Data: 1909 / 1912
Codice identificativo monumento: 2484
Papa Innocenzo III con una bolla condede il complesso di San Giacomo in Settignano al Capitolo di San Pietro.
Il capitolo vaticano affida il complesso di San Giacomo alla Lungara al Terzo ordine di San Francesco.
Istituito un nuovo monastero sotto l'invocazione di Santa Maria Maddalena presso la chiesa di San Giacomo alla Lungara. Vi si trasferiscono le suore provenienti dal monastero di Santa Maria Maddalane al Corso, desiderose di seguire una clausura più rigida e quelle provenienti dalla Pia Casa di Santa Chiara.
Atto notarile del Cardinale Francesco barberini con cui il complesso di San Giacomo alla Lungara viene concessa alle Monache Agostiniane penitenti.
Posa della prima per la ricostruzione del complesso di San Giacomo alla Lungara.
Il monastero delle Convertite viene chiuso dalle forze di occupazione francesi. Le monache sono state costrette a trasferirsi nel convento di San Giacomo alla Lungara.
Nella sponda destra del Tevere, e nel sito già occupato dalla clausura di S. Giacomo in Settimiana, sono stati ritrovati tre sarcofagi; uno dei quali liscio; il secondo con ottimi alto rilievi bacchici; il terzo con rilievi cristiani, esprimenti fatti evangelici.
Rodolfo Lanciani.
Negli scavi della Farnesina si sta ritrovando l'estremità settentrionale della nota casa dei dipinti, la scoperta della quale si era arrestata sul confine dell'ex-convento (ora abbattuto) di S. Giacomo in Settimiana. Il fabbricato perfettamente simmetrico rispetto al proprio asse, ma la porzione che si viene discoprendo è mal conservata, e non contiene pitture murali.
In queste escavazioni, oltre ai consueti minuti oggetti e cocci di varia maniera, è stato rinvenuto un centipodio di palombino, di 0,57 di diametro, alto m. 0,17, con l'iscrizione seguente:
TIC LAVD CAESARE
LVITELLIO HI COS
IVSSVAED EXACT
AD ARTIC
Eseguendosi i disterri per l'ampliamento dell'alveo Tiberino, nell'area dell'ex-convento di S. Giacomo in Settimiana, si è incominciata a discoprire la parte settentrionale di quella casa romana del primo secolo dell'Impero, donde provengono i dipinti murali e gli stucchi già esibiti nel Museo Tiberino.
La disposizione del fabbricato è rigorosamente simmetrica, con la parte già illustrata e delineata nelle Notizie di aprile 1880.
Si riconosce soltanto, che mentre la porzione compresa entro il perimetro della Farnesina, è giunta a noi in istato perfetto di conservazione, questa compresa nel claustro di S. Giacomo ha sofferto gravissimi danni.
Rodolfo Lanciani
La chiesa di San Giacomo alla Lungara, ormai abbandonata e diroccata a causa delle demolizioni necessarie per la costruzione del Lungotevere Farnesina, viene concessa quale filiale della Parrocchia di Santa Dorotea, all'Ordine dei Frati Minori Conventuali.
Con una scrittura privata, viene stipulato l’accordo tra il Capitolo di San Pietro, la Parrocchia di Santa Dorotea e la Provincia Romana dei Frati Minori Conventuali, con il quale parte del fabbricato del convento di San Giacomo veniva ceduto a questi ultimi.