Data: 1885 / 1891
Codice identificativo monumento: 2555
Il convento di Sant'Antonio Abate viene adattato per ospitare provvisoriamente l'Ospedale Militare.
Decreto con cui è prevista la costruzione di due Ospedali Militari, uno principale ed uno ausiliario, rispettivamente capaci di 500 e 400 posti letto. Preoccupazioni di ordine igienico sanitario avevano infatti escluso, la costruzione di un unico nosocomio di 1000 posti letto, preferendo la soluzione di due ospedali separati, nelle due sponde del tevere.
Posa della prima pietra dell'Ospedale Militare del Celio.
Posa della prima pietra del nuovo Policlinico Militare del Celio, con una semplice cerimonia alla presenza del Direttore del Genio Militare di Roma Col. Luigi Durand De La Penne. La maggior parte della terra di scarico, sommerge la pendice meridionale del Celio, nell'area della Villa Fonseca.
Continuato lo sterro della stanza rinvenuta nello scorso decembre presso il nuovo ospedale militare al Celio (cf. Notizie 1889 p. 398), si è riconosciuto che la sua totale lunghezza è di m. 6,00. Mentre però la metà anteriore aveva il pavimento a musaico, nell'altra metà sorge una scala, i cui gradini occupano tutta intiera la larghezza della camera. I gradini sono in numero di 12 : i quattro inferiori sono intieramente conservati, degli altri rimane soltanto un piccolo tratto dal lato sinistro. Tutta la parte rimanente, come pure la parete di fondo, si sono trovate quasi totalmente distrutte. I descritti gradini sono in muratm'a, ed erano rivestiti di lastre di marmo, delle quali restano ancora al posto alcuni avanzi.
Poggiata sul quinto e sesto gradino, e addossata alla parete sinistra della stanza, è una base costruita in laterizio, che sostiene uno zoccolo sagomato, di travertino. Su questo si veggono due larghi fori, nei quali era impernato qualche oggetto marmoreo. La scala sembra che terminasse in un pianerottolo, cui si accedeva da una porta laterale, a sinistra.
In altra parte del terreno adiacente al predetto ospedale militare, e propriamente presso il muro di cinta incontro la chiesa di s. Stefano Rotondo, è stato scoperto un largo pozzo circolare, scavato a molta profondità nel suolo vergine. Ha il diametro di più d'un metro, e nell'interno si vedono incavate le pedarole per discendervi.
Vicino a questo luogo, fra i materiali di un vecchio muro demolito, si sono trovati due pesi di maimo, uno circolare, l'altro ovale. In ambedue era scritta la cifra ponderale III, ma fu poi cancellata con lo scarpello. Essendo essi intieri ed abbastanza ben conservati, potrebbero forse presentarci un esempio di pondera iniqua ; di pesi, cioè, che nella verificazione furono riconosciuti non conformi al campione legittimo, e perciò dichiarati non servibili al commercio.
Proseguite le indagini nell'area del nuovo ospedale militare, al Celio, incontro alla stanza ove si trovò il piedistallo della statua di M. Poblicio Hilaro, è stata sterrata un'altra stanza, larga m. 7,30 X 3,50, che in parte conserva il pavimento a musaico grossolano, bianco e nero. Nel mezzo vi sono le tracce di una costruzione, la quale formava una specie di vasca quadrilunga e profonda m. 0,70 sotto il piano della stanza medesima.
Viene ultimato l'Ospedale militare del Celio. L'opera è costata complessivamente circa 4.300.000 di vecchie lire. Senza una cerimonia inaugurale, entra in attività sotto la direzione del Ten.Col.med. Ettore Ricciardi.
Alla presenza dei reali Umberto I e Margherita, viene Inaugato un gruppo scultoreo nell'atrio d’ingresso dell'Ospedale del Celio, dedicato al ricordo degli Ufficiali Medici caduti nelle Campagne di Crimea, d'Italia e d'Africa.
Nell'Ospedale militare, si inaugura, coll'intervento! di S. M. il Re, una lapide attistica in onore degli ufficiali medici caduti nelle guerre di Crimea, d'Italia e d'Africa: "È una bella lapide artistica, dovuta all'abilità dello scultore Michele Tripisciano. Un'aquila colto scudo di Savoja ad'ali aperte campeggia in alto e tien ferma cogli artigli la' croce di Savoja a' cui lati due folti rami di alloro si stendono a forma di piedestallo. In basso, un genio ‘solleva vna palma, parallela alla quale sorge dall'altro lato la figura turrita d'Italia; la quale è in atto di porgere una fronda di lauro ai nomi dei caduti scolpiti nella lapide."
Presso l'Ospedale Militare del Celio, si svolge il primo corso ufficiale della Scuola delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana. L'inaugurazione solenne viene onorata dalla presenza di S.M. la Regina Elena (che accorda il suo Alto Patronato) e vede la partecipazione del Ministro della Guerra Severino Casana.
Durante un esercitazione al campo volo di Centocelle, a causa del forte vento, il pilota Mario Calderara precipita con l'aereomobile Wright Flyer N°4. Rimasto ferito viene trasportato all'Ospedale militare del Celio.
L'ATM, Per i collegamenti agli ospedali militari del Celio e dell'Addolorata, costruisce e pone in esercizio un collegamento a binario unico da piazza San Giovanni in Laterano (linea per via Domenico Fontana) a via Celimontana, attraverso la via Santo Stefano Rotondo, destinato al trasporto del personale sanitario.
Alla presenza del Re Vittorio Emanuele III, viene Inaugato un gruppo scultoreo nell'atrio d’ingresso dell'Ospedale del Celio. L'opera, realizzata da Paolo Bartolini, è dedicata al “Soldato della Sanità caduto nella Grande Guerra 1915-18.
L'Ospedale Militare del Celio viene intitolato a Attilio Friggeri, per onorare la memoria della Medaglia d’Oro del sottotenente medico romano caduto eroicamente al comando di un reparto di granatieri, il 3 giugno 1942 a Slebic (Slovenia).
Dell’area definita dal Ministero della Guerra di circa 120.000 mq, occupante parte delle Ville Casale e Fonseca, il complesso ospedaliero occupò soltanto mq 53.420, estendendosi con vari fabbricati a “padiglioni”, idonei alle condizioni igienico-sanitarie.
L’area occupata dall'Ospedale ha forma di rettangolo con latri di circa metri 300 x 400. I malati sono accolti in otto padiglioni a pianta rettangolare, a tre piani, collegati tra loro attraverso una pensilina superiormente scoperta. Questa pensilina si stacca da un grande emiciclo a due piani, cui si accede appena superato l’ingresso principale, ed ha una lunghezza totale di 308 metri e una larghezza di 8 metri. Questo leggero ponte metallico (primo esempio in Europa di struttura pensile per scopi sanitari) si inserisce armoniosamente nell’intero complesso ed ha costituito una soluzione elegante e funzionale del problema di collegare fra loro i vari padiglioni, soluzione che rispondeva alla tipologia allora considerata più idonea alla funzionalità di un ospedale.