Codice identificativo monumento: 2466
Intrapresi gli sterri per la fondazione del nuovo monastero dei Benedettini, sull’Aventino, nel lato di perimetro rispondente alla via di Marmorata, si è trovato alla profondità di circa m.20 dal piano di campagna, un antico cunicolo, largo in media m. 0,80 ed intonacato nelle pareti. La parte esplorata, lunga quasi m. 50, segue un andamento alquanto curvilineo, ed è terminata da pozzetti verticali.
A fianco del predetto cunicolo, ma in direzione un po' obliqua, è stato scoperto, per la lunghezza di m.12, un ambulacro, largo m. 3,20, terminato a volta, ed alto m. 4,40. Le pareti sono costruite in opera reticolata di tufo.
Nel lato opposto dell'edificio, cioè sulla linea che è nella sommità del colle e guarda le vie di S. Sabina e di S. Maria del Priorato, sono apparsi, a m. 4,80 sotto il piano attuale, avanzi di camere e costruzioni diverse a mattoni, con pavimento ad opera spicata. Ivi presso trovansi due antiche fogne; una delle quali è allo stesso piano delle fabbriche, l’altra a m. 1,40 più in alto. Sono costruite e coperte con tegoloni bipedali, in alcuni dei quali è impresso il bollo circolare, con grandi e belle lettere rilevate: M ANNI THOANTIS
Altri resti di costruzioni laterizie sono stati scoperti alquanto più a sud; e fra questi, a m. 5 sotto il piano della vigna, è stata sterrata una parte di antica camera, i cui muri conservano ancora in basso gli avanzi del rivestimento in lastre di marmi, . quasi tutti colorati. La larghezza della stanza è di m. 3,25: una parete è rettilinea, quella di fronte si compone di due segmenti circolari, in mezzo ai quali è un pilastrino laterizio. Il pavimento era decorato di un grande musaico, a semplice chiaroscuro. Nel tratto messo allo scoperto, lungo m. 5,75, è rappresentato Orfeo seduto e suonante la lira, verso il quale si avvicinano belve di ogni specie, quadrupediì, rettili e volatili. Più a destra, è figurato un Centauro assalito da vari animali feroci, ed in atto di vibrare l’asta contro una tigre.
A circa m. 8 dalla stanza testè descritta, e verso occidente, è apparso un grande muraglione a parallelepipedi di tufa, lungo m. 16, che segue approssimativamente la direzione da nord a sud. A sinistra di questo muro si apre una galleria, larga m. 2,40, con paramento di opera reticolata, ed avente nel mezzo, per tutta la lunghezza esplorata, che è di m. 12, un muro laterizio, largo m. 0,90, che s'innalza al disopra della volta e va quasi a raggiungere la superficie del suolo. Presso questa galleria è stato rimesso all'aperto un piccolo avanzo di altro pavimento a musaico a fondo bianco, con cubetti di vari colori, sparsi qua e là, senza disegno geometrico.
Sono stati raccolti nello sterro: una vasca, forse da bagno, di forma singolare, con alta scorniciatura, ed aperta da un lato, quasi nella forma data dalla sezione di un cratere; due pezzi di mattoni, uno dei quali ha il noto bollo delle figline Terenziane C. I. L. XV, 624, l’altro è improntato col sigillo circolare: DOL EX FIG PVBLIANIS gf ARVNTI FELICIS
Sull'Aventino continuandosi gli sterri per la fondazione del nuovo monastero dei Benedettini, in varî punti sono tornati all'aperto altri avanzi di antiche fabbriche e di gallerie ad opera reticolata di tufo.
Sotto una di queste gallerie passa diagonalmente un cunicolo di buona costruzione laterizia; e qui si rinvenne un pezzo di fistola aquaria in piombo, di medio modulo, senza alcuna scritta indicazione.
Presso l'angolo nord-ovest dell'edificio, rispondente sulla via di S. M. del Priorato, alla profondità di m. 7 sono state scoperte due stanze. Una di esse aveva il pavimento formato di lastre di marmi colorati, disposte a scomparti geometrici, di bell'effetto. Il pavimento dell'altra era egualmente di lastre marmoree transmarine, incorniciate da fascette di rosso antico. Anche le pareti erano rivestite di marmi, ma ne restano appena poche tracce nella parte più vicina al pavimento. Nello sterro di queste stanze si rinvenne un grande masso rettangolare di travertino, che porta incise le lettere A V.
Sono state poscia recuperate cinque anfore fittili, di varia grandezza, quasi tutte mancanti di qualche parte; un frammento di fregio con ornati a traforo, ed un frammento di pilastrino marmoreo decorato di fogliami a rilievo; parecchi pezzi di lastre di marmi colorati, spettanti a pavimenti e ad incrostazioni di pareti.
Luigi Borsari.
Il proseguimento degli sterri per la fondazione del nuovo monastero Benedettino, hanno fatto riconoscere, lungo il lato orientale dell'edificio, cioè verso la via di Marmorata, un ampio cunicolo, lungo m. 42, costruito in opera reticolata con paramento di mattoni.
Alle due estremità termina in pozzi circolari, donde partono rispettivamente due simili cunicoli: uno dei quali volge ad angolo quasi retto verso occidente, ed è stato esplorato per la lunghezza di m. 45; l’altro volge ad oriente, e se ne è sterrato un tratto di circa m. 20.
In prossimità di questi cunicoli, che si trovano alla quota di m. 27 sul livello del mare, ed egualmente sul lato est della fabbrica, è stato scoperto il pavimento di un'antica stanza, formato di marmi bianchi e neri, a scompartimenti ellittici. Questo pavimento era alla profondità di m. 2,50 dal piano di campagna.
A m. 0,34 più in basso ne fu trovato un altro a quadrati bianchi e neri di marmo; ed ancora un metro più sotto ne comparve un terzo, a tesselli tutti bianchi. Finalmente, approfondato lo scavo di altri m. 0,26, si ebbe un quarto pavimento marmoreo, a rombi bianchi tramezzati da listelli di marmo nero.
Altri avanzi di pavimenti antichi, composti con lastrine marmoree tagliate in varie forme geometriche, sono stati incontrati nell'escavazione di altri punti diversi. Uno di questi aveva nel mezzo un chiusino, di m. 0,89 per lato, rivestito di marmo e sovrapposto ad un tegolone forato; donde le acque si scaricavano in un piccolo fognolo, che correva sotto il pavimento.
Sono stati raccolti fra le terre: cinque frammenti di fregi ornamentali in terracotta; tre lucerne fittili comuni; un piccolo avanzo di lapide inscritta.
Giuseppe Gatti.
Sotto il convento di Sant’Anselmo, ad ovest della piazza dei Cavalieri di Malta, all’inizio della via di Porta Lavernale, sono i resti della cosiddetta “domus Pactumeiorum”.