Data: 1523
Codice identificativo monumento: 363
Chiamata comunemente Immagine di ponte, rappresenta la più importante edicola sacre della città, sia per la collocazione, ultimo tappa dei pellegrini verso il ponte S. Angelo e il vaticano, sia per gli artisti che l'hanno realizzata, l'architetto Antonio da Sangallo ed il pittore Perin Del Vaga.
La primitiva immagine risale al 400' quando Il fiorentino Vinvio di Stefano ottiene dal monastero di S. Lorenzo in Capite un immagine sacra. Collocata all'angolo del suo palazzo a via dei Coronari diventa ben presto oggetto di venerazione tra i numerosi pellegrini che si incamminano verso ponte S. Angelo.
Quando l'edificio passa al cardinale Alberto Serra di Monferrato, notaio della Camera Apostolico, viene decisa la sua ricostruzione.
Nel 1523 Antonio da Sangallo il giovane riceve l'incarico per il nuovo tabernacolo. Ispirato dalle edicole classiche del Pantheon che tanto ammirava (come vediamo anche nel lavori per la facciata di palazzo Farnese) realizza una struttura a tempietto con colonne e timpano. Al di sopra, tra due finestre ora cieche, gli stemmi del Serra e del altro committente, il cardinale Francesco Armellini.
Completa l'interno del tabernacolo il dipinto di Perin Del Vaga, scelto dallo stesso Antonio da Sangallo. La scena rappresenta il Cristo che incorona la Madonna, le altre figure che appaiono ormai sfocate sono S. Sebastiano e S. Antonio come ci racconta il Vasari ne Le vite:
"Aveva in questo tempo Antonio da San Gallo fatto in Roma, in su una cantonata di una casa, che si dice l'immagine di Ponte, un tabernacolo molto ornato di trevertino e molto onorevole, per farvi far dentro di pitture qualcosa di bello; e cosí ebbe commissione dal padrone di quella casa che lo dessi a fare a chi li pareva che fusse atto a farvi qualche onorata pittura.
Antonio, che conosceva Perino di que' giovani che ci erano per il migliore, allui lo allogò.
Et egli, messovi mano, vi fece dentro Cristo quando incorona la Nostra Donna, e nel campo fece uno splendore con un coro di Serafini et angeli che hanno certi panni sottili che spargono fiori, et altri putti molto belli e varii, e cosí nelle due facce del tabernacolo fece nell'una San Bastiano e nell'altra Santo Antonio, opera certo ben fatta e simile alle altre sue, che sempre furono e vaghe e graziose."
Gli ultimi restauri nel 1805, quando viene ricostruito il palazzo che la sostiene e nel 1968.