Data: 1612 / 1722
Codice identificativo monumento: 352
Papa Paolo V istituisce il titolo cardinalizio di Sancti Caroli ad Catinarios, in sostituzione di quello di San Biagio dell'Anello.
Per dare spazio al convento dei Teatini di Sant'Andrea della Valle, la chiesa di San Biagio dell'Anello viene demolita ed i padri barnabiti sono trasferiti nella chiesa di San Carlo, già in costruzione da alcuni anni.
Papa Urbana VIII, nel concistoro del 6 ottobre trasferisce il titolo cardinalizio da San Carlo ai Catinari a San Carlo al Corso.
Presso la chiesa di San Carlo ai Catinari, viene fondata da Maria Elena Bettini, con l'aiuto del barnabita Tommaso Manini, la congregazione della Figlie della Divina Provvidenza, per l'istruzione gratuita delle fanciulle povere.
L'Accademia di Santa Cecilia si trasferisce da San Carlo ai catinari al palazzo di Piazza San Salvatore in Lauro 13.
L'Accademia di Santa Cecilia si trasferisce da dal palazzo di Piazza San Salvatore in Lauro 13, al nuovo palazzo Camerale a Ripetta.
Papa Giovanni XXIII ripristina i titolo diaconali di San Teodoro e San Saba, ed istituisce il titolo cardinalizio dei Santi Biagio e Carlo ai Catinari.
Soppressione della Parrocchia di San Carlo ai catinari. La chiesa diventa Rettoria dipendente dalla Parrocchia di San Lorenzo in Damaso.
Nel XII secolo, nell'isolato ora occupato dal covento dei Teatini, sorgeva un ospedale per i poveri con annessa chiesa denominata S. Biaggio de Oliva, poi de Anulo o del Crecefisso.
Nel 1575, il complesso viene ceduto alla Congregazione di S. Paolo, meglio conosciuti come i Barnabiti.
In procinto di costruire un nuovo tempio più maestoso, acquistarono alcune case verso la via Papalis. Nacque subito uno scontro con i vicini padri Teatini, già attivati nella costruzione della vicina chiesa di S. Andrea della Valle.
La contesa fù risolta con la donazione ai Teatini della Chiesa di S. Biagio, ed ai Barnabiti di alcune proprietà degli Orsini di Toffia nell'odierna piazza Cairoli.
.Nel 1612 cominciarono i lavori sotto la direzione dell'archietto Rosato Rosati. Inizialmente il progetto prevedeva una pianta a croce Greca poichè il vicino convento di S. Anna impediva un espanzione longitudinale.
Nel 1617, papa Paolo V Borghese concede il trasferimento della parrocchia di S. Biagio ed autorizza la nuova dedica a S. Carlo Borromeo, loro grande benefattore. La vicinanza delle botteghe di vasellame e catini, col tempo alterò ulteriormente il nome in S. Carlo ai Catinari.
Nel 1620 è terminata la cupola, ma si interrompe la costruzione per la mancanza di fondi ed i contrasti con il confinante convento di S. Anna, non intenzionato a lasciare ulterioriore spazio per il prolungamento della navata centrale.
Nel 1627, il lascito testamentario del cardinale Giaovanni Battista Leni riavvia una nuova fase di lavori. Fino al 1630 vengono realizzate le decorazioni interna, eseguite dai migliori artisti dell'epoca come il Domenichino ed il Lanfranco.
Tra il 1636 ed il 1638, viene realizzata la facciata su disegno di Giovanni Battista Soria. Nel 1646 è completato l'abside e nel 1650, in coincidenza dell'anno giubiulare, viene terminata la sacrestia.
Per tutto il XVII secoli, proseguono i lavori di decorazione ad opera di artisti come Francesco Trevisani, Antonio Gherardi, Giacinto Brandi, Andrea Sacchi ed il Cavalier Perugino.
Una primo radicale restauto è realizzato da Virginio Vespignani tra il 1857 ed il 1867. Il terremoto nel 1915 danneggia la cupola e rende necessario un nuovo restauro.
Sulle porte laterali della parete di ingresso, S. Carlo fà l'elemosina agli appestati di Milano e S. Carlo incarica Domenico Boerio di combatterie l'eresia, sono opere di Mattia e Gregorio Preti. I sottoarchi ed i dipinti ai lati dei finestroni con le Storie di S. Anna, S. Biagio e S. Paolo, sono stati realizzati nel secolo scorso da Francesco Goghetti.
Dedicata prima a S. Biagio, poi a S. Paolo, venne concessa nel 1683 al Cardinale Giambattista Costaguti. Le decorazioni, realizzate tra il 1698 ed il 1702, sono di Simone Costanzi. La pala sull'altare raffigurante l'Annunciazione è del Lanfranco.
Dedicata a S. Biagio. L'altare è stato realizzato da Carlo Rainaldi. La tela di S. Biagio e S. Sebastiano è opera di Giacinto Brandi. Gli afreschi con gli Angeli sono di Ercole Ruspi.
Dedicata a S. Cecilia, dal 1685 patronato dell'omonima Accademia musicale pontificia. Le decorazioni vennero realizzate da Antonio Gherardi seguendo i disegni di Carlo Rainaldi. La pala dell'altare, raffigurante la santa, è sempre opera del Gherardi.
Realizzata nell'ottocento da Luigi Boldrini. L'altare ospita la copia della Madonna della provvidenza di Scipione Pulzone, custodita nel convento.
Le quattro figure delle virtù nei pennacchi, Prudenza, Giustizia, Fortezza, Temperanza, sono stati realizzati dal Domenichino. Le pitture interne del lanternino con la raffigurazione dell'Eterno Padre, sono state eseguite dal Coghetti.
L'altare maggiore è opera di Martino Longhi. Tra le statue della Speranza e della Carità, la pala del 1667 di Pietro da Cortona raffigurante S. Carlo reca in processione il Santo Chiodo durante la peste di Milano.
Sulla parete sinistra dell'Abside, S. Pietro di Giuseppe De Fabris, a destra S. Paolo di Adamo Tadolini. I gessi, dono di Pio IX, sono i modelli delle statue realizzate sulla scalinata di S. Pietro. Al disopra delle nicchie, due medaglioni dipinti da Ercole Ruspi, rappresentanti S. Francesco di Sales e S. Alessandro di Saulis.
Nel catino absidale spicca S. Carlo accolto in cielo, ultima opera di Giovanni Lanfranco del 1646.
Nel coro interno, S. Carlo in preghiera attributo a Guido Reni, era un tempo esposta sulla facciata della chiesa. S. Carlo in preghiera durante la peste di Milano, di Andrea Commodi, era invece sull'altare maggiore.
L'altare è opera di Tommaso Piccione. Il Crocefisso bronzeo di Alessandro Algardi, è stato donato nel 1730 dal cardinale Lambertini, futuro pontefice Benedetto XIV. Sulla parete di sinistra, Ecce Homo del Cavalier d'Arpino.
Patronato dei Filonardi, è opera di Paolo Maruscelli. S. Antoni di Virginio Monti. A destra i SS. Martiri Persiani, Marta, Mario, Audiface ed Abaco, di Giovanni Francesco Romanelli. Gli altri affreschi con storie di questi santi sono di Giacinto Gimignani.
Dedicata a S. Anna, è stata comissionata dal cardinale Giaovanni Battista Leni. La tela sull'altare raffigura S. Anna, opera del 1648 del pittore Andrea Sacchi. Gli Angeli affrescati sono invece di Francesco Trevisani.
Patronato della famiglia Cavallerini, è dedicata a S. Paolo. Venne ristrutturata nel 1739 da Mauro Fontana su commissione del cardinale Giangiacomo Cavallerini. La tela dell'altare con S. Alessandro Sauli e S. Paolo è stata realizzata da Giuseppe Ranucci. I medaglioni raffiguranti S. Paolo che riceve la visita di S. Anania e S. Paolo che predica agli Ateniesi sono opere di Filippo Mandelli.
1895
Giardino di Via Arenula
L'Illustrazione Italiana 1895
1840
Paul Marie Letarouilly
Pianta di San Carlo ai catinari
Edifices Modernes de Rome
1835
Giovanni Battista Cipriani
San Carlo ai Catinari
Itinerario figurato degli edificij più rimarchevoli di Roma
1756
Giuseppe Vasi
Chiesa di S. Carlo ai Catinari e convento dei chierici regolari bernabiti
Delle Magnificenze di Roma antica e moderna - Libro VII
1754
Giuseppe Vasi
Spiaggia della Regola
Delle Magnificenze di Roma antica e moderna - Libro V
1721
Spaccato di S. Carlo alli Catinari
Studio d'architettura civile - Parte III
1721
Pianta di S. Carlo alli Catinari
Studio d'architettura civile - Parte III
1689
San Carlo ai catinari
Ritratto di Roma moderna
1684
S. Caroli vvlgo ad cattinarios
Insignium Romae Templorum
1665
Giovan Battista Falda
Piazza di San Carlo ai Catinari
Nuovo Teatro delle Fabbriche, et edificii sotto Papa Alessandro VII