla basilica di Santa Croce. L'aereo, viene rimontato alle spalle del Chiostro.
Inaugurazione del nuovo cancello nell'orto del monastero cistercense di Santa Croce in Gerusalemme, opera dell'artista greco Jannis Kounellis.
Monsignor João Braz de Aviz, prefetto della congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica, a seguito di precedente visita apostolica ad inquirendum et referendum, sopprime l'abbazia di Santa Croce in Gerusalemme in Roma e dispone che i monaci ivi residenti si trasferiscano. Probabili motivazioni, sono stati peccati di lusso e mondanità dell'abate Simone Fioraso, ex stilista negli atelier milanesi.
1874
John Henry Parker
Pianta del Convento di Santa Croce in gerusalemme
The Archeology of Rome
1860
Arthur John Strutt
Porta San Giovanni
1835
Giovanni Battista Cipriani
Santa Croce in Gerusalemme
Itinerario figurato degli edificij più rimarchevoli di Roma
1817
Giovanni Battista Cipriani
Basilica di Santa Croce in Gerusalemme
Degli Edifici Antichi e Moderni di Roma
1799
Giovanni Battista Cipriani
Pianta di Sanata Croce in Gerusalemme
Vedute principali e più interessanti di Roma
1799
Giovanni Battista Cipriani
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1795
Domenico Pronti
Basilica di San Croce in Gerusalemme
Nuova raccolta di 100 vedutine moderne della città di Roma e sue vicinanze
1761
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Nuova raccolta delle più belle Vedute di Roma
1753
Giuseppe Vasi
Basilica di S. Croce in Gerusalemme
Delle Magnificenze di Roma antica e moderna - Libro III
1747
Giovan Battista Piranesi
Santa Croce in Gerusalemme
Vedute di Roma
1745
Santa Croce in Gerusalemme
Roma antica, e moderna
1666
Lievin Cruyl
Santa Croce in Gerusalemme
Prospectus Locurum Urbis Romae Insignium
1665
Giovan Battista Falda
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Nuovo Teatro delle Fabbriche, et edificii sotto Papa Alessandro VII
1641
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1638
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Ritratto di Roma moderna
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Amphitheatrum Tauri Statilii
Antiquae Urbis Splendor
1607
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1600
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Le nove principali chiese di Roma
1588
Girolamo Francino
S. Croce in Gerusalemme
Le cose maravigliose della citta di Roma
1571
Ambrogio Brambilla
Giro delle Sette Chiese
Speculum Romanae Magnificentiae