Data: 1932
Codice identificativo monumento: 3079
Inaugurazione della nuova Pinacoteca Vaticana. Realizzata per ordine di Pio X, su progetto dell'architetto Costantino Schneider, che ricava nove sale al piano terreno del Corridore di Ponente, sotto la Galleria della Biblioteca Apostolica. La collezione contava ben 277 opere: 19 provenivano dalla soppressa Pinacoteca Lateranense, 181 (la collezione delle icone bizantine e dei Primitivi) dalla Biblioteca, 21 dagli appartamenti papali e dai depositi dei Sacri Palazzi. "Otto grandi salo — una”serve da grandioso vestibolo — formano la nuova Pinacoteca; le quali, liberato da tutte le antiche superfetazioni, illuminate da ampi finestroni che si aprono sul bel cortile del Belvedere — il nobile silenzioso cortile, grande come una grande piazza, tutte ricoperte da una severa ricca tappezzeria di Stoffa di seta verde marezzata, sono completamente degne dei capolavori che vi sono accolti. Le pareti hanno zoccoli di legno finamente scolpiti; i soffitti a volta sono ornati di magni fici stucchi in stile cinquecentesco, in cui fioriscono rosoni e cornici alternati coi motivi araldici dello stemma di Pio X; i pavimenti sono di legno lucidissimo, e insieme al rivestimento degli zoccoli delle pareti, dànno a tutto il basso delle sale una severa tonalità, che serve a smorzare la troppo luminosa e candida tinta degli stipiti marmorei delle porte e ‘delle fineStre; per le sale sono collocate vasche e vasi d’arte antica, e basi istoriate di marmo bianco @ serpentino, che dànno varietà e rilievo alla decorazione."
Inaugurazione del nuovo edificio costruito dall'architetto Luca Beltrami per ospitare la Pinacoteca Vaticana:
"La vecchia Pinacoteca era vecchia per modo di dire. L'aveva creata, pochi anni addietro, Pio X, seguendo un criterio meglio pratico che splendido: quello d’offrire ai visitatori e agli studiosi le più oneste condizioni di visibilità per i dipinti, fino allora conservati in vaste ma non sempre luminose sale, negli appartamenti “di rappresentanza , dei Sacri Palazzi. Da quelle sale, dove si trovavano i capolavori, e da altre dov'erano sparpagliate qua e là alcune opere minori, Pio X volle che tutto fosse trasportato, e collocato con metodo cronologico, in una fila d'ambienti (sette) non più che decorosi e bene illuminafi, a pianterreno del palazzo bramantesco, con ingresso sul principio della via dei Musei, e in corrispondenza col cortile del Belvedere.
Ne guadagnarono, più che lo splendore della Reggia vaticana, i buongustai. Si sa che tutti gli altri Musei Vaticani, a cominciare dalla fulgidissima Galleria delle Sculture, oltre ad essere infinitamente più ricchi della Pinacoteca, occupano sedi di sovrana magnificenza. A una sede d'alto stile ha dunque oggi voluto provvedere Pio XI, anche per i dipinti: cui ha destinato un lembo dei giardini, quello “all'italiana ,, arioso e senz'ombre, presso il viale delle Zitelle, non lontano dalle mura che costeggiano la nostra via Leone IV.
Il nuovo edificio ha proporzioni imponenti; le sue fronti principali, verso nord e verso sud, misurano centodieci metri ciascuna; i fianchi, verso est e ovest, trenta metri; superficie totale, più di duemila e cinquecento metri quadrati.
In Vaticano hanno diritto di cittadinanza, com'è naturale, tutti gli stili (meno, per ora, quello razionale; ma speriamo bene). E Luca Beltrami, tracciando le linee del nuovo palazzo, s'è valso di questo principio, ma con discrezione.
Per dare a tutte le Raccolte vaticane un ingresso comune, di cui si dirà più sotto, la Pinacoteca doveva essere, com'è di fatto, materialmente collegata col corpo dell'immenso palazzo bramantesco, dove sono allogati tutti gli altri Musei, Gallerie, Archivî e Biblioteca. Ed è certo anche per questo che le linee del nuovo palazzo, in stile Rinascimento, richiamano quelle del Bramante.
Senonché, sorgendo l’edificio in mezzo a un giardino, l'artista non ha esitato a uscire, con qualche audacia, dai tòni biondi o grigi che predominano nei Sacri Palazzi; per affidarsi a una policromia, la quale può rivelare gusti lombardi e toscani meglio che romani. E non solo ha lasciato scoperti irossi mattoni della costruzione, ma ne ha ravvivato l effetto sia con le cornici di chiaro travertino, sia, e soprattutto, con grafiti, mosaici, e maioliche colorate.
L'interno dell’edificio è grandioso, Ci si ritrova, fin dall'accesso, tra quel consolante spreco di spazio, che è il primo indice della munifica regalità.
I piani son due soli: uno terreno e un superiore. E il superiore consta di quindici sale che, girando sulle quattro facciate, si visitano in un percorso unico, senza dover mai ritornare (come accadeva nell'altra Pinacoteca) sui propri passi; si va senz'altro entrata all'uscita.
Alle sale verso nord, la luce giunge dai finestroni ; in quelle sugli altri tre lati, dai lucernarî. Si tratta d’ambienti vasti o vastissimi, austeramente sagomati; dalle salde porte ascimento inquadrate di marmo bianco, con motivi che ricordano altri analoghi del Palazzo Pontificio; dalle pareti egregiamente decorate, o coperte di stoffa; dalle nobili volte, nei cui cristalli si desidererebbe soltanto) talvolta, una maggior sobrietà di colori; dai pavimenti policromi, di marmi bellissimi."
Thomas Lange, invalido su una sedia a rotelle, entra nella pinacoteca dei Musei vaticani, si avvicina al quadro di Raffaello, Madonna di Foligno, e vi getta sopra del liquido infiammabile. I custodi riescono a fermare l'uomo prima che incendi il quadro con un accendino.