Data: 1548 / 1930
Codice identificativo monumento: 29
Sull'isola tiberina viene fondato uno xenodochio presso la chiesa di San Giovanni calibita.
Fra Pietro Soriano e Sebastiano Arias, discepoli di San Giovanni di Dio, con la Bolla Licet ex debito, ottengono da Pio V il riconoscimento della loro congregazione e il permesso di fondare un ospedale a Roma.
A causa delle continue minaccie per le inondazioni, papa Gregorio XIII trasferisce le monache Santucce nella chiesa di Sant'Anna de Funari.
Fra Pietro Soriano, per conto della congregazione dei Fatebenefratelli, fonda un primo nucleo ospedaliero nella ex casa degli Orfanelli in Piazza di Pietra.
Fra Pietro Soriano, per conto della congregazione di Giovanni di Dio, acquista la chiesa e il monastero di San Giovanni Calibita all'isola Tiberina, per trasferirvi l'ospedale da poco fondato a Piazza di Pietra.
In vista della ristrutturazione della chiesa di San Giovanni Calibita, si decide di conservare la sola navata centrale e utilizzare le altre due come corsie dell'ospedale.
Per debellare la peste, viene allestito un lazzaretto all'Isola Tiberina: si sbarrano gli accessi dai due ponti e l'ingresso è consentito soltanto con le barche. Le valche della caffarella vengono adibite al lavaggio di un particolare tipo di palmi. La valca Spada ai panni di lino, quella intermedia al lavaggio delle coperte, quella di Acquataccio a alle lane ed ai materassi.
Dopo la ristrutturazione dell'Ospedale Fatebenefratelli, la Sala dell'Assunta diventa una moderna corsia ospedaliera, dotata di 50 posti letto.
L'ospedale San Giovanni Calibita viene sottratto alla gestione della confraternita dei Fatebenefratelli.
La confraternita dei Fatebenefratelli, versando un'ingente somma di denaro, riscattano la Spezieria e l'ospedale all'Isola Tiberina.
Gli Ospedali romani e i loro patrimoni sono fusi in un'unica amministrazione, il Pio Istituto di S. Spirito e Ospedali riuniti di Roma.
I Fatebenefratelli, con un contributo economico del Vaticano, acquistano tutti i fabbricati sull'estremità ovest dell'isola Tiberina, in vista di un nuovo ampliamento della loro struttura ospedaliera.
In vista dei lavori di ammodernamento dell'Ospedale Fatebenefratelli, sono demoliti tutti i fabbricati sull'estremità ovest dell'isola, il Convento di San Bartolomeo e tre quarti dell'antico ospedale. Emergono le prime tracce di resti archeologici, tra cui 5 statue iconiche in marmo.
Inaugurato l'Ospedale Fatebenefratelli all'Isola Tiberina, dopo i lavori di ammodernamento.
Grave inondazione del Tevere. 16,8 metri di altezza massima a Ripetta. Sommersa interamente l'isola tiberina. La Grande alluvione mette fine al sogno agrario dell'ingegner Michelangelo Bonelli, devastando la Tenuta Pian Due Torri al Portuense. Innondati anche i cantieri del drizzagno del Tevere.
L'Ospedale dei fatebenefratelli assume ufficialmente il nome di San Giovanni Calibita Fatebenefratelli, dal nome della chiesa che ne costituì il nucleo originario, e viene classificato come Ospedale Generale di Zona.
Lavori di scavo promossi dall'Ospedale Fatebenefratelli per guadagnare spazio al piano interrato. La Soprintendenza Archeologica di Roma avvia delle esplorazioni che portano alla scoperta, in corrispondenza della chiesa di San Giovanni Calibita, di due cortili di un edificio repubblicano e aree esterne limitrofe. Nel cortile cosiddetto dei Pesci, a 2 metri di profondità, è rinvenuto un grande blocco di marmo con iscrizione, datata alla prima metà del III sec. d.C., contenente la menzione di un certo Aelius o Aurelius Rugianus legato della XIII Legione Gemina. Due metri sotto, emersa parte di una platea antica in pietra gabina bordata da lastre di travertino, datata metà del I sec. a. C. .
Seconda serie di esplorazioni della Soprintendenza Archeologica di Roma nei sotterranei dell'Ospedale Fatebenefratelli. Viene ripreso lo scavo all'intero secondo cortile dell'edificio repubblicano, mettendo in luce, alla profondità di 3.30 metri, un'aula rettangolare a blocchi di tufo da identificare col tempio di Iuppiter e un’area retrostante, appartenente allo stesso santuario, pavimentata a lastre di pietra gabina. La pavimentazione dell’edificio, parzialmente conservata, è a mosaico. Ai piedi delle pareti interne, decorate da intonaci colorati, privi di decorazione figurata, corre una zoccolatura a sezione rettangolare con nucleo interno cementizio e rivestimento di intonaco rosso. Il pavimento musivo, a piccole tessere bianche, disposte secondo un ordito orizzontale, presenta al centro, entro una tabella delimitata da una fascia di tessere nere, un’iscrizione, anch’essa a piccole tessere nere, riferibile probabilmente a un restauro del tempio, che sappiamo da Livio dedicato nel 194 a. C. .
L'ospedale Fatebenefratelli all'Isola Tiberina passa ufficialmente in gestione alla società Gemelli Isola, creata dalla Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli.
1878
Ettore Roesler Franz
Isola Tiberina
1837
anonimo
Veduta dell'isola Tiberina
1823
Luigi Rossini
Ponte Cestio
740
1756
Giovan Battista Piranesi
Veduta del Ponte Ferrato
Le Antichità Romane - Tomo IV
1754
Giuseppe Vasi
L'isola Tiberina verso occidente
Delle Magnificenze di Roma antica e moderna - Libro V
1708
Bonaventura van Overbeek
Isle du Tibre
Les restes de L'Ancienne Rome
1704
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Arcus Domitiani
Nouveau theatre d'Italie
1607
Giovanni Maggi
Insula tyberima
Aedificiorum et ruinarum romae ex antiquis
1551
Hieronymus Cock
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Praecipua aliquot Romanae antiquitatis ruinarum