Codice identificativo monumento: 375
I censori Spurio Servilio Prisco e Quinto Clelio Siculola, avviano la costruzione delle nuove mura difensive. La costruzione durò oltre 25 anni.
La nuova cinta, estesa circa 11 km, include circa 426 ettari di territorio. Al Campidoglio (già protetto da una fortificazione propria, l'arx capitolina), furono collegati Quirinale, Viminale, Esquilino, Celio, Palatino, Aventino e parte del Foro Boario, sfruttando, dove possibile, le difese naturali dei colli.
Le mura sono alte circa 10 metri e spesse circa 4 metri, in alcuni tratti ulteriormente protette da un fossato largo mediamente più di 30 metri e profondo 9.
Il tratto pianeggiante (e più indifeso) tra Quirinale ed Esquilino, lungo un chilometro, viene rafforzato con un aggere (agger), un terrapieno largo più di 30 metri.
Durante i lavori per la costruzione della stazione ferroviaria provvisoria, emergono imponenti resti delle mura serviane e alcune edifici del I sec., che vi si erano addossate.
"in seguito dei lavori che vi si stanno facendo per munificenza della Santità di NS s è tro vata una parte del recinto di Numa fabbricato a grandi parallelepipedi di tufo locale Grifi queste mura erano già occupate da altri avanzi antichi che si stimano quelli del tempio del Sole Sarebbe da conservarsi visibile tutto l a vanzo delle mura che s interna sotto le rimesse pontificie talché da quella parte se ne vegga la grossezza dalla parte opposta giacché le mura traversano la nuova salita si lascerebbe eguale testimonio nel muro che si costruirà di sostruzione alla piazza. (Pietro Ercole Visconti)"
Seconda campagna di scavi di John Henry Parker e Rodolfo Lanciani, presso il Monte della Giustizia. Gli ambienti ritrovati, alcune insule imperiali appartenenti al I secolo d.C., vengono tutti demoliti due anni dopo. I blocchi di tufo delle Mura Serviane furono numerati e smontati.
Durante la terza campagna di scavi presso la stazione termini, mentre si procede allo spianamento completo del Monte di Giustizia, affiora un grande tratto di Mura Serviane lungo 94 m, e viene scavata anche la Porta Viminalis. Torna alla luce un bottino delle acque Marcia Tepula e Julia, di forma circolare, in tufo e travertino. La Compagnia Ferroviaria, chiede all'Amministrazione Capitolina il permesso di demolire i ruderi per consentire l'ingrandimento dei servizi stazione. Vengono intanto demoliti i muri perimetrali superstiti della Botte di Termini.
In Piazza di Termini, presso i muri di opera reticolata e laterizia dei tempi di Antonino Pio, ove poi venne innalzato un oratorio privato cristiano nel IV. secolo, ai piedi dei due ingressi laterali all'oratorio medesimo, si trovò parte di una fistula aquaria con l’epigrafe AVREL: CAES III E COMM II CoS; é nella estremità del medesimo tubo fu letta pure altra iscrizione, che completata con un pezzo rinvenuto più tardi viene restituita così: IMPCAES AVRELI AINTONINI E AVRELI VER SVBCVRACAECILIDI EXTRIAN PROISMA IF VIII
Si raccolsero nello stesso luogo altri tubi di conduttura senza epigrafe, frammenti di statuette marmoree, un vasetto di terracotta con colore rosso per dipingere, un manico di grosso vaso con bollo C F CRESCVII, altro col bollo FGRCLVP, e fondi di tazze aretine co’ sigilli P. Hr, LRASINPIS, LRASINPISAM, oltre ad un mortaio di marmo rotto in varii pezzi, ferrarecce, ed una moneta di Faustina iuniore. Nell’altra parte del colle, lungo la strada di Porta s. Lorenzo, continuarono a discoprirsi le reliquie dell'aggere Serviano, ed i muri degli edifizi che vi erano addossati.
Giuseppe Fiorelli.
La Direzione Generale dei Musei e degli Scavi di Antichità proclamava le mura serviane scoperte presso la Stazione Termini necessaria la «conservazione integra del rudere preziosissimo, secondo i voti espressi dai cultori delle antichità patrie e relatori sinceri del decoro del Governo e della Nazione».
Presso l'angolo delle vie Volturno e Gaeta, è stato scoperto un tratto del muro di sostruzione dell'aggere Serviano, lungo met. 18,50, largo met. 2,10.
Alla profondità di met. 10,25 sotto l'ultimo strato di fondamento, sono state trovate alcune gallerie scavate nel cappellaccio, le quali si arrestano sull'orlo della fossa che è riempiuta di terra di scarico.
Rodolfo Lanciani.
Nella piazza del Maccao, presso l'imbocco di via Gaeta, sonosi scoperti il fondamento, la banchina, la fossa della fortificazione Serviana, in condizioni e misure identiche a quelle rilevate nella piazza Manfredo Fanti.
È a notarsi che le latomie di pozzolana, le quali perforano tutto il sottosuolo della contrada, e penetrano fin sotto il fondamento del muro di Servio, si arrestano sugli orli della fossa, essendo superiori al fondo della medesima.
Nell'istessa piazza del Maccao è stato scoperto il selciato della strada, che girava attorno il recinto delle Terme Diocleziane dal lato nord-est. Sta a met. 3,10 sotto il ciglio del marciapiede della piazza.
Rodolfo Lanciani.
Ritrovata la strada, che attraversava l'aggere di Servio alla porta Viminale, tanto dentro la città presso l'angolo nord-est della stazione centrale, quanto al di fuori, presso l'angolo delle vie Magenta e Castro Pretorio. Questo secondo tratto è chiuso da sepolcri di epoca repubblicana, costruiti con rozzi tufi, senza cemento.
Rodolfo Lanciani.
La società delle Ferrovie Romane ha incominciato a disterrare gli ultimi avanzi del Monte della Giustizia, tra il cancello delle merci in via di porta s. Lorenzo, e la nuova Dogana. Si è scoperto un piccolo tratto della fronte esterna del muro di sostruzione all’aggere, a destra di chi entra nella porta Viminale. Parimenti sono state scoperte (ed abbattute) alcune camere dei bassi tempi, edificate sull'area della fossa. Hanno pareti di tufa con ricorsi di tegolozza, e soglie di travertino, tolte evidentemente da una fabbrica più antica.
Proseguiti gli scavi, è stato scoperto un tratto notevolissimo della fronte del muraglione che sostiene l’aggere serviano, con un selciato del medio evo, o degli ultimi anni dell'impero, il quale corre sul riempimento artificiale della vetusta fossa serviana.
Le costruzioni, che riempiono la zona fra il selciato e l’aggere, appartengono pure ai tempi bassi, e sono murate a ricorsi di mattone di tufi. Intorno gli speroni o contrafforti di peperino (cf. Lanciani, Mura di Servio p. 59). Quindi è stata rinvenuta nel suo proprio luogo una colonna di tufo rosso, larga nel diametro m. 0,45.
Emerge dal suolo per un metro, ed è coronata da capitello dorico in travertino di buona maniera. Doveva essere accompagnata da. altre simili colonne, essendosi già scoperto (fuori di posto) un secondo Copia d travertino. Il luogo merita di essere meglio esplorato..
Rodolfo Lanciani.
1897
Agger Serviano
Rovine e scavi di Roma antica
1876
Pianta degli scavi al Monte della Giustizia
Bullettino della Commissione archeologica comunale di Roma
1876
Prospetto degli scavi al Monte della Giustizia
Bullettino della Commissione archeologica comunale di Roma
1874
Mura di Servio
L'Illustrazione Italiana 1874
1874
John Henry Parker
Sectio Aggeris Servii Tullii
The Archeology of Rome
1873
Scoperte nel nuovo quartiere del Castro Pretorio
Bullettino della Commissione archeologica comunale di Roma
1862
Avanzi dell' aggere e del muro di Servio Tullio
Annali dell'Instituto di Corrispondenza Archeologica
1848
Luigi Canina
Vetuste mura del Campidoglio
Gli edifizj di Roma antica - Volume II
1836
Pianta della zona della Botte di Termini
Notizie istoriche della Villa Massimo alle Terme Diocleziane
1836
Pianta della Villa Massimo alle Terme Diocleziane
Notizie istoriche della Villa Massimo alle Terme Diocleziane