Data: 1902 / 1909
Codice identificativo monumento: 354
Intrapresi, nella via in Arcione, i lavori per la galleria che dovrà passare sotto il Quirinale, si è trovato messo in opera, in un muro del fabbricato Ferri, il seguente frammento d'iscrizione, incisa su lastra di marmo, che misura m. 0,55 X 0,25 X 0,13: ...GENIVM CASTR... EIVS SILVANO SANCTI... voTO SVSCEPTO SIGNVM ...CVM ARA ET CRATERA
E stato pure recuperato, nella demolizione del predetto casamento, un pezzo di cornice marmorea intagliata, lungo m. 0,45
Giuseppe Gatti.
Il Consiglio Comunale di Roma delibera sulla toponomastica, per omaggire il defunto Re Umberto I. La galleria in costruzione sotto il Quirinale viene denominata Galleria Umberto I e Via del Corso cambia il nome di Corso Umberto I. Per la realizzazione dell'opera e proseguire la strada verso piazza di spagna, verranno sacrificati il lato sinistro del Palazzo Boccapaduli Gentili Del Drago e la chiesa di San Nicola in Arcione. A sera viene organizzata una grande dimostrazione popolare di lutto. "Alle ore 21 un immenso corteo delle Associazioni con bandiere abbrunate partì da piazza del Popolo tra fitte ali di popolo in religioso silenzio, traversò il Corso, piazza Venezia e sì recò al Campidoglio.
Il sindaco e il Consiglio Comunale, che avevano allora deliberato sulle onoranze ad Umberto con singolare unanimità, ricevettero il Comitato del corteo nella sala degli Orazii e Curiazii.
Il sindaco pronunziò un applaudito discorso concludendo così: “ Romani, il Re è morto, evviva il Re!Lungo il passaggio del corteo, composto di migliaia e migliaia di persone, tutti i pubblici esercizi furono chiusi."
Intrapresi i lavori per l'apertura della galleria sotto il Quirinale, dalla parte delle scuderie reali, in via dei Giardini, sono stati recuperati i seguenti oggetti: a) Statua virile, di marmo, mancante della testa e degli avambracci, che erano riportati, alta, compreso il plinto, m. 1,16. È vestita di tunica e di ampia toga, che si svolge con bel partito di pieghe: dietro il piede sinistro ha una piccola cista. La scultura è di buon lavoro. b) Torso di statua virile nuda, dal collo alle ginocchia. È alto m. 0,50 e assai ben modellato. c) Altro torso di simile statuetta, che sul braccio sinistro ripiegato verso il petto porta, entro un panno, delle frutta. Lavoro mediocre: alt. m. 0,45. d) Statua virile semigiacente sul fianco sinistro, lunga m. 0,94, alta m. 0,58. Sulla spalla destra porta annodata una pelle di capra, una delle cui zampe scende sul petto: poggia l'avambraccio sinistro sopra un cane, del quale ora manca la testa. Scultura mediocre. e) Capitello ionico, di alabastro, alto m. 0,19, col diametro di m. 0,32. f) Frammento di grande antefissa in terracotta, con tracce di coloritura in nero e rosso. g) Frammento di lastra di giallo antico; e piccoli pezzi di decorazione architettonica in marmo bianco, fra i quali uno di transenna ed altri due spettanti a pilastrini scanalati. h) Frammento di tegola recante il bollo delle figline TonneianeC.I.L. XV, 637.
Dalla parte poi di via Parma, in prossimità del palazzo dell'Esposizione, si è recuperato un rocchio di colonna, di verde antico, lungo m. 0,40, diam. 0,38; ed un frammento d'iscrizione sepolcrale, che dice: ...BERT LIBERTAB... SEPVLCRVM SIV.... SIQVIS DONATION.... FERET ARCE PON...
Rimovendosi, per i lavori medesimi, il terrapieno esistente fra la via Venti Settembre, il palazzo del Ministero della R. Casa ed il pubblico giardino, alla profondità di mi. 1,60 è stato scoperto un pavimento a musaico, che nella sua integrità misurava m. 8,40 X 6,70. Il suo asse è in direzione nord-est sud-ovest, parallelo cioè alle vie Nazionale e Venti Settembre.
Il musaico fu tagliato e disfatto in varie parti, per la costruzione di alcuni muri moderni. È a fondo bianco, ed inquadrato entro una larga fascia plumata a tasselli neri. Nei quattro angoli e nel mezzo dei lati più lunghi veggonsi sei grandi vasi ansati, dai quali escono e girano per tutto il campo larghe volute di fogliami ornamentali, in marmo bigio o palombino. A circa due terzi della lunghezza è disegnato un quadrato, che nella cornice porta una quantità di piccoli pesci, e nel mezzo ha una croce con le estremità allargate ed unite fra loro da linee ondulate ornamentali. Tutto questo partito decorativo sembra indicare un'opera appartenente ad edificio cristiano del secolo terzo, forse un oratorio di qualche nobile casa privata.
Giuseppe Gatti.
Nel proseguire i lavori per l'apertura della nuova strada sotto il Quirinale, a m. 70 di distanza dall'imbocco di via Rasella si è incontrata una massicciata di calcestruzzo, che si estende per circa quindici metri sull'asse della
galleria.
A m. 161 poi è stata scoperta un'antica stanza di m. 2,90 x 1,80, alta m. 5, con muri a cortina, sul cui intonaco erano languide tracce di coloritura. Fra la terra sono stati raccolti quattro tegoloni, che portano impresso il bollo circolare: CALLIST DAHN DOMITOR protome di Mercurio a d., ai due lati caduceo e borsa.
Il sigillo è inedito. Spetta agli anni 60/93, e porta uniti insieme i nomi di Callisto e di Dafno, servi dei due Domizii Lucano e Tullo, i quali nomi si trovano separatamente in altri bolli della stessa età: cfr. C.I.L. XV, 992 e 995.
Negli sterri medesimi sono stati recuperati i seguenti pezzi scolpiti in marmo: Angolo di cornice (m. 0,32 X 0,41), formata da listello, gola dritta e tondino, e decorata con motivo di fogliami intarsiati di pietre colorate. Piccolo cassettone con riquadratura ad ovoli. Parte posteriore di una testa, appartenente a statua maschile. Braccio destro di una statua muliebre, mancante della mano. Quattro diversi frammenti di gambe. Due pezzi di capitello corinzio.
Giuseppe Gatti.
Rottura del Diaframma nella galleria sotto il Quirinale:
"Si è stabilito un passaggio sotto all’antico colle del Quirinale, passaggio che ampliato e ridotto alla forma di comoda galleria, riescirà di grande vantaggio per le comunicazioni tra due delle località più frequentate di Roma.
La cerimonia della caduta dell'ultimo diaframma che separava le due rudimentali aperture praticate dai due fianchi del colle, ha dato occasione per una piccola festa, che se riproduceva in scala ridottissima quella dell'ultimo quadro dell’Excelsior, è tuttavia riuscita assai caratteristica ed ha procurato una meritata soddisfazione a chi si foce iniziatore dell’opera, e a coloro che seppero condurre innanzi i lavori, rapidamente e bene."
Nei lavori per la costruzione del tunnel sotto il Quirinale, all'angolo del giardino pubblico, in via Venti Settembre, si è rinvenuto, alla profondità di m. 8,25 sotto il piano stradale, un tubo aquario di piombo, anepigrafo. Ha la lunghezza di m. 1,60, il diametro esterno di m. 0,19 e l'interno di m. 0,228.
Giuseppe Gatti.
Continuandosi lo sterro per la costruzione della galleria sotto il Quirinale, a circa 125 metri dall'imbocco di via Rasella, si sono rinvenuti molti avanzi di antiche sculture ridotte in frantumi, alcuni dei quali potranno probabilmente essere ricongiunti. La maggior parte di essi si trovò accumulata entro una piccola stanza costruita in laterizio. Oltre numerosi frammenti di teste, braccia, mani, gambe, piedi ed altre parti diverse di statue in marmo, nude o panneggiate, furono recuperati i seguenti pezzi:
1. Piccola testa di fauno sorridente, con orecchie puntute, coronata di corimbi.
2. Testa di personaggio barbato, in età matura, con capelli corti: manca soltanto del naso, ed era lavorata a parte per essere inserita in una statua.
3. Testa di giovane atleta, scheggiata all’occipite e dal labbro superiore sino alla fronte: i capelli erano cinti da una benda metallica, di cui rimane l'incassatura. È una discreta replica del diadumeno di Policleto.
4. Busto muliebre, in due pezzi, con capelli ondulati e ornati di alto diadema, una ciocca dei quali ricade sulla spalla destra nuda: la tunica allacciata sulla spalla sinistra lascia scoperto quasi interamente il petto.
5. Statua acefala di donna, coperta di tunica ed ampio manto, sotto al quale trasparisce il braccio destro disteso lungo il fianco: col braccio sinistro, di cui è perduta la parte anteriore, essa sorregge un lembo della veste che ricade poi in larghe pieghe sul davanti della figura.
6. Plinto di statua, della quale restano soltanto i due piedi e la gamba sinistra: presso questa è un tronco d'albero, cui è addossata l’ estremità drappeggiata di un manto.
Si è pure rinvenuto: una transenna di marmo a traforo, con cornice, che misura
m. 1,42 X 0,85; un altro pezzo di simile transenna, ma di diverso lavoro, di m. 1,05X0,36; un frammento di colonna baccellata, di giallo, lungh. m. 0,38 X 0,23; una base con incavo destinato a sorreggere una statua; ed alcuni pezzi di cornici intagliate.
Giuseppe Gatti.
Altri frammenti di statue e di marmi scolpiti sono stati recuperati per i lavori della galleria sotto il Quirinale. Fra essi si ha una statuetta acefala di Fauno semigiacente accanto ad un'otre, alla quale si ricongiunge la testina trovata nel mese precedente.
Giuseppe Gatti.
Un'altra camera, di circa m. 4X.5, appartenente ad antico edificio privato è stata scoperta, nel proseguire lo sterro della galleria sotto il Quirinale, a circa 150 metri dall’imbocco di via Rasella. Il pavimento è a circa sei metri sul piano della galleria, all'altezza cioè del cervello della volta che si viene costruendo; e vi rimane un avanzo di pavimento a cubetti di musaico bianco e nero, con fascia tutta nera all’intorno.
Fra la terra sono stati raccolti parecchi frammenti di antiche sculture, che almeno in gran parte potranno essere ricongiunti con altri trovati precedentemente, ed allora sarà possibile darne esatta relazione. Furono pure recuperati due pezzi di tegole, rispettivamente improntati coi noti sigilli delle officine Domiziana e Giovia, dell'età di Diocleziano, editi nel C.I.L. XV, 15694 e 1610.
Giuseppe Gatti.
Per il proseguimento degli sterri nella galleria sotterranea del Quirinale, a circa 150 metri dall’imbocco di via Rasella, sono stati recuperati altri antichi marmi scolpiti. Essi sono: una statua virile, alta m. 1,30, mancante della testa, del braccio destro e dell'avambraccio sinistro. Veste lungo chitone ed ampio manto, che tenuto con ricche pieghe sulla spalla destra scende dietro il dorso ed è avvolto poi sul braccio sinistro. All'estremità di ambedue le spalle siede un puttino ignudo: un terzo puttino sta sul ginocchio destro, ed un piccolo montone, di cui manca il capo, era sostenuto col braccio sinistro. Attraverso il petto della figura vedesi una pelle di leone, la cui testa ricade presso il fianco sinistro. Tutta la parte posteriore della statua è quasi piana, e destinata ad essere appoggiata ad una parete; Testa in marmo, poco maggiore del vero, barbata e munita d'elmo greco con la visiera alzata; Piccolo vitello colcato in terra, su plinto, lungo m. 0,37: manca la testa con parte del collo; Frammento di cornice con eleganti intagli, lungo m. 0,92; Grande stipite, od architrave di porta, sagomato nei due lati.
Giuseppe Gatti.
Negli sterri per la galleria sotto il Quirinale si è rinvenuto un frammento di grosso lastrone marmoreo (di m. 0,60 X 0,28 X 0,20), che conserva questo avanzo d'iserizione sepolcrale. Si è pure recuperato un rocchio di. colonna in marmo bianco, lungo m. 0,60, col diametro di m. 0,20.
Nei lavori per la galleria sotto il Quirinale sono stati trovati cinque massi di travertino, appartenenti ad un grande pilastro con mezza colonna addossata; ed un frammento di cippo, parimenti in travertino, alto m. 1,30 X 0,35 X 0,30, sul quale resta il nome: HEVRESIS.
Giuseppe Gatti
Altri muri spettanti ad una stanza intieramente devastata dal fuoco, sono tornati in luce nel proseguimento dello sterro per il tunnel sotto il Quirinale, a circa 160 metri dall'imbocco di via Rasella. In questa stanza si trovarono quattro lastre di marmo bianco, lunghe m. 0,45, alte m. 0,30, che appartennero al rivestimento delle pareti e portano scolpite in bassorilievo di buona fattura maschere, comiche e tragiche, con altri attributi di scena. Due di tali lastre marmoree presentano, nella parte opposta al bassorilievo, altre simili maschere appena abbozzate.
Si rinvennero pure varî altri frammenti di sculture e di decorazioni architettoniche in marmo bianco; due colonnine di granito bigio, di cui una intiera e l’altra in due pezzi, alte m. 1,15, col diametro di m. 0,15; la metà di una simile colonnina di porfido; due piccole basi di marmo bianco, del diametro di m. 0,20; due capitelli, uno di serpentino, alto m. 0,15, diam. 0,12, l'altro di marmo bianco, alto m. 0,12, diam. m. 0,12; un grande fregio marmoreo, di m. 1,10 X 0,65, rotto in dodici pezzi e scolpito con foglie d’acanto e rosoni; un architrave, pure di marmo, con cornice, lungo m. 1,60, alto m. 0,80; un tubo aquario di piombo, lungo m. 0,74, di medio modulo, che a lettere rilevate porta impressa l'iscrizione assai consunta: FVLVI PLAVTIANI PR ... VCCOS ... CTORIS PROC OFFIE ... VSS.
Giuseppe Gatti.
Inaugurazione del Traforo Umberto I a Via Nazionale. "è stato finalmente inaugurato, presenti le autorità cittadine. Roma è una città nella quale i forti dislivelli hanno sempre resa difficile l’organizzazione delle rapide e comode comunicazioni, specialmente tramviarie, fra la parte alta e la parte bassa, mentre il continuo aumento della popolazione e del movimento rendevano più sensibile l'inconveniente."
Dopo che è stato inaugurato il Traforo del Quirinale, la linea San Pietro - via Due Macelli viene prolungata fino a via Nazionale. La nuova linea, partendo da San Pietro, raggiunge piazza Cola di Rienzo, passa sul ponte Margherita e attraverso piazza del Popolo, via del Babuino, piazza di Spagna, via della Mercede e via Due Macelli giunge al Traforo; immettendosi poi in via Nazionale, fa capolinea alla stazione Termini
Dai lavori per il traforo del Quirinale proviene un tubo aquario di piombo, che, trovato qualche tempo fa, era rimasto fino ad ora inosservato in mezzo a materiali di costruzione. Vi si legge l'iscrizione, impressa a lettere rilevate: FVLVI PLAVTIAN PR PR C V SVCC ANNI PROCVLI PROC OFF TERENTIVS CASSANDER
Questa fistola appartiene alla condottura medesima della quale fu già trovato un altro tratto nello stesso luogo e la cui epigrafe consunta e deformata (cfr. Notizie 1902, pag. 133), si è potuta ora meglio leggere nel modo seguente: FVLVI PLAVTIAN PR pr c v sVCC CORNeli viCTORIS PROC OFF TERENTIVS CassandER V
I due sigilli che ricordano una perduzione di acqua alla casa di Fulvio Plau- ziano, prefetto del pretorio di Settimio Severo, sono identici fra loro e soltanto no- minano un diverso procuratore. In un tubo dicesi la condottura essere stata fatta sub cura Anni Proculi, nell' altra sub cura Corneli Victoris.
Giuseppe Gatti.
Per i lavori della sistemazione delle strade adiacenti all'imbocco nord del traforo del Quirinale, si è trovato, nella via in Arcione, un rocchio informe di grossa colonna di granito rosso, lungo m. 0,70; e nella via dei Serviti, la parte inferiore di un candelabro marmoreo, che conserva i tre piedi foggiati a zampe di leone.
Giuseppe Gatti.
Scoppio di una bombe al Traforo Umberto I:
"Nel pomeriggio, scoppiava un petardo sotto il tunnel che dai Due Macelli va in Via Nazionale passando sotto al Quirinale.
Questa triplice esplosione (dopo quella di mercoledi 14 al Caffè Aragno e la mattina a San pietro) ha messo sossopra a Roma la Questura, che non ha trovato nè gli autori degli odiosi scherzi, nè le loro sicure traccie; sebbene il ministero dell'interno abbia stabilito un premio di 1000 lire per chi saprà scuoprirli ed arrestarli."
Al Traforo Umberto I di via Nazionalesi svolge la Prima Festa Pubblica di Capodanno, promossa da Renato Nicolini Assessore alla Cultura del Comune