Codice identificativo monumento: 3616
Il principe Tommaso Corsini vende al Comune le proprietà del casino a monte, dependance sul colle gianicolo del sottostante palazzo di famiglia.
Nei disterri che fa eseguire il Comune di Roma sul culmine del Gianicolo, per la passeggiata pubblica, presso il confine delle ville già Corsini e Savorelli, è stata scoperta un' ampia e ben conservata piscina, costruita a scaglie di selce. È formata di tre gallerie parallele, larghe met. 4,10, lunghe (nella parte fino ad ora scoperta) met. 10,50. Le due pareti intermedie sono traforate da vani arcuati, di met. 1,60 di luce. Le pareti perimetrali, grosse 1 metro, sono fortificate per mezzo di speroni, lunghi 2 metri.
Si è poi messa a nudo porzione del fondamento di una delle torri del recinto aureliano, che apparisce costruito o ricostruito con lastre e con frammenti di marmo. A circa 80 metri di distanza dalla linea delle mura, si ritrovano molti cassettoni a capanna, sarcofagi fittili, e pezzi di anfore e di dolii. Vi è pure un cii)po altissimo di travertino (met. 1,50 sino alla frattura) con queste linee: SIBI ET SVIS, IN FR P XII,
IN AGR P XII
Negli sterri per l'ordinamento della nuova passeggiata sul Gianicolo, si è scoperta una stela marmorea, larga met. 0,185. sulla quale è graffito in parte, in parte inciso il seguente titoletto. Leggo il nome della defunta Callityche; il nome del marito Heracla..
Rodolfo Lanciani.
Il Casino Corsini al Gianicolo, viene trasformato in una torretta-osservatorio della sezione romana del Club Alpino, dove con un cannocchiale mobile, possono esplorare l’orizzonte montuoso della catena appenninica. L'ingegnere Paolo Emilio De Sanctis realizza le trasformazioni in stile neomedioevali.
Celebrazioni per il XXV anniversario della Presa di Roma:
"Venerdì, l'Italia celebrerà il 25° anniversario della breccia di Porta Pia, di Roma nostra, di Roma capitale. Da più giorni, Roma è mutata. Nonostante il caldo, sì lavora dappertutto. Si accomoda la via Nomentana; si erige una colonna commemorativa della breccia di Porta Pia sul corso d'Italia; si terminano i lavori al monumento a Garibaldi sul Gianicolo; si approntano i monumenti a Cavour, a Minghetti, ai fratelli Cairoli, a Pietro Cossa: si apre il ponte Umberto; si sistema buona porzione dei Lungo Tevere; si puliscono le immagini degli uomini illustri che stanno al Pincio....
Fra gli adornamenti dell'eterna città primeggia il magnifico ponte Umberto che il 20 corr. verrà aperto alla circolazione: e con esso la colonna commemorativa di Porta Pia. Le associazioni liberali di Roma, riunite, deliberarono che la colonna commemorativa sia inaugurata venerdì 20, alla stessa ora în cui ebbe luogo la memoranda breccia, cioè alle ore 10 del mattino. Sulla colonna si poserà un statua della Vittoria in bronzo, opera dello scultore Giuseppe Guastalla, allievo del Ferrari (presso la breccia di Porta Pia, accanto a quelle già poste del 1871, verrà anche collocata una nuova lapide con il nome dei caduti)
Innumerevoli le feste che sono stabilite; fra cui i congressi: la gara generale di tiro a segno al Poligono; la luminaria, colla famosa girandola che, quest'anno, rappresenterà un monumento commemorativo dell’unità italiana; îl congresso ginnastico, il congresso delle cooperative, il congresso degli insegnanti, il congresso medico, il congresso militare...".
Il cannone che spara a mezzogiorno per coordinare le campane di Roma viene spostato definitivamente da Monte Mario al Gianicolo. Viene utilizzato un cannone campale da 75 mm., impiegato dall'Artiglieria del Regno d'Italia per aprire la Breccia di Porta Pia.
Il comitato nato per realizzare un monumento in onore di Anita Garibaldi, indicono un concorso nazionale per un'opera da collocare sul Gianicolo. Vengono proposti quarantatrè bozzetti, ma nessuno viene giudicato adatto e l'iniziativa non ha seguito.
Collaudo del Faro del Gianicolo:
"Gl'italiani dell'Argentina (i memori coloni della Patria Lontana) hanno voluto associarsi alle feste commemorative del Cinquantenario Nazionale donando alla Capitale d'Italia un grande faro luminoso, raggiante di notte sull'Urbe dall'alto del Gianicolo. L'iniziativa di questo dono a Roma fu presa dal comitato promotore del monumento a Cristoforo Colombo in Buenos Aires.
Per festeggiare il XX settembre e per provare l'accensione del faro, si riunirono la sera del 19 sul Gianicolo l'architetto Manfredi (autore del faro), l'ing. Luiggi ed altri egregi che hanno lavorato alla erezione del monumento.
Erano presenti inoltre il dottor Arata con la famiglia, il senatore Paternò, alcuni notabili italiani dell'Argentina ed i corrispondenti dei giornali bonearensi.
Tra grandi applausi le signorine Arata, Paternò e Luiggi innalzarono la bandiera italiana sul pennone che sovrasta il faro; quindi fu fatta la prova dell'accensione. Potenti fasci di luce bianca, rossa e verde alternantisi di venti in venti minuti scaturirono dall'alto del monumento illuminando i tetti, le cupole e le colonne della città sottostante. L'effetto era magnifico ed i presenti ne rimasero ammirati."
In occasione dell'anniversario del Plebiscito romano del '70, viene inaugurato ufficiale il Faro del Gianicolo, donato dagli italiani dell'Argentina.
Inaugurazione di un busto sul Gianicolo, dedicato al pittore Giovanni Nino Costa.
Ezio Garibaldi, pronipote dell'eroe, promuove nuovamente la realizzazione di un monumento ad Anita Garibaldo, da collocare al Gianicolo. L'idea ottienne l'appoggio di Mussolini e viene compresa nel programma delle celebrazioni per i cinquant'anni dalla morte di Garibaldi, nel 1932.
Nell'anniversario della scoperta dell’America, il Governatore di Roma partecipa alla cerimonia di inaugurazione di una targa all'ingresso della Passeggiata, che celebra il gemellaggio tra Montevideo e Roma.
Scoprimento di una lapide lungo la passeggiata del Gianicolo, offerta dalla Municipalità di Montevideo nell'annuale della scoperta dell'America
Nella passegiata del Gianicolo viene inaugurato un busto in memoria di Domenico Piva.
Lungo la passeggiata del Gianicolo, vengono inaugurati nuovi busti di eroi del Risorgimento: Ricciotti Garibaldi ed i suoi figli, Costante e Bruno.
Presentazione al Duce Mussolini e al Governatore Gian Giacomo Borghese, del progetto definitivo per la grandiosa sistemazione dell'area della Farnesina e delle falde del Gianicolo, in conformità del Piano regolatore generale dell'Urbe:
"...in occasione di un'adunanza della Classe delle Arti all'Accademia d'Italia, alla presenza del Governatore di Roma, di un gran numero di Accademici e di una rapresentanza della stampa, il Presidente Luigi Federzoni ha posto in rilievo le ragioni dell'iniziativa ed i caratteri salienti della sistemazione della zona in parola, plaudendo în modo particolare all'opera di Marcello Piacentini, il quale è riuscito a dare (come ha detto il Presidente) la prova più alta e convincente del suo eccezionale talento nel campo dell'urbanistica.
Ed ha anche ricordato e lodato, il lungo e intelligente lavoro compiuto dalla Commissione presieduta da Ugo Ojetti e composta degli Accademici Giovannoni, Marangoni e Pession. È giusto accennare che al progetto Piacentini hanno collaborato l'ing. Fuselli del Governatorato di Roma e gli ingegneri Jacopini e Massari dell'ufficio tecnico dell'Accademia d'Italia.
Dopo il breve discorso del Presidente dell'Accademia, Marcello Piacentini ha fatto un'ampia lucida e colorita illustrazione del progetto di sistemazione della zona, con l'ausilio di fotografie, di piante topografiche e di un grande plastico.
Da piazza della Chiesa Nuova si dipartirà un grande rettifilo che, attraverso il ponte Mazzini, salirà fino alla terrazza belvedere aperta in cima al colle Gianicolense, in mezzo a un succedersi di scenari architettonici che avranno una cornice e un fondale di verde, mentre l'accesso al Gianicolo assumerà un'aspetto imponente che ricorderà quanto Valadier fece in Piazza del Papolo e sul Pincio. Roma si arriechirà così di una nuova magnifica prospettiva.
Subito dopo il ponte Mazzini si snoderà sul declivio del colle, un ampio viale inquadrato da nuovi edifici. La caratteristica via della Lungara sarà mantenuta nella sua attuale direttrice, ma rialzata nel piano stradale. Ancora più in alto, dipartendosi dal grande viale di accesso, si biforcheranno due rampe, una delle quali sì inserirà nella nuova strada dal Gianicolo a San Paolo e alla zona dell'E. 42, e l'altra discenderà verso le poetiche pendici di Sant'Onofrio.
La nuova sistemazione impone la demolizione di case di poco conto e dell'edificio del carcere giudiziario di Regina Coeli, mette in valore gli edifici monumentali della Farnesina e di Palazzo Corsini, la cui facciata verso il colle ha un aspetto elegante e severo ad un tempo, e dà un nuovo accesso alla R. Accademia d'Italia da un viale di alberi dell'Orto Botanico.
Il progetto di massima comprende edifici per il Conservatorio di Santa Cecilia, per l'Istituto dell'Arte Drammatica, per la Sala dei grandi concerti sinfonici, per un Teatro all'aperto e forse per la Biblioteca Nazionale. Comprenderà anche un edificio per la Biblioteca di Archeologia e Storia dell'Arte, l'istituto fondato, da Corrado Ricci già a Palazzo Venezia e da poco trasferito in questa zona.
Attorno alla più importante istituzione della cultura quale è la R. Accademia d'Italia, dovrebbero sorgere quando il progetto sarà diventato realtà, enti culturali e artistici tali da formare di questo settore dell'Urbe la zona accademica per eccellenza.
In luogo adatto, quale sfondo al complesso architettonico, verrà collocata la fontana del Mosè, che per ragioni urbanistiche verrà spostata da Piazza S. Bernardo dove attualmente si trova e che nella nuova sede, verrà sistemata con opportuni, ampliamenti alle parti laterali in modo da renderla più proporzionata alla vastità dell'ambiente.
Ma la parte architettonica ed edilizia del progetto in discorso è subordinata all'importanza e alla vastità della zona arborea che deliberatimente si vuol lasciare protagonista di tutto il nuovo ordinamento, facendo assurgere la zona alla magnificenza delle ville tuscolane e tiburtine.
Parte essenziale del progetto è quindi l'utilizzazione, come parco pubblico, dell'Orto Botanico [...] di Villa Corsini, fatto risorgere a nuova Vita dal Pirotta nel 1885, ed ora affidato alle vigili cure dell'illustre prof. Enrico Carano, che l'insegnamento della botanica impartisce con l'ausilio anche del «giardino didattico» annesso alla Città Unversitaria, con la sistemazione ideata dal Piacentini potrà essere valorizzato e aperto al pubblico, mentre attualmento è si può dire, sconosciuto alla cittadinanza romana.
Il visitatore della zona, quando questa sarà opportunamente sistemata resa accessibile non soltanto a pochi privilegiati, sostando all'ombra delle palme e al murmure delle fontane e di cadute d'acqua, salendo la scalea cosiddetta garibaldina centro di uno degli episodi della gloriosa resistenza del '49, inoltrandosi poi lungo il viale che porta all’aerea terrazza da cui il monumento di Garibaldi e il monumento’ di Anita dominano il panorama dell'Urbe, respirerà il clima eroico di fasti memorabili, in cui Italia, nel brivido di un'ora sacra, ritrovava a Roma il suo cuore pulsante.
GIOVANNI BIADENE
Alla passeggiata del Gianicolo viene inaugurata di una stele dedicata ai cinque fratelli siciliani De Benedetto, dono del Municipio di Palermo attraverso la munificenza del Banco di Sicilia. Il monumento è posto in un aiula che diventerà il giardino della della scuola G. Grilli.
Alla passeggiata del Gianicolo viene inaugurata una stele dedicata ai garibaldini umbri che, dal 1849 al 1870, s'immolarono per la riunificazione di Roma all'Italia.
Grazie ad una petizione popolare promossa dalla trasmissione il Musichiere, il cannone del Gianicolo, sostituito da una sirena, torna a sparare il mezzogiorno.
Viene sostituito il cannone che spara dal Gianicolo per indicare il mezzogirono. Era un obice da 149/13 la cui bocca da fuoco, preda bellica dell'Esercito Austro-Ungarico nella guerra 1915-18, era montata su affusto italiano. Lo sostituisce obice, assemblato da una bocca da fuoco da 105/22 su affusto di 88/27 impiegati durante il 2° conflitto mondiale.
La stele dedicata ai fratelli siciliani De Benedetto, viene spostata dal giardino della scuola G. Grilli, all'aiuola davanti all'istituto.
In occasione del 150° anniversario dell’Unità d'Italia, sono avviati i restauri degli 84 busti degli eroi garibaldini al Gianicolo. Il restauro è eseguito dall'Impresa TECNICON s.r.l. con la Direzione scientifica della Sovrintendenza Capitolina.
In occasione delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d'Italia, il monumento ad Angelo Brunetti viene ricollocato nel parco del Gianicolo.