Informazioni storicheData: 1906 / 1910
Codice identificativo monumento: 359
CronologiaA via Nazionale viene inaugurata l'Arena Nazionale, un teatro all'aperto con piccola tettoia.
In via Nazionale, di fronte al palazzo della Banca d'Italia, sterrandosi per la costruzione di alcuni grandi magazzini l'area del giardino Rospigliosi, sono stati rimessi allo scoperto alcuni muri laterizî. Questi sono la continuazione dello stesso edificio, che per l'apertura della via Nazionale fu quivi riconosciuto nell’anno 1876, e probabilmente appartenne alla gente Avidia (cfr. Notizie 1876, pag. 73).
In tale sterro fu recuperato: un rocchio di colonna, di giallo antico, lungo m. 0,95, col diametro di m. 0,80; un altro pezzo di colonnina baccellata, in marmo bianco, di m. 0,80X 0,25, ed un frammento di lastra marmorea, di m. 0,21 X 0,18, sul quale rimane questo avanzo epigrafico: RIS... PRISCILL... C V CO... RTVTV....
Fu pure raccolto fra la terra un pezzo di mattone col bollo di T. Vettio Fusco (C.I.L. XY, 1498), ed una lucerna fittile senza ornati, che nel fondo porta impresso il sigillo FORTIS.
Giuseppe Gatti.
Nell'area del giardino Rospigliosi, in via Nazionale, continuandosi gli sterri per la costruzione di nuovi magazzini, alla profondità di m. 6,15 dal piano della via odierna si è incontrata, per un tratto di oltre sei metri, un'antica strada romana, lastricata coi consueti poligoni di lava basaltina. Questa ha la direzione da sud a nord, ed è larga m. 8,20. Sotto di essa si è riconosciuta un'antica fogna costruita in opera laterizia.
Nello stesso cavo, parallelo alla via Nazionale e distante da essa m. 15, sono riapparsi altri muri laterizî rivestiti di semplice intonaco bianco, i quali appartennero a stanze, il cui pavimento in cocciopisto trovasi a m. 3,40 sopra il livello della via Nazionale.
Al disotto di uno di questi pavimenti è stata rimessa in luce una grossa lastra rettangolare, di marmo bianco, che misura m. 1,15 X 1,05 X 0,08. Essa è sagomata nei quattro lati, e nel mezzo ha un foro, al quale si trovò innestato un tubo aquario di piombo, del diametro di m. 0,07 X 0,04, che a lettere rilevate porta impresso il sigillo: TI: CLAVDI Q CRISPINI
Intorno a questa lastra, posta orizzontalmente, erano collocate altre quattro lastrine marmoree, grosse m. 0,03 ed alte m. 0,10, che le formavano sponda, in modo da costituire un bacino di piccola fontana. Questa costruzione appartenne ad uno di quegli edifici privati, dei primi secoli dell'impero, i quali furono poi ricoperti dalla costruzione delle grandi terme costantiniane.
Sono stati raccolti fra la terra altri due pezzi di colonna in giallo antico, del diametro di m. 0,30, simili a quello trovato nel mese scorso (cfr. Mozizie 1901, pag. 271). I due frammenti hanno complessivamente la lunghezza di m. 1,60.
Giuseppe Gatti.
Proseguendosi i lavori di sterro per il muro di sostegno della terra nel giardino Rospigliosi, parallelamente alla via Nazionale, in due punti diversi si sono incontrati avanzi di un muraglione formato con blocchi squadrati di tufo, ad un solo filare, largo m. 0,60.
Inoltre nel terreno destinato a nuovi magazzini, si sono continuati a scoprire altri muri laterizi di diverso snessore e a diverso livello; parte dei quali spetta ad antiche fabbriche private, il cui piano si trova ad oltre sei metri sotto il livello della via Nazionale, e parte spetta alle costruzioni delle terme costantiniane.
Giuseppe Gatti.
Continuandosi gli sterri nel giardino Rospigliosi, sulla via Nazionale, per costruirvi i nuovi magazzini della ditta Rovatti, è stata scoperta un'altra parte di quell'antico ninfeo di casa privata, che fu già riconosciuto nella primavera dell'anno 1876, quando si eseguiva in quel sito il taglio della terra per l'apertura della via Nazionale.
La parte ora scoperta, in continuazione del tratto già conosciuto, consiste in due riquadri, il cui fondo è ricoperto da minuti pezzi di pietra pomice fermati con calce e dipinti a colore rosso. Questi compartimenti sono decorati a musaico, in modo identico agli altri precedentemente scoperti, cioè con pilastrini, festoni, fiori e quadretti, ove sono rappresentati genietti che guidano bighe o quadrighe.
Tra i due scomparti rettilinei ve n' era un altro curvilineo, il quale fu poi intieramente chiuso da un grande pilone laterizio, largo due metri. Un simile muro venne costruito normalmente alla parete, poco appresso al quadretto che vedesi in mezzo al secondo scomparto. Fra la terra furono raccolti i seguenti oggetti: Piccolo busto marmoreo, acefalo, alto m. 0,30; antefissa di marmo, con aquila in rilievo, alta m. 0,30 X 0,22; frammento di cornicione sagomato, lungò m. 0,70 Xx 0,12; scheggione di basamento marmoreo, alto m. 0,34 X 0,20, su cui leggesi: ... AN ... CEBACTH ... TOY OEIG...AYTOKAPO ... ANH ... ON ...
Un mattone, che ricopriva una antica fogna in prossimità del ninfeo sopra descritto, reca il bollo rettangolare: Q GRA AROL. A destra del sigillo è figurato in rilievo un sistro, e a sinistra una secchia, noti emblemi del culto isiaco. Un altro pezzo di mattone, trovato circa lo stesso luogo, fra la terra, porta il bollo di Cn. Domizio Amando (C.I.L. XV, 1097 f), parimenti ornato del sistro.
Giuseppe Gatti.
Proseguendo i lavori nel giardino Rospigliosi, in via Nazionale, per la costruzione dei nuovi magazzini Rovatti, al di sotto della parete del ninfeo, di cui fu riferito nello scorso mese, è cominciata ad apparire una camera di privato edificio, in buona costruzione laterizia, il cui pavimento trovasi a cinque metri più basso del livello di via Nazionale.
Una delle pareti si vede ornata di dipinti rappresentanti prospettive architettoniche e figure, nello stile che suole dirsi pompeiano. Non è possibile nello stato presente dei lavori, procedere subito allo sterro completo di questa camera: ciò sarà fatto, appena lo permetteranno le condizioni di sicurezza per le fabbriche soprastanti.
Fra la terra si è recuperato un pezzo di lastra marmorea, di m. 0,62 X 0,37, su cui leggesi: cHARITE ....MERENTI ...I D XVII ...RITVS
Giuseppe Gatti.
Nell'area del giardino Rospigliosi, in via Nazionale, è stata liberata dalla terra l'antica stanza dipinta, di cui fu dato un cenno nelle Notizie degli scavi del mese passato. Il pavimento di essa, che trovasi a m. 4,50 sotto il piano di via Nazionale, è formato a musaico tutto bianco, con grossi tasselli neri regolarmente disposti ad eguali distanze fra loro.
La parete verso nord, larga m. 3,50, conserva quasi intieramente l'antica pittura, che è divisa in tre riquadri, tramezzati da larghe fascie di colore rosso e da altre più piccole turchine con filetti bianchi: il fondo della parete è tutto di colore giallo. Lo scomparto di mezzo è ornato in alto con un festoncino, sostenuto alle estremità da sottili pilastri, a fondo rosso, sui quali posano due pavoni; nel centro appariscono gli avanzi di un quadretto, nel quale appena si distinguono le tracce di due figure.
Sotto questi riquadri, che sono alti m. 2,00, corre uno zoccolo quasi tutto di color nero, alto m. 0,75; e al di sopra v'è un fregio, a fondo bianco, alto m. 1,15, sul quale sono dipinte prospettive architettoniche con figure, assai languide e deperite.
La parete ad est, di cui resta appena la parte inferiore, è dipinta a colore rosso cupo; l'intonaco delle altre due pareti, in gran parte perduto, presenta qua e là qualche traccia di coloritura.
Sul pavimento della stanza ora descritta si trovarono cinque anfore di terracotta, alte circa un metro; e fra la terra di scarico si raccolse un frammento di lastrone marmoreo, alto m. 0,40 X 0,25, ove si legge a grandi lettere del secolo quarto: ... IS FA ... ET NV ...
È stata pure rimessa in luce un'altra parte del muro del ninfeo, coperta di piccole pomici colorate, in continuazione di quella precedentemente scoperta, ma assai deperita. Vi sono due scomparti rettilinei con un'altra scaletta marmorea per la caduta dell'acqua, e frammezzo ad essi uno scomparto curvilineo. Le decorazioni dei pilastrini e dei quadretti in musaico sono quasi del tutto cadute.
Giuseppe Gatti.
Inaugura il nuovo Teatro Apollo a via Nazionale, struttura in muratura che sostituisce l'Arena Nazionale. Ad una sala maggiore si affianca una minore chiamata il Ridotto. Il programma artistico rispecchia le mode del tempo: operetta e spettacoli di varietà alternati a opere liriche.
Il Teatro Cines (ex nuovo Apollo) viene ribattezzato in Teatro Eliseo. La gestione viene affidata a Mentore Clerici, già titolare del Cines.
La sala minore del nuovo Teatro Apollo a via Nazionale, viene staccato e gestito separatamente come locale notturno, un café chantant che prende il nome di Sala Apollo. Il resto del Teatro, diventa Teatro Cines, luogo di spettacoli cinematografici e di qualche operetta.
Scoppia un incendio nel teatro Apollo a Via Nazionale. Trovano la morte per asfisia, quattro artiste di varietà.
Il Teatro Eliseo riapre al pubblico, dopo sei mesi di radicale ricostruzione. Direttore Vincenzo Torraca, che ne reggerà le sorti per quasi quarant'anni:
"Fra i propositi della Direzione Generale del Teatro (una importante branca del Ministero della Cultura Popolare) vi è quello del rinnovamento edilizio del Teatro, allo scopo appunto di. offrire al pubblico delle sale capaci, ariose, accoglienti, rispondenti . alle esigenze moderne e allo spirito dei tempi, fornite delle più aggiornate possibilità tecniche.
A queste direttive della Direzione. Generale del Teatro ha risposto per primo il teatro Eliseo di Roma. mercé la coraggiosa iniziativa di una Società che con larghezza di vedute ha affrontato spese ingenti e mercé l'opera di artisti e di tecnici che hanno saputo trasformare e ampliare un vecchio ambiente in modo di dotare Roma del teatro più moderno e razionale che vanti l'Italia.
Il nuovo teatro, anche per la sua felice ubicazione, nel centro più movimentato di Via Nazionale, si è già assicurato un largo concorso. di pubblico. Inaugurato dalla Compagnia Tofano-Maltagliati, ha registrato parecchi «esauriti»: i numerosi spettatori, nella attraente atmosfera di spettacoli. allestiti con buon gusto e senso di arte, hanno ammirato la bella sala per l'indovinata armonia delle linee e per la rasserenante luminosità delle sue tinte chiare. Niente palchi, ma tre grandi balconate a gradinata, come è a gradinata la platea. Niente ingombranti lampadari, ma illuminazione a neon che diffonde una calma luce solare. Niente cupola apribile, ma invece aria condizionata, aspirata all'esterno e forzatamente introdotta nella sala, riscaldata d'inverno e raffreddata di estate.
Quanto al palcoscenico, di vaste proporzioni, è stato fornito di ogni mezzo tecnico moderno, fra cui un piano girevole di dodici metri di diametro (il primo in Italia), scorrente su tre rotaie concentriche e munit> di trenta botole 1 camerini degli artisti sono muniti di ogni ‘comodità, compresa quella ‘di poter ascoltare, durante gli atti, per mezzo di un impianto elettro-acustico, la recitazione in modo da rimanere nell'atmosfera della rappresentazione.
Ampi magazzini per materiale scenico, sale di ridotto ad ogni piano, un magnifico bar collegato con una sala fornita di tavolini (una specie di giardino d'inverno) completano l'imponente edificio, il quale, occorrendo, può essere adibito anche a spettacoli lirici.
Autore del progetto è l'architetto prof. Luigi Piccinato, uno dei cinque architetti preposti alla preparazione dell'Esposizione Universale di Roma, la cui attività di professionista e di insegnante — il Piccinato è docente di architettura a Napoli — è caratterizzata da un illuminato squisito senso di bene intesa modernità. Il prof. Piccinato ha anche diretto i/lavori del nuovo teatro, coadiuvato dall’architetto Waldis e da altri architetti ed artisti.
Degno di menzione il contributo artistico dello scultore Melandri di Faenza, il quale ha decorato una parete di un locale con un bassorilievo di ma iolica rappresentante Orfeo."
Sul palcoscenico dell'Eliseo si rappresenta I parenti terribili di Jean Cocteau con un regista esordiente Luchino Visconti.
Debutta al Teatro Eliseo la commedia La macchina da scrivere (testo di Jean Cocteau), messa in scena da Luchino Visconti con la compagnia teatrale "Calindri Adani Gassman".
Rifondazione dell'Accademia Filarmonica Romana, con la direzione artistica di Alfredo Casella il quale si impegna soprattutto nel far conoscere la musica contemporanea. La sede amministrativa, essendo stata demolita la Sala Sgambati a Via di Ripetta, viene posta nella Casina Vagnuzzi in via Flaminia 118, mentre i concerti si svolgono al Teatro Eliseo.
Cambio nella gestione del Teatro Eliseo. Vincenzo Torraca passa il testimone a Giuseppe Battista, che gestirà il Teatro per vent'anni. La sala il Ridotto, viene ribatezzata Piccolo Eliseo.
Dopo un anno di importanti lavori di manutenzione straordinaria, riaprire il Teatro Eliseo sotto la gestione e la direzione artistica di Luca Barbareschi.
A causa di bancarotta e una cattiva gestione, chiude il teatro Eliseo.
Il complesso del Teatro Eliseo viene messo in vendita.
Progetto
Gruppi e Istituzioni
Stampe antiche