Data: 1861 / 1949
Codice identificativo monumento: 376
Papa Pio IX dispone la costruzione di 4 linee ferrate. I nuovi collegamenti sono diretti da Roma a: Ceprano (al confine Napolitano per poi proseguire verso Napoli); Bologna (principale centro dello Stato Pontificio dopo Roma); Civitavecchia (maggiore approdo marittimo); Anzio.
Siglato un nuovo atto di concessione per i lavori di costruzione della ferrovia Roma-Confine (Ceprano). Sono incluse nuove condizioni economiche e in conseguenza la società si ricostituisce come Società privilegiata Pio-Latina delle strade ferrate da Roma a Frascati e da Roma al confine Napolitano. Si decide di unificare in un unico edificio gli arrivi e le partenze delle linee Roma-Frascati e Roma-Ceprano da realizzare presso la Villa Massimo, già Peretti Montalto. La nuova ferrovia viaggierà unificata fino a Ciampino (km 12) diramandosi in due tronconi per Frascati (7 km) mentre l'altro ramo proseguirà in direzione di Cecchina (Albano).
Durante i lavori per la costruzione della stazione ferroviaria provvisoria, emergono imponenti resti delle mura serviane e alcune edifici del I sec., che vi si erano addossate.
"in seguito dei lavori che vi si stanno facendo per munificenza della Santità di NS s è tro vata una parte del recinto di Numa fabbricato a grandi parallelepipedi di tufo locale Grifi queste mura erano già occupate da altri avanzi antichi che si stimano quelli del tempio del Sole Sarebbe da conservarsi visibile tutto l a vanzo delle mura che s interna sotto le rimesse pontificie talché da quella parte se ne vegga la grossezza dalla parte opposta giacché le mura traversano la nuova salita si lascerebbe eguale testimonio nel muro che si costruirà di sostruzione alla piazza. (Pietro Ercole Visconti)"
Per mettere in collegamento la linea ferroviaria Roma Civitavecchia (che faceva capolinea a Porta Portese) con la nuova stazione Termini, si avvia la costruzione di una nuova Passerella di ferro sul tevere.
Per consentire il passaggio nelle mura aureliane, dei treni diretti alla Stazione termini, sono create delle nuove arcate di sostegno del condotto dell'Acquedotto Felice, a nord di Porta Maggiore.
La prima stazione ferroviaria a Termini viene aperta al pubblico con il nome di Stazione Centrale delle Ferrovie Romane.
Con una cerimonia d'inaugurazione alla presenza del papa Pio IX, iniziarono i lavori preliminari per il fabbricato viaggiatori della stazione Termini.
Inaugurata la seconda stazione ferroviaria di Termini. La linea Roma-Frascati viene collegata con la nuova stazione e la vecchia stazione di Porta Maggiore viene demolita.
Terza campagna di scavi al Monte di Giustizia, che comporta il definitivo spianamento dell'altura, per ampliare la stazione Termini, con la costruzione del grande edificio della Dogana (posto sulla piazza di Termini) e alcuni edifici minori.
Giuseppe Garibaldi eletto deputato giunge a Roma. Sbarca nelle prime ore del mattino a Civitavecchia (da un piroscafo dei Rubattino, lo stesso armatore che gli ha fornito i due per la spedizione dei Mille in Sicilia), e arriva in treno a Termini.
La Direzione Generale dei Musei e degli Scavi di Antichità proclamava le mura serviane scoperte presso la Stazione Termini necessaria la «conservazione integra del rudere preziosissimo, secondo i voti espressi dai cultori delle antichità patrie e relatori sinceri del decoro del Governo e della Nazione».
Ha inizio un servizio di tram a vapore Portonaccio-Ciampino-Marino gestito dalla Società TFE (tramvie e le ferrovie economiche di Roma, Milano e Bologna). Il treno inaugurale parte dalla stazione Termini con un convoglio speciale composto da 9 carrozze di proprietà delle Strade Ferrate Romane (SFR) e da 3 locomotive dell'azienda tranviaria. Il treno, arrivato alla stazione di Ciampino Superiore, per evitare problemi a causa delle forti pendenze della tratta e della scarsa potenza delle locomotive, venne spezzato in tre composizioni. Tuttavia, all'inizio della tratta di pendenza massima si dovettero lasciare a terra molte persone e spargere una notevole quantità di sabbia sulle rotaie.
La Società Anglo Romana costruisce presso la stazione di Termini, una Centrale termica della potenza di 90, per sperimentale l'illuminazione elettrica della ferrovia e dei piazzali.
Il Principe Imperiale di Germania Federico Guglielmo di Germania in visita a Roma. Lo accolgono alla Stazione Termini il Re Umberto I, il Principe di Napoli e il Principe Amedeo, i dignitari di corte, i ministri, il Presidente del Senato Tecchio, quello della Camera Farini e l'Ambasciatore di Germania, il Sindaco Torlomia e il Presidente del Consiglio Depretis. Dopo una tappa al palazzo del Quirinale, il pomeriggio si reca al Pantheon ad omaggiare la tomba del Re Vittorio Emanuele II. La sera dopo il pranzo di gala al Quirinale viene organizzata una visita e al Campidoglio dove venne venne effettuata una spettacolare illuminazione con i bengala del Foro Romano.
Funerali di Marco Minghetti.
"Alla chiostra deila Madonna degli Angeli la salma fu benedetta dal parroco; quindi portata alla stazione ferroviaria, dove la sala d'aspetto della seconda classe era stata ridotta in cappella ardente. La salma ivi deposta fu custodita dal clero. La sera allo 9.20 parti per Bologna, accompagnata da vario deputazioni, in un treno di dodici vetture stato formato dall’ ingegnere Alfonso Audiuot, figlio di Rodolfo Audinot amicissimo del Minghetti, per incarico speciale avutone dalla Società delle Ferrovie Meridionali."
Inaugurazione del Monumento ai Cinquecento caduti di Dogali, posto di fronte alla stazione Termini. Presenti i sovrani, i membri del governo, molti parlamentari e il Sindaco Leopoldo Torlonia. La Piazza Termini cambia nome nell'occasione in Piazza dei Cinquecento. Una lapide commemorativa viene anche posta su Palazzo Senatorio.
Il Kaiser di Germania Guglielmo II giunge a Roma per una visita ufficiale. Arriva in treno alla Stazione, dove è riceveto da re Umberto, col principe ereditario, il duca d'Aosta e il duca di Genova, con le loro case militari, il presidente del Consiglio, il generale Pallavicini e D'Oncieu (comandanti dell'VIII corpo e della divisione di Roma), il prefetto Gravina ed il prosindaco marchese Guiccioli. Verso il piazzale esterno è stato eretto un padiglione în velluto e broccato: copre il marciapiede un ricco tappeto di Bruxelles. Alle due estremità del padiglione s'ergevano due pennoni che sorreggono, quello di destra lo stendardo imperiale tedesco, quello di sinistra lo stendardo italiano. Guglielmo II ed Umberto I prendono posto insieme al principe di Napoli, in una carrozza di Corte scoperta, con le livree rosse, percorrono la piazza di Termini dove è rinnovata l'antica fontana, e s'avviano per Via Nazionale. La grande strada, lungo la quale s'innalzavano più di 300 pennoni, eguali a quello del quale diamo il disegno, è straordinariamente affollata. Dai balconi e dalle finestre stipate di signore cadono sulla carrozza fiori e piccole bandiere con i ritratti dei due sovrani e i colori delle due nazioni alleate. La carrozza dei due sovrani si fa strada lentamente in mezzo alla folla fino al portone del Quirinale, dove l'imperatore sarà ospitato negli appartamenti imperiali realizzati al piano nobile della Manica Lunga. In onore di Guglielmo Il, si è preparata una grande dimostrazione popolare. L'architetto comunale Giocchino Ersoch è stato incaricato di realizzare un palco in stile eclettico intorno all'obelisco di piazza del Popolo e un quinta scenica al fondo di piazza del Campiglio, collegando Palazzo Senatorio e Palazzo Nuovo con una costruzione effimera in stile.
Arrivo dei duchi d'Aosta a Roma dopo il matrimonio: "Gli sposi arrivarono la mattina di sabbato 6 luglio alle ore 9 e mezza. Erano ad attenderli alla stazione il Principe di Napoli, il Conte di Torino, il generale Ponzio Vaglia, i sottosegretari di Stato, il prefetto, il presidente della deputazione provinciale, il sindaco ed altre autorità dvili e militari.
Appena il treno si fermò discese il Duca d'Asta che aiutò a discendere la Duchessa. Gli sposi strinsero la mano al Principe di Napoli, al Conte di Torino e quindi entrarono nel salone reale. Intanto una compagnia degli allievi carabinieri con bandiera e musica rendeva gli onori militari, li pubblico nell'interno della stazione e fuori applaudiva agitando i fazzoletti. La Duchessa ringraziò e si trattenne affabilmente a parlare con le autorità.
Alle ore 9.45 i Principi uscirono dalla stazione, accolti da entusiastici applausi dalla folla ed al suono della marcia reale. Davanti alla stazione era schierata l'ufficialità del presidio, le associazioni e folla immensa che acclamava gli sposi, mentre le truppe, che facevano ala, presentavano le armi I Duchi d'Aosta ed i Principi presero posto nelle berline di gala, quindi i1 corteo si mosse verso il Quirinale.
Procede un battistrada di Corte; segue la berlina con un aiu-tante di campo del Duca d'Aosta e un gentiluomo di servizio della Duchessa d'Aosta. Viene poi un drappello di corazzieri e la berlina con gli sposi. Il generale Orcro ed il capitano dei corazzieri cavalcavanu ai lati. S'avanzano poi le berline col Principe di Napoli e il Conte di Torino e al loro seguito un drappello di corazzieri.
Il corteo sfila al passo. All'ingresso di via Nazionale e lungo la via, dalle finestre si agitano i fazzoletti. Dopo il palazzo dell'Esposizione la folla si staccò dai marciapiedi e circondò la berlina con grandi evviva ed applausi. Da questo momento la dimostrazione assunse un aspetto popolare, entusiastico. Fu un continuo urrà fino al Quifinale.
La piazza del Quirinalo, era gremita di folla plaudente. I Duchi d'Aosta salirono il grande scalone ai cui piedi furono ricevuti dal conte Giannotti. I Sovrani ed i loro seguiti vennero ad incontrare i Duchi d'Aosta nel salone di entrata. L'incontro fu affettuosissimo. Il Re la Regina abbracciarono e baciarono il Duca e la Duchessa che era visibilmente commossa. I Sovrani ed i principi si recarono quindi ella vicina galleria dove segui la presentazione alla Duchessa d'Aosta del cavalieri dell'Annunziata, dei preaidenti del Senato e della Camera e dei ministri.
Dopo un quarto d'ora la duchessa usci al balcone avendo a destra il Duca, e a sinistra la Regina e il Principe di Napoli. Le associazioni colle bandiere schierate sotto il balcone, e la folla fecero una dimostrazione enrusiastica e prolungata. La Duchessa saluta chinando leggermente la testa, La Regina pure salutò la popolazione agitando il fazzoletto; la folla rispose col grido di 'Viva la Regina'. La Principessa Elena si mostrò assai lieta e commossa della entusiastica accoglienza. E volle subito render partecipe della gioia le propria madre, Contessa di Parigi, narrandole in lungo telegramma l'accoglienza ricevuta."
Il re di Serbia Alessandro I giunge con treno speciale a Roma, nella cui stazione di Termini era schierata una compagnia del 1° fanteria: "sul piazzale esterno, presso alla porta d’ingresso, stavano numerosi ufficiali ad attenderlo. S. M. il Re, accompagnato dal generale Ponzio-Vaglia, da numeroso seguito e dai ministri, gli andò affabilmente incontro, mentre la banda suonava l'inno serbo e gli applausi risuonavano, saluto all'ospite regale. 1 due Sovrani si abbracciarono e baciarono; quindi passarono in rivista la compagnia d’onore, soggetto d'uno dei nostri disegni. Re Alessandro era in alta tenuta di generale serbo: divisa rossa con spalline d'oro e stivaloni; berretto di pelo bianco. È bruno, d'aspetto deciso, simpatico; ha baffi nacenti. Essendo: molto miope, porta gli occhiali. Parla speditamente l'italiano, e in italiano s'intrattenne coi ministri. Finite le presentazioni, i Reali preceduti dai corazzieri in alta tenuta, si recarono al Quirinale; molte case erano imbandierate, molta folla lungo le vie."
Ricciotti Garibaldi a Roma. "A sera, più di tremila persone erano riunite sotto la tettoia e sul piazzale della stazione di Termini: molte associazioni vi si erano recate con bandiere, Ricciotti fu accolto da fragorosi evviva: Viva Ricciotti! Viva gli eroi della Grecia!...
A stento egli potè uscire nel piazzale, tanta era la ressa degli acclamanti. In piazza i garibaldini tentarono di difendere Ricciotti, facendo un quadrato, ma non vi riuscirono. Finalmente egli riesce a raggiungere il suo Jandeau, e vi sale. “Stacchiamo i cavalli!”, si grida da ogni parte. Ricciotti si oppone, ma non gli si dà ascolto.
I cavalli furono allora circondati, finchè la folla riuscì a toglierli, e la carrozza, tirata e circondata dal popolo acclamante, percorse, senza incidenti, la via di Termini, il piazzale omonimo e imboccò la via Torino. La banda precedeva lo strano corteggio; la folla gridava, e Ricciotti, col figlio, salutavano togliendosi il cappello ed agitando le braccia."
Grande dimostrazione dei Romani ai bersaglieri in partenza per la guerra in Cina: "Alle 6 e mezzo, nel cortile della Caserma di San Francesco a Ripa un caporal-tromba dei bersaglieri suona assemblea. Immediatamente il cortile si riempie di soldati partenti. Si mettono su due righe. Ciascun tenente ha fatto l’appello del proprio plotone. Nessuno manca. Terminato l'appello, vi è un affettuoso scambio di saluti, di abbracci, di baci, fra ufficiali e soldati.
Alle 7 precise, a passo di corsa, escono dalla caserma. Precede la fanfara; seguono tutti gli ufficiali del 5° con a capo il tenente colonnello Ferrucci: vengono poi i quattro plotoni di partenti. Non appena i berretti rossi si mostrano sulla porta della caserma un applauso fragoroso parte dalla numerosa folla (tutta di trasfeverini) che staziona da oltre mezz'ora sulla piazza. I plotoni che hanno tentato di uscire a passo di corsa, fatti appena cinquanta metri, sono costretti mettersi a passo e non è più possibile mutare, tanta e tale è la folla acclamante.
Traversato il ponte Garibaldi, fin dalla Via Arenula si comincia a veder meglio la grandissima parte che la popolazione romana prende alla partenza. Una ventina di signorine allacciate in cinque finestre al terzo piano del palazzo Del Vecchio lanciano centinaia di mazzolini di fiori ai partenti. Sulla piazza Sant'Elena (in prossimità del teatro Argentina) si sono intanto raccolte la fanfara degli ex-militari, le Società di Tiro a Segno, associazione universitaria, fratellanza italiana, fratellanza militare, exbersaglieri, ex-carabinieri, ecc., tutte con bandiere.
Le fanfare intuonano allegre marcie; quindi insieme colle Società si mettono in testa al corteo che ormai si compone di oltre 50.000 persone. Ma la folla, la maggior folla la troviamo dal largo del Corso Vittorio Emanuele a Via del Plebiscito, e Via Nazionale. Tutta Roma vi è accorsa; dal principe romano al falegname, dalla dama alla stiratrice, dal senatore all'usciere della Camera, dal monsignore al sagrestano. E tutti applaudono.
Parecchi balconi di Via Nazionale sono ornati di bandiere, Affacciato al suo balcone, in Via Nazionale, di fronte al palazzo Aldobrandini, il presidente del Consiglio on. Saracco è commosso. I tramtways, impediti nella loro circolazione, servono di balcone a moltissimi che sì sono arrampicati fin sul cielo di essi.
Le adjacenze della ferrovia rigurgitano di altra folla, che ha acclamato i soldati di artiglieria giunti nella notte a Roma e che già hanno preso posto nello stesso treno che deve accompagnare i nostri bersaglieri.
Nelle sale di aspetto della ferrovia si sono intanto raccolti: il sottosegretario di stato alla guerra generale Zanelli, il sindaco principe Colonna con tutti gli assessori non esclusi quelli clericali; parecchi generali, il maggiore Agliardi, e una larga rappresentanza del ministero della marina.
Non era certo desiderio delle autorità politiche, militari e ferroviare, di far entrare la folla sotto la stazione. Ma contro la volontà della folla non si reagisce; i cordoni sono spezzati, i cancelli aperti, e dai diversi ingressi vere fiumane di popolo entrano sotto la grande tettoia gridando: Evviva l’esercito! Quando i bersaglieri, con la fanfara alla testa entrano sotto la stazione, l'entusiasmo è un delirio, Preso posto alla meglio nei vagoni loro destinati, continuano le scene affettuosissime, fra soldati e popolo.
Alle 8,40 i fischi delle due locomotive annunciano la partenza; allora vi è un secondo di profondo silenzio. Ma quando la prima vampata di vapore si sprigiona dagli stantuffi delle macchine e produce il primo mezzo giro delle ruote delle vetture, un grido solo sì innalza da migliaia di petti: Viva l’esercito, Viva Savoja, Viva l'Italia!"
La SRTO attiva una nuova linea a trazione elettrica, dalla stazione di Trastevere alla stazione Termini (in trazione elettrica mista, con filo aereo e accumulatori in via Nazionale, attraverso piazza Venezia, via del Plebiscito, corso Vittorio Emanuele, via di Torre Argentina, via Arenula, ponte Garibaldi, piazza d'Italia e il viale del Re).
La Regina Margherita, torna a Roma dopo il lutto per il marito il re Umberto I. Accolta dai nuovi sovrani alla stazione Termini, risiederà nella villa Piombino:
"Alle 10, cominciò a piovere. Pur vi era folla. Davanti alla tettoja. della stazione, uno squadrone di corazzieri era pronto per fare scorta alla Regina Madre nel suo tragitto verso la città. Suona la marcia reale, Il Re in piccola tenuta da generale colla regina lena in lutto, col seguito,stanno ad attendere. Entra in stazione il treno reale, Margherita, vestita a lutto con un lungo velo nero, scende dal vagone; il Re le bacia la mano, ed ella lo abbraccia; e abbraccia la regina Elena.
Il quartiere Ludovisi, orgoglioso di ospitare d'ora in avanti la Regina madre, ha, quasi a conforto pel'di lei dolore, imbandierati i negozi e le case, Da alcune finestre si gettan fiori. Le associazioni, arrivando di corsa, rompono il cordone dei bersaglieri e con tutto il popolo invadono il piazzale prospiciente alla villa Piombino.
Intanto arrivano i! Re e la Regina, i quali attendono la madre addolorata. Margherita, prima di scendere di carrozza, mestamente sorride allo slancio popolare. Ai piedi dello scalone della villa, i Sovrani sono anche circondati da una rappresentanza femminile del rione. In essa figurano tutti gli ordini sociali. Alla regina Margherita viene dalle signore offerto un mazzo di viole mammole. Davanti al palazzo le associazioni sventolano le loro bandiere, e la folla che occupa tutto il viale acclama a gran voce ai Sovrani. Dopo qualche momento si apre la finestra del balcone e ne esce il Re a capo scoperto, tenendo alla sua destra la madre ed alla sinistra la sposa. Da ogni petto erompe il grido di “ Viva Savoja , , un plauso al nuovo Re, un plauso all’augustà dolente, che torna alla capitale d’Italia.
Ad un tratto, Margherita alza il denso velo vedovile. Così appare il suo mesto viso, pallidissimo, incorniciato dai biondi capelli, e che porta vivamente impresse le tracce del dolore. È un momento di commezione vivissima. Non solo le donne piangono, ma anche molti uomini non possono trattenere le lagrime.
La regina Margherita ringrazia con un sorriso e, dopo qualche minuto, si ritira. Cedendo il passo alle auguste signore, il Re rimane per un istante solo sul balcone. Scoppia un nuovo ed entusiastico grido di * Viva il Re, viva Savoja,.
In questo momento le nubi si diradano e splende il sole. La folla applaude ancora ai Sovrani,"
Con l'unificazione della rete ferroviaria nazionale, la stazione Termini passa sotto la diretta gestione delle neo-costituite Ferrovie dello Stato. La facciata viene modificata con nuovi coronamenti rettangolari con timpano ad arco ribassato e pensiline a protezione degli ingressi. Al centro viene collocato un grande orologio.
Nascono le Ferrovie dello Stato. Con l'entrata in vigore della legge 137 del 22 aprile 1905 sul riordino delle ferrovie detta "legge Fortis", lo Stato assume la gestione diretta delle reti gestite in precedenza dalle compagnie private.
Visita a Roma del re di Girecia, Giorgio I: "Arrivò venerdì alle 14,80 con treno speciale da Pontebba, incontrato nella stazione di Piazza Termini dal re Vittorio, dai grandi dignitari dello Stato, mentre la musica del 48° fanteria suonava l’inno greco, ed una compagnia dello stesso reggimento presentava le armi. All'esedra di Termini il sovrano greco ebbe gli omaggi del sindaco di Roma, sen. Cruciani-Aliprandi. Al Quirinale l’ospite ellenico fu incontrato dalla regina Elena nella sala delle guardie. Il popolo acclamò insistentemente re Giorgio che, insieme ai sovrani d'Italia, si affacciò due volte a ringraziare dalla gran loggia del Quirinale".
Ampliamento della Stazione Termini in occasione della prossima Esposizione Internazionale del 1911. Viene realizzato un nuovo edificio per la biglietteria e le partenze, posto sulla sinistra della facciata della stazione, aumentatando il numero dei binari per i treni dei viaggiatori a venti, quelli di sinistra riservati alle partenze, quelli di destra (tra cui i sei che entravano nel fabbricato di Bianchi), per gli arrivi.
Con un convoglio proveniente da Amburgo, giungono un migliaio di animali esotici destinati al nuovo Giardino Zoologico: L'Illustrazione Italiana:
"Dopo otto giorni di viaggio sono arrivate dalla Germania, e più precisamente da Amburgo a Roma, le belve destinate popolare la parte estrema della storica e bellissima Villa Borghese. Esse saranno poste libere nei loro recinti secondo l'ottimo metodo provato dal sig. Carlo Hagenbeck, che è il loro grande amico, allevatore e mercante, e che ha per circa due anni, lavorato ad allestire la loro dimora."
Le nuove arcate di sostegno dell'Acquedotto Felice, realizzate a Nord di Porta maggiore, sono demolite e sostituite da un sifone posto sotto i binari ferroviari.
Un imponente corteo accompagna alla stazione Termini, i soldati in partenza per Tripoli.
A sera, Gabriele D'Annunzio arriva a Roma. Centomila romani, alla stazione di Termini, lo acclamano in piazza, dopo il quinquennio di esilio francese.
Ampliamento della Stazione Termini. Si aggiungono sei binari delle Ferrovie Laziali, su Via Principe di Piemonte con la costruzione di un piccolo fabbricato addossato al padiglione quadrangolare dell'edificio di Bianchi.
Aperto all'esercizio del tronco Roma Genazzano della Ferrovia Roma-Fiuggi-Alatri-Frosinone. Il servizio (Lungo un percorso di 47,3 km (con capolinea a Termini lato via Cavour usecendo a Via Casilina dalle Mura presso Porta Maggiore) parte con due classi (prima e terza) ed inizia con quattro coppie giornaliere di treni.
Con un solenne corteo lungo via Nazionale, la salma del Milite Ignoto viene trasportata dalla Stazione Termini a Santa Maria degli Angeli, dove si svolge un solenne ufficio funebre e poi all'Altare della Patria, dove viene timulata alla presenza di re Vittorio Emanuele III.
Giungono a Roma, per firmare derimere la questione di Fiume, il presidente del consiglio Pasic e ministro degli esteri Nincic del governo Serbo Croato Sloveno. Vengono accolti alla stazione Termini dal capo del governo italiano, l'on. Mussolini.
Per ragioni urbanistiche, il monumento ai caduti di Dogali, viene spostato dalla fronte della stazione Termini a i giardini di Viale Einaudi.
Funerali di Stato della Regina Margherita.
Il convoglio partito da Bordighera alle 11,30 del 10 gennaio, nel tragitto fino a Roma, effettua 92 soste per permettere l'omaggio delle popolazioni.
Alle ore 9, il convoglio giunge a Termini da dove iniziarono i solenni funerali con arrivo e la sepoltura della Regina al Pantheon.
Umberto Nobile accolto in trionfo a Roma dopo la trasvolata polare:
"Veramente solenne è stato il ricevimento alla stazione da parte del Ministero dell’Aeronauti e del Governatore di Roma e coll'intervento delle maggiori autorità della capitale.
L'imponente corteo, a capo del quale è l'automobile col generale Nobile e alcune autorità, si snoda attraverso le vie della città affollate da un pubblico plaudente, ac mante, commosso. Una pioggia di fiori cade dall'alto; lo spettacolo è meraviglioso, surge alla grandezza dell’apoteosi.
Si compone il corteo, che tra gli evviva del popolo plaudente e commosso, per; via Nazionale, Piazza Venezia — dove sosta brevemente per un tacito e devoto saluto al Milite ignoto e dopo aver attraversato Corso Umberto, giunge a palazzo Chigi.
Piazza Colonna è gremitissima. L'incontro fra l'on. Mussoli e il generale Nobile, alla presenza di tutti i sottosegretari di Stato, è veramente commovente. Quando il Duce, insieme col Nobile e i suoi cinque compagni, appare al balcone d'angolo di Palazzo Chigi, un immenso clamore si leva dalla folla.
L'on. Mussolini, con un forte discorso, saluta i vincitori del mistero e del rischio, rievocando le ore di trepidazione quando la lio, pregio ed orgoglio d'Italia, per due giorni tacque. «Roma fu triste è parve che un velo di malinconia avvolgesse gli uomini e le cose: ma quando Roma seppe che avevate attitito la mèta fu uno di gioia. Dio vi aveva assistito»
L'on. Mussolini, appare commosso e, dopo avere stretto calorosamente la mano all’ Eroe del Polo, lo abbraccia e lo bacia tra un irrefrenabile impeto di applausi."
Ristrutturazione della stazione Termini. Nuova colorazione e sui prospetti compaiono i fasci littori.
Si celebra il matrimonio tra Umberto di Savoia e Maria Josè del Belgio, nella cappella Paolina del Palazzo del Quirinale. Viene allestito un arco di trionfo posticcio a piazza Esedra (oggi a Via Luigi Enaudi) e alcune decorazioni a colonne presso i binari 18 19 della Stazione Termini. Oraganizzato un Corteo dei costumi nazionali, che da via XX Settembre giunge fino a Piazza del Quirinale.
Il Mahatma Gandhi arriva a Roma in visita per due giorni, prima di ripartire da Brindisi per l'India dopo aver partecipato alla Conferenza di Londra sull'India. Arriva alle 8,30 alla stazione Termini. Viene ospitato dal generale Maurizio Mario Moris (su interesse, di un suo conoscente in India, dell'intellettuale Romain Roland) nella sua villa a Monte Mario. Nel primo pomeriggio, visita la scuola Montessori e i Musei Vaticani. A seguire incontra Mussolini a Palazzo Vidoni, dove viene accolto anche dal segretario del Partito nazionale fascista Starace e dal segretario amministrativo Marinelli.
La legione dei fasci italiani all'estero, di ritorno dall'Africa Orientale, sfila dalla Stazione su Via Nazionale, acclamata dalla folla, e vengono passati in rivista dal Duce Mussolini davanti al Palazzo Venezia.
Visita di Goering a Roma. Accompagnato dalla moglie, viene accolto alla stazione Termini dal Duce Mussolini, Ciano, Starace e l'ambasciatore tedesco Von Mackensen. Omaggio al Vittoriano. Esercitazioni ginnico militari organizzato dall'ONB allo Stadio dei Marmi.
Il Duce Mussolini nella zona dei cantieri per l'ammodernamento della stazione Termini. A copli di piccone, inizia la demolizione dell'antica Stazione centrale. Di seguito visita i lavori per la costruzione della stazione Prenestina e l'ampliamenti della Tuscolana su via del Mandrione.
Il Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri di Jugoslavia Milan Stojadinovic, giunge in visita a Roma. Viene accolto alla Stazione Termini dal Duce Mussolini. Nei giorni seguenti, visita la Mostra Augustea della Romanità e la Mostra del Tessile Nazionale; Partecipa con il Duce ad un Saggio ginnico sportivo militare della Gioventù del Littorio allo STadio dei Marmi al Foro Mussolini; Accompagnato dal Ministro Ciano, giunto al Centro Sperimentale Areonautico di Guidonia.
VI giorno di visita di Adolf Hitler a Roma. A bordo di una carrozza reale, Hitler accompagnato dal Re, lascia il Palazzo del Quirinale e percorrendo le vie romane fra una folla acclamante, arriva alla Stazione Termini e dopo aver passato la compagnia d'onore dei Granatieri, scambia i saluti col sovrano e si congeda dal Duce Mussolini, col quale si troverà poche ore dopo a Firenze.
Traslazione delle salme dei Reali di Napoli a Roma. Le spoglie di Francesco II, Maria Sofia e la figlioletta Cristina Pia Maria, giungono alla stazione Termini e vengono portate nella chiesa di Santo Spirito dei Napoletani, benedetti da S. A. R. mons. Giorgio di Baviera, canonico di San Pietro:
"Le spoglie regali, sino ad ora separate tra Arco, Trento e Monaco, sono giunte a Roma il 9 dicembre e sono state accolte a Santo Spirito dei Napoletani e deposte nella cripte, dove già sono le tombe di alcuni fedelissimi che avevano seguito il loro Re nell'esilio romeno e che a Roma eran morti tra il 1860 e il 1870.
I feretri, coperti da una ricca coltre, sono stati provvisoriamente deposti, in attesa che due marmorei sepolcri siano apprestati, presso la loro piccola, cui sono state ricongiunte per l'augusto interessamento del principe di Piemonte."
Il primo ministro di Gran Bretagna Sir Arthur Newille Chamberlain ed il segretario di Stato Lord Edward Halifax, giungono in visita diplomatica a Roma. La delegazione viene accolta alla Stazione Termini dal Duce Mussolini. Il giorno seguente, accompaganti dal conte Galeazzo Ciano, rendono omaggio al Milite Ignoto e sono ricevuti a Palazzo Venezia. Nel pomeriggio partecipano ad un saggio ginnico militare allo Stadio dei Marmi al Foro Mussolini e ad serata di Gala al Teatro dell'Opera.
Approvazione del progetto definitivo di Mazzoni per la nuova stazione termini. Un avancorpo monumentale con un porticato imponente e un atrio di 12mila mq. completamente vuoto.
Avviata la demolizione dei padiglioni del fabbricato arrivi della Vecchia Stazione Termini.
Ripresa dei lavori per realizzare la stazione sotterranea della metropolitana di Termini. Si effettua un grande sterro a Piazza dei Cinquecento, demolendo i due monconi meridionali della vecchia stazione. Resta ancora in piedi solo la vecchia facciata con i suoi padiglioni colonnati.
Si conclude la demolizione della vecchia Stazione Termini, con lo smantellamento dei due edifici di testata.
Inaugurazione della nuova Stazione Termini.
1931
Marcello Piacentini
Piano dei Servizi Ferroviari
Piano Regolatore del 1931
1926
Marcello Piacentini
Mappe del Foro Littorio progettato da Piacentini
1926
Marcello Piacentini
Viste del Foro Littorio progettato da Piacentini
1915
Aldo Molinari
Arrivo a Roma di Gabriele D'Annunzio
L'Illustrazione Italiana 1915
1909
Dante Paolocci
Arrivo alla stazione dei profughi e feriti del terremoto di Messina
L'Illustrazione Italiana 1909
1900
Dante Paolocci
Dimostrazione ai reparti militari in partenza per la Cina
L'Illustrazione Italiana 1900
1897
Dante Paolocci
L'Arrivo a Roma di Ricciotti Garibaldi
L'Illustrazione Italiana 1897
1896
Dante Paolocci
Arrivo alla Stazione del Re Alessandro I di Serbia
L'Illustrazione Italiana 1896
1895
Dante Paolocci
Commemorazione di Dogali
L'Illustrazione Italiana 1895
1895
L'Arrivo alla Stazione dei Duchi d'Aosta
L'Illustrazione Italiana 1895
1887
Inaugurazione del monumento ai Caduti di Dogali
L'Illustrazione Italiana 1887
1887
Inaugurazione del monumento ai Caduti di Dogali
L'Illustrazione popolare
1886
Dante Paolocci
Funerali di Marco Minghetti
L'Illustrazione Italiana 1886
1885
Dante Paolocci
Funerali di Terenzio Mamiani
L'Illustrazione Italiana 1885
1878
Arrivo alla Stazione della Regina Maria Pia
L'Illustrazione Italiana 1878
1873
Scoperte nel nuovo quartiere del Castro Pretorio
Bullettino della Commissione archeologica comunale di Roma
1872
Pianta del Nuovo Quartiere Esquilino